Questi 3 rischi di crisi scuotono ancora i mercati

Violetta Silvestri

26/05/2023

26/05/2023 - 08:33

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I mercati si avvicinano alla chiusura di settimana con gli stessi dubbi dell’inizio: sono almeno 3 i rischi non risolti di crisi finanziaria, che minacciano ancora la stabilità globale.

Questi 3 rischi di crisi scuotono ancora i mercati

Mercati ancora incerti e pressati da almeno 3 rischi di instabilità finanziaria in questo finale di settimana.

I temi dell’intelligenza artificiale e dei colloqui sul debito degli Stati Uniti sono ancora dominanti e stanno maggiormente influenzando la direzione delle Borse mondiali.

Le azioni hanno registrato un momento di entusiasmo per le previsioni boom del produttore di chip Nvidia Corp, con il successivo rally delle società legate all’intelligenza artificiale, che hanno alimentato il miglior giorno del Nasdaq in tre settimane.

Oggi, i mercati dell’Asia-Pacifico sono misti. In Giappone, il Nikkei è salito, ma in Cina gli indici Shenzhen e Shanghai hanno oscillato, tentanto una chiusura in rialzo.

Ci sono ancora 3 rischi di crisi e incertezza finanziaria che possono far crollare i mercati mondiali.

1. L’accordo sul tetto al debito Usa sta arrivando?

L’interrogativo è il più atteso al mondo. I negoziatori repubblicani e della Casa Bianca si stanno avvicinando a un accordo per aumentare il tetto del debito e limitare la spesa federale per due anni, secondo persone che hanno familiarità con la questione.

Le due parti avrebbero ridotto le divergenze nei colloqui negli ultimi giorni, anche se i dettagli concordati sono provvisori e un accordo definitivo non è ancora stato siglato. I nodi non sciolti riguardano i programmi contro la povertà, che i repubblicani vogliono ridurre e rendere più restrittivi, così come i finanziamenti per l’Internal Revenue Service che servono per assumere più revisori e prendere di mira i ricchi americani. Stando alle indiscrezioni, invece, i finanziamenti per la spesa discrezionale per militari e veterani non sono oggetto di rivalità.

Martedì prossimo, intanto, potrebbe essere il giorno probabile per un voto alla Camera. Il Senato dovrebbe quindi agire rapidamente per inviarlo alla scrivania del presidente Joe Biden prima del 1 giugno, data entro la quale il segretario al Tesoro Janet Yellen ha dichiarato che il suo dipartimento potrebbe rimanere senza liquidità.

2. Il dilemma della Federal Reserve

I trader hanno valutato un altro aumento di un quarto di punto dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve entro i prossimi due incontri politici e una possibilità su due che il rialzo possa arrivare già il mese prossimo.

Il cambiamento è avvenuto con l’aumento dei rendimenti statunitensi, con il tasso a due anni salito al 4,53%. Questo è il livello più alto dall’inizio di marzo, nel periodo in cui i fallimenti delle banche statunitensi hanno agitato i mercati e stimolato l’acquisto di beni rifugio nel debito pubblico. I contratti swap continuano a suggerire che la Fed dovrà tagliare di nuovo entro il prossimo anno, ma l’entità dell’allentamento previsto è notevolmente inferiore a quanto era in passato.

3. Cina in difficoltà

La Banca centrale cinese probabilmente ridurrà il coefficiente di riserva obbligatoria per le principali banche prima del previsto poiché la ripresa economica sta perdendo vigore, secondo l’ultimo sondaggio di economisti di Bloomberg.

La People’s Bank of China dovrebbe ridurre di 25 punti base entro la fine del terzo trimestre, secondo la media delle previsioni, il rapporto - o la quantità di contanti che le banche devono tenere in riserva - per i principali istituti di credito. Gli economisti intervistati da Bloomberg ora si aspettano che il prodotto interno lordo cinese cresca quest’anno del 5,5% rispetto a un anno fa, in calo rispetto a una stima precedente del 5,6%.

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