Obbligazioni sovrane estere non in euro e dall’elevato rating emittente e ricco ritorno effettivo grazie al crollo delle quotazioni
Un paio d’anni fa il BTP decennale rendeva ben oltre il 4% con il picco del 5% per alcuni frangenti dell’ottobre 2023. Poi inflazione e tassi sono andati via via scendendo e a cascata anche gli effettivi a scadenza passati all’attuale 3,53% circa. Non si tratta di poca cosa considerato da un lato il rischio tassi e quindi quello di mercato, e dall’altro la (in genere) scarsità di capitali disponibili da dover investire al meglio.
Tuttavia, al di fuori dal perimetro MEF non mancano emittenti sovrani con debiti dai ritorni attuali lusinghieri e con scadenze infradecennali. Ad esempio rende il 4,7% questo titolo di Stato in scadenza tra meno di 10 anni e rating AA.
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L’obbligazione di Sua Maestà in scadenza tra 9 anni e 326 giorni
In molti Stati sovrani dell’Eurozona il range dei ritorni medi effettivi a scadenza dei titoli con vita residua a 10 anni è racchiuso tra il 2,7% della Germania e il 3,5/3,6% dei BTP. Per spuntare ritorni maggiori a parità di tempo bisogna optare per altri emittenti, tipo le obbligazioni in euro di alcuni Stati dell’Est e quindi, per loro, in valuta estera. Oppure guardare in casa USA dove il Treasury viaggia in area 4,2% o nel Regno Unito con il Gilt che rende il 4,7%. Oltremanica la situazione sembra simile a quella nostrana di un biennio fa, quando il BTP 10y viaggiava su tali ritorni.
Consideriamo l’obbligazione con matricola GB00BMGR2916 emessa dal Governo del Regno Unito il 09/09/2020 e in scadenza il 31/07/2035, tra 10 anni scarsi. Il bond gode di un robusto flottante pari a 34,8 mld di £ (lire sterline inglesi), ma di scarsi volumi di scambio sul MOT, sia in termini di contratti che di controvalore. Non proprio il massimo per chi non intende scontrarsi con il rischio di liquidità, cioè di vedersi sul book prezzi bid/ask distanti tra loro e anche dalle proprie aspettative.
Cedola e rendimento effettivo a scadenza del Gilt 31/07/2035
La cedola è decisamente avara dato che paga lo 0,625% annuo (stacco semestrale), lo 0,546875 al netto della ritenuta fiscale del 12,50%.
Giusto a titolo di esempio, il BTP emesso dieci giorni fa (28/08), con ISIN IT0005648149, paga il 3,60% annuo, cioè 5,7 volte in più dell’omologo titolo inglese. Tuttavia, quest’ultimo è nato in un’epoca in cui anche i tassi BoE erano ai loro minimi di periodo. Sempre per avere dei riferimenti concreti e numerici, il BTP a 10 anni ISIN IT0005499080 emesso ad agosto 2020 e con scadenza nel 2030 ha cedola all’1,65%.
A variare, invece, e di tanto pure, è l’effettivo annuo lordo a scadenza per via delle quotazioni ampiamente sotto la parità. Oggi l’Uk Tf 0,625% Lg35 Gbp prezza sui 68,4 GBP, mentre il massimo e il minimo annuo sono stati, nell’ordine, a 69,87 e 64,90 (dati: Borsa Italiana). A questi corsi l’effettivo è in area 4,7%, non male considerato la durata complessiva e la qualità del debito inglese. IL rating è sulla doppia A per le principali agenzie, con outlook sostanzialmente stabile per il futuro prossimo. Le tensioni di questi giorni, invece, attengono alle dinamiche del debito pubblico, dato che ha raggiunto livelli elevati ed è atteso in ulteriore crescita.
La vera incognita del bond con yield al 4,7%
Oltre ai rischi di liquidità e di mercato, e quello di inflazione in vista del ritorno reale a scadenza, c’è anche quello di cambio. In verità si tratta del pericolo maggiore dei 4 qui citati, seguito (in una sorta di scaletta ipotetica) da quello di mercato. I prezzi potrebbero ancora destare preoccupazioni per i prossimi semestri/anni, ma il passare del tempo giocherà in favore del recupero delle quotazioni, salvo default emittente. Infine, l’attuale duration modificata è del 9,1.
Ora, quale potrebbe essere il cross €/£ tra due lustri, all’atto del rimborso finale del titolo? E se invece fosse a un’altra data compresa da qui a al 2035 per il caso di liquidazione anticipata del bond? Semplice, impossibile saperlo oggi. Se è vero che le previsioni non sono mai certezze per definizione, immaginiamo allora quanto esse possano essere attendibili all’aumentare dell’orizzonte temporale.
Rende il 4,7% questo titolo di Stato in scadenza tra meno di 10 anni e rating AA
Vediamo qual è stato il range min/max del cambio euro/sterlina nel recente, medio e lontano passato. Poi vedremo quali sarebbero, ad oggi, le proiezioni a venire.
Oggi l’EUR/GBP è a 0,8679, mentre il minimo e il massimo del 2025 sono stati a 0,8240 (febbraio) e a 0,8766 (luglio). Ampliando l’analisi, il grafico a candele mensili (dati: Investing.com) mostra un’evidente gabbia di prezzi da luglio 2016 ai giorni nostri (9 anni circa). Il grosso delle quotazioni è racchiuso tra 0,825 e 0,92, al netto di qualche veloce sforatura fino a 0,94/0,95. La sterlina è stata forte nel 2015 e negli anni pre-2008, mentre la parità 1-1 la si è sfiorata a dicembre 2008.
E per il futuro? L’Agenzia di Previsione Economica da le sue stime (non certezze, che nessuno ha) su base mensile fino all’ottobre 2029. Sintetizzando anche qui, l’euro è dato in rialzo fino ad aprile ’26 (picco stimato a 0,921), poi in flessione fino a giugno ’28 (low stimato a 0,843). L’ultimo anno disponibile è il ‘29 (meglio, fino a ottobre ’29), con il cross che è sostanzialmente racchiuso tra 0,865 e 0,919.
Dunque, impossibile sapere a priori l’effettivo ritorno dell’Uk Tf 0,625% Lg35 per il singolo investitore. Esso dipenderà dal diverso combinarsi dei propri prezzi di carico e scarico, il cambio €/£ in principio e al termine e, infine, l’effettivo tempo di possesso del titolo. L’obbligazione sulla carta potrebbe dare tanto oppure risultare dal ritorno “nella media” o ancora, nei casi estremi e peggiori, dal ritorno negativo. L’importante è essere consapevoli che si tratta di uno strumento relativamente complesso che richiede adeguata propensione al rischio.
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