Banco BPM affila le unghie e si getta nel risiko. La banca messa nel mirino

Laura Naka Antonelli

9 Ottobre 2025 - 10:07

Ultime indiscrezioni sul risiko bancario. Banco BPM punta ora a questa banca, svestendo i panni della preda e indossando quelli di compratore.

Banco BPM affila le unghie e si getta nel risiko. La banca messa nel mirino

Banco BPM, la banca italiana guidata dal CEO Giuseppe Castagna che è riuscita grazie al golden power imposto dal governo Meloni a divincolarsi dalla morsa di UniCredit, sarebbe pronta a buttarsi nel risiko bancario, non ’solo’ esplorando possibili opzioni di business combination con Crédit Agricole Italia, controllata di Crédit Agricole, la Banque Verte che è anche maggiore azionista di BAMI, ma puntando anche a una preda ben precisa. Nome della preda, Banca di Asti.

È quanto emerge da alcune indiscrezioni stampa, che sono state riportate da Il Corriere della Sera e da MF-Milano Finanza. “Banco BPM compratore, apre il dossier per Banca di Asti ”, scrive Il Corriere, sottolineando che Piazza Meda, “secondo indiscrezioni di mercato”, avrebbe messo nel mirino “ la Banca di Asti ”, nel cui capitale è presente con una quota pari al 9,9% che risale al 2004.

Sempre il Corriere indica che, secondo altri rumors, Banco BPM potrebbe essere interessata anche a “ Banco Desio e Banca Popolare di Puglia e Basilicata, che con Asti condividono la distribuzione dei prodotti Anima ”.

L’ipotesi è che la banca guidata da Giuseppe Castagna si rafforzi nel capitale di Banca di Asti con un accordo con la Fondazione CR Asti che, nel mese di aprile, “ha dato mandato ad Equita per valorizzare il suo 31,8%” nel capitale dell’istituto, sulla scia di quanto risulta dal protocollo ACRI-MEF, che impone la riduzione della partecipazione.

Identikit della possibile preda di Banco BPM ormai libera dalle grinfie di UniCredit. Il profilo di Banca di Asti

Banca di Asti è guidata dal presidente Giorgio Galvagno e dall’amministratore delegato e consigliere Carlo Maria DeMartini.

Con sede legale e direzione generale ad Asti, la banca ha un capitale Sociale di € 363.971.167,68 (interamente versato) e conta 210 sportelli bancari.

Tredici in totale i membri nel Consiglio di Amministrazione, di cui 11 non esecutivi e 6 indipendenti.

Due sono invece i Comitati consultivi endoconsiliari che supportano il CDA nell’istruzione degli argomenti in base alle proprie competenze. Si tratta del Comitato Rischi e Sostenibilità (3 membri, 2 indipendenti) e del Comitato Parti Correlate & Politiche di Remunerazione (3 membri, tutti indipendenti).

Banca di Asti è presente in 5 regioni del Nord Italia, ovvero in Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia, Veneto, fornendo i suoi servizi a 540.000 clienti, tra privati e imprese.

Nel 2024, Banca di Asti ha erogato alle famiglie e alle imprese 2,1 miliardi di euro, mentre più di 738 milioni di euro sono stati redistribuiti nel triennio 2022-2024, di cui 63 milioni sotto forma di dividendi e di utili distribuiti agli azionisti, 430 milioni alle risorse umane sotto forma di retribuzioni, 167 milioni nel sistema impresa (attraverso utili non distribuiti e ammortamenti) e 78 milioni al sistema pubblico, con il versamento di imposte dirette e indirette.

La storia di Banca di Asti

Le radici di Banca di Asti affondano al 25 gennaio 1842, con la nascita della Cassa di Risparmio di Asti grazie all’azione congiunta dell’Intendente Serra e del Vescovo Artico, con un capitale iniziale di 10.000 lire.

Il suo scopo era sostenere le classi meno agiate, promuovendo il lavoro e la previdenza. Il 3 gennaio 1844, aprì i primi uffici in due stanze del Municipio, stabilendo fin dall’inizio regole rigorose per garantire la sicurezza dei risparmiatori e instaurare una solida relazione basata sulla fiducia e la serietà”, si legge nella sezione dedicata alla storia dell’istituto di credito.

Subito dopo la Prima Guerra Mondiale diverse sono le banche astigiane “costrette a chiudere i battenti”. Nel 1932 la Cassa di Risparmio di Asti acquisisce la Banca Astese.

Successivamente, in data 26 aprile 1971,la Banca d’Italia rilascia l’autorizzazione all’istituto per rilevare le restanti 8mila azioni della Banca Agraria Bruno & C. S.p.A, approvando la stipula dell’atto notarile di fusione per incorporazione che avrà luogo il 1° luglio 1971.

Data clou è anche quella del 13 luglio 1992, quando nasce la Cassa di Risparmio di Asti S.p.A.

Nel 1996 la banca apre poi il proprio capitale ai privati attraverso un’operazione di aumento di capitale ed emissione di obbligazioni convertibili offerte in pubblica sottoscrizione.

Le operazioni di aumento di capitale annunciate da Banca di Asti

L’istituto vara poi un altro aumento di capitale nel 2008.

Il 2012 è un altro anno cruciale per la storia dell’istituto, che acquisisce il controllo della Cassa di Risparmio di Biella e Vercelli.

Così facendo, “il Gruppo Cassa di Risparmio di Asti diventa il terzo gruppo bancario piemontese per rilevanza territoriale”.

L’obiettivo è quello di creare, “grazie a una precisa strategia e a un collegato piano industriale, un gruppo bancario solido e competitivo per dare maggiori possibilità di futuro al territorio, alle famiglie e alle imprese”.

Arriviamo al 2013, quando la Cassa definisce un’operazione di aumento di capitale, approvata nel corso dell’Assemblea del 27 dicembre 2012, per aumentare la propria “capacità patrimoniale”, al fine di “consentire il progressivo allineamento della dotazione patrimoniale del Gruppo alle previsioni di Basilea 3 in merito alla vigilanza prudenziale e ai coefficienti patrimoniali, che andranno a regime nel 2019”.

Negli anni successivi Banca di Asti “prosegue l’azione di consolidamento e di sviluppo”, lanciando nell’agosto 2015 “ un nuovo aumento di capitale sociale a pagamento per circa 200.000.000 euro che si conclude in pochi giorni grazie alla fiducia dimostrata dai piccoli azionisti”.

Le operazioni di ricapitalizzazione non finiscono qui. A novembre 2019 il Consiglio di Amministrazione di Banca di Asti vara “un aumento di capitale per un importo, comprensivo del sovraprezzo, di Euro 124.999.999,20, riservato in sottoscrizione alla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella e alla Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli ”.

L’operazione viene lanciata per consentire “l’acquisizione da parte di Banca di Asti delle residue azioni Biver Bancadetenute dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli”.

Il 23 dicembre 2019 “viene inoltre perfezionata l’operazione con cui Banca di Asti raggiunge il 100% del capitale sociale di Biver Banca, mediante il conferimento in natura da parte delle stesse Fondazioni di n. 49.381.884 azioni ordinarie di Biver Banca”.

Banco BPM preda di Crédit Agricole e predatrice di Banca di Asti?

Banco BPM, già secondo altre indiscrezioni impegnata nel dossier Crédit Agricole Italia, dopo la resa annunciata da UniCredit, punta dunque a questo istituto di credito astigiano?

Le azioni, quotate sul Ftse Mib di Piazza Affari, registrano un lieve ribasso, in una sessione senza slancio per la borsa di Milano.

In evidenza tra le ultime notizie quella segnalata dalla divisione delle partecipazioni rilevanti della Consob, da cui è emerso che Bank of America detiene una partecipazione potenziale dell’1,68% nel gruppo di Castagna, sulla scia di una operazione che risale al 19 settembre 2025,

In particolare, lo 0,17% è rappresentato da diritti di voto riferibili ad azioni, lo 0,567% da una partecipazione potenziale. Lo 0,868% è costituito da altre posizioni lunghe con regolamento fisico e lo 0,075% da altre posizioni lunghe con regolamento in contanti.

Per quanto riguarda le azioni di Banca di Asti, queste sono negoziate sul sistema multilaterale di negoziazione gestito da Vorvel SIM S.p.A. – segmento “Equity Auction”.

La Banca raccoglie gli ordini di compravendita aventi ad oggetto le azioni tramite la rete di filiali delle Banche del Gruppo, negli orari di sportello. Gli ordini sono immessi nel mercato tramite i broker selezionati nella “Strategia di esecuzione, trasmissione ed esecuzione degli ordini” consultabile nella versione sintetica alla seguente pagina internet www.bancadiasti.it/mifid e resa disponibile unitamente alla documentazione contrattuale proposta dalla Banca per la prestazione dei servizi di investimento.

Banca di Asti, si legge nel suo sito, spiega che “gli ordini possono essere immessi, dalle ore 9:00 alle ore 17:30, per le giornate dal lunedì al giovedì, e dalle ore 9:00 alle ore 11:45 per la giornata del venerdì ”.

L’istituto precisa che “la data di fine validità degli ordini dovrà coincidere con un giorno di asta e non potrà comunque essere successiva a 60 giorni calcolati a partire dalla data di inserimento dell’ordine. L’asta avviene con cadenza settimanale nella giornata di venerdì, dalle ore 11:46 alle ore 12:00”.

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