Un corporate bond di lunga durata ma del tipo callable che ogni anno incorpora 60 euro di rendimento pagato tutto a scadenza o alla call
Ci sono investimenti in bond mirati a generare un flusso di entrate i nel tempo, di tipo costanti o variabili a seconda della struttura cedolare. Altri titoli sono invece più utili in ottica di diversificazione del portafoglio in base alla durata e/o valuta e/o rischio sotteso e/o tipologia di cedola. A quest’ultimo riguardo, per esempio, 1.000 € diventano 2.200 € a scadenza essendo uno zero coupon ma diverso dal BOT.
Rendimenti e volatilità sulle obbligazioni lunghe
Sul comparto obbligazionario l’evento più atteso di dicembre ha riguardato le mosse FED in materia di tagli dei tassi attuali e futuri. Le decisioni prese e le parole del Governatore FED, Jerome Powell, non hanno sorpreso il mercato. Così s’è avverata la sforbiciata di 25 basis point dei tassi in un caso, e appurato dall’altro che nel breve termine il costo del denaro negli USA non scenderà più di tanto.
Non proprio una bella notizia per i titoli a lunga scadenza, più sensibili alle politiche monetarie e alle variabili macroeconomiche. I debiti sovrani sono attesi in aumento mentre nelle economie mature l’economia è in salute e il costo della vita non scende più di tanto.
Ecco perché sul tratto lungo della curva gli yield restano alti, e lo stesso dicasi per l’associato rischio mercato. Tra le possibili alternative spuntano allora i bond medio-corti o dai ricchi coupon che, in teoria, dovrebbero reggere meglio sul mercato.
Obbligazione di lunga durata ma con possibilità di richiamo
Tra le emissioni corporate ecco un’obbligazione di lunga durata targata Citigroup (Citi), un colosso nei servizi finanziari e d’investimento con sede a New York. Il rating emittente è A2/A+ per le principali agenzie, per cui il rischio di credito ad oggi può dirsi contenuto. Tuttavia, ogni evento futuro che da qui in poi colpirà la banca americana potrebbe ripercuotersi anche sui suoi titoli.
L’ISIN di riconoscimento sull’EuroTLX è XS3136829788, dove al momento prezza sui 95,7 malgrado il valore di emissione sia stato a 100. Ad oggi i valori minimo e massimo sono stati, nell’ordine, 94 e 99,57. Considerata la data di rimborso finale al 5/11/2045 (20 anni complessivi in origine) è tutt’altro che escluso che i corsi non vadano ad aggiornare questi prezzi min/max.
Tuttavia, il bond è del tipo callable già a partire dal 5/11/’26 e poi ad ogni anno fino al ’44, per cui la sua vita utile effettiva potrebbe essere molto più breve del previsto. È ovvio che la callable arriverebbe in caso di convenienza all’emittente, per cui un altro rischio da considerare è quello di reinvestimento. Vale a dire il rischio che tra tot anni, all’eventuale richiamo, il mercato potrebbe presentare uno scenario di rendimenti più avaro dell’attuale.
La struttura cedolare dell’obbligazione Citigroup
Tanto alla data di call che a naturale scadenza Citi s’impegna al rimborso del 100% del capitale nominale sottoscritto. Il taglio minimo è di 1.000 € per cui con circa 955 € si sottoscrive 1 titolo che verrà rimborsato alla pari, con un guadagno in capital gain oggi già certo a scadenza.
Ovviamente il sottoscrittore lo potrà rivendere anche prima di quella data ai valori di mercato vigenti al tempo della liquidazione. In tal caso otterrebbe il prezzo offerto per il nominale sottoscritto, più gli interessi maturati fino a quel momento (corso tel quel). L’operazione potrebbe dar origine a un guadagno o una perdita in conto capitale a seconda della differenza, nell’ordine, positiva o negativa tra prezzo di carico e di rivendita.
Morale, anche la cura del proprio prezzo di ingresso e di eventuale rivendita anticipata pesa tanto sull’economia complessiva dell’investimento.
Oltre che callable, il bond è anche zero coupon tipo i BOT, da cui se ne differenzia per più elementi come l’emittente, la durata, la tassazione, i rischi, etc. Il tasso fisso è del 6% annuo lordo cumulativo, il 4,44% al netto della ritenuta fiscale al 26%, per cui arriverà un maxi cedolone o a scadenza o alla data di call. Ai primi di novembre di ogni anno, e per 20 anni, l’obbligazione andrà incorporando 60 € di rendimento. A scadenza, nel 2045, si riceveranno 2.200 € lordi per titolo, comprensivi dei 1.000 € di debito nominale sottoscritto e 60 € di cedole X 20 anni. Ovviamente in caso di call da parte di Citi si riceveranno solo le cedole maturate fino a quella data e stop.
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1.000 € diventano 2.200 € a scadenza su questo bond zero coupon diverso dal BOT
L’essere un cumulative bond comporta almeno due conseguenze. In primis che il rendimento effettivo dell’investimento decresce all’aumentare del tempo in cui avviene concretamente lo stacco delle cedole. In questi casi il rendimento coincide con il 6% di interessi solo al termine del 1° anno, al 5/11/’26, nell’ipotesi di acquisto a 100. Poi man mano decresce e passa ad esempio al 5,58%, al 4,81% e 4,37% se, nell’ordine, il bond venisse rimborsato dopo 5, 10 o 15 anni. A naturale scadenza, invece, sarebbe del 4,02% lordo, che tuttavia è già salito al 4,19% per via del prezzo attuale sotto cento. Morale, prima arriverebbe il richiamo del prestito obbligazionario e maggiore sarebbe l’effettivo collegato all’investimento.
La seconda considerazione è che la natura zero coupon aumenta la volatilità dei suoi corsi sul mercato secondario, anche alla luce della lunga durata. Negli anni a venire i prezzi potrebbero oscillare ancora tanto altro.
In compenso il rendimento effettivo resta robusto anche se il prestito dovesse durare esattamente 20 anni e arrivare al ’45. Andrebbe ancora meglio se la banca lo richiamasse prima di quella data.
Infine occhio al rischio di liquidità e associato spread bid/ask, dato che gli scambi giornalieri sul mercato secondario sono davvero contati.
In definitiva, un bond con diversi pro e contro da saper cogliere in un lato ed evitare nell’altro, e potenzialmente spendibile in un’ottica di diversificazione del portafoglio.
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