Prestito d’onore per gli studenti: che cos’è la proposta di Meloni

Giorgia Bonamoneta

30 Ottobre 2022 - 18:02

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Che cos’è il prestito d’onore per gli studenti? Meloni propone di incrementare tale strumento, ma il rischio è un indebitamento più che un vero e proprio aiuto al diritto di studio.

Prestito d’onore per gli studenti: che cos’è la proposta di Meloni

Il nuovo governo Meloni si è concentrato molto sulla scuola e sull’istruzione. Nel rapido excursus di ciò che il governo farà o riattiverà in futuro rispetto all’università italiana Giorgia Meloni ha citato anche le borse di studio e il prestito d’onore. Secondo Meloni quest’ultimo andrebbe rinforzato e allargato. Ma che cos’è il prestito d’onore e in che cosa consiste la proposta di Meloni? Rispetto alle borse di studio, che rappresentano un sussidio allo studio in base al reddito o alle capacità dello studente, il prestito d’onore è un vero e proprio prestito con tassi calmierati. Questo permette agli studenti di studiare in facoltà private o pubbliche con rette più alte.

Il prestito d’onore in Italia già esiste, ma viene utilizzato da pochissimi studenti e famiglie rispetto alle richieste di borse di studio o al sostentamento autonomo del percorso intrapreso. Uno dei motivi per il quale il prestito d’onore non ha avuto grande successo è dovuto sicuramente al timore di non riuscire a ripagare il prestito subito dopo la laurea per via della mancanza di un lavoro. Un esempio concreto, a cui i giovani italiani guardano, è quello degli Stati Uniti, dove gli studenti possono accedere a mutui per lo studio che in 8 casi su 10 non riescono a restituire. “L’indebitamento precoce, soprattutto nel contesto di crisi economica e lavorativa italiana, riproduce povertà e disuguaglianze”, ha spiegato la coordinatrice dell’associazione studenti Link.

Che cos’è il prestito d’onore per gli studenti?

Il prestito d’onore è definito un “finanziamento per li studenti che hanno bisogno di essere sostenuti durante gli studi”. Si può utilizzare per pagare l’università, ma anche master o corsi post diploma. Per ripagare il finanziamento si ha tempo fino a due anni dopo la laurea. Un prestito d’onore è accessibile a moltissime persone perché non servono garanzie patrimoniali né personali né familiari. A costo zero per i primi anni, si ripaga fino ha due anni dopo la laurea e non serve aprire un conto corrente verso la banca se è di carattere privato.

Il prestito può essere utilizzato non solo per pagare le spese e le rette della laurea, ma anche per tutto ciò che è necessario per proseguire negli studi: pagamento dell’affitto e del materiale didattico per esempio. Un prestito d’onore può essere chiesto per esempio per studiare all’estero o per intraprendere un master costoso, ma anche per pagare il conservatorio o una scuola d’arte.

Inoltre il prestito d’onore permette di iniziare a ripagare il finanziamento percepito a partire da due anni dopo la laurea e si può restituire anche in piccole somme. In alcuni casi, come quello proposto da Intesa Sanpaolo, si può arrivare a ripagare a tasso fisso entro trent’anni. Le uniche garanzie che servono per ottenere un prestito d’onore è quello di essere usciti al diploma con una determinata media, che in genere è di almeno 70/100.

Le critiche al prestito d’onore: perché il diritto allo studio è di tutti

Non mancano però le critiche a tale modello, soprattutto nel caso in cui il governo vuole incrementare questo piuttosto che il sistema di borse di studio. A spiegarlo è la coordinatrice dell’associazione studenti Link, Virginia Mancarella: “L’esperienza anglosassone ci mostra come questi non costituiscano un’agevolazione del percorso formativo, ma al contrario l’opprimono”. Il prestito d’onore è una forma di indebitamento precoce e con il tasso di disoccupazione del nostro Paese, oltre alla crisi economica, il rischio è quello di rendere i giovani inadempienti a ripagare il proprio debito o di non permettere loro di vivere in maniera autonoma fino alla fine del finanziamento.

Secondo Mancarella è ingiusto che uno studente debba indebitarsi per proseguire gli studi, quando invece dovrebbe essere lo Stato a garantire la formazione a tutti, anche quella post laurea. Prosegue su questa scia critica anche Diego Vollaro, dell’Unione degli universitari. Secondo Vollaro il prestito d’onore è una figura illusoria. “Ha la pretesa di tutelare il diritto allo studio, ma in concreto non è che è un rimandare a una successiva fase della vita il pagamento dell’università”. Per questo gli studenti e le studentesse preferiscono il sistema delle borse di studio, che rappresentano un contributo allo studio e non un prestito al diritto allo studio.

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