Perché gli interessi sul conto deposito non salgono nonostante l’aumento dei tassi Bce?

Claudia Cervi

26 Febbraio 2023 - 06:45

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I tassi d’interesse sui conti deposito non riescono a tenere il passo con l’inflazione, nonostante l’aumento dei tassi da parte della Bce. Perché succede e quali sono le alternative?

Perché gli interessi sul conto deposito non salgono nonostante l’aumento dei tassi Bce?

L’aumento del tasso di interesse della Banca Centrale Europea (Bce) è stato accolto positivamente da molti investitori, tuttavia gli interessi sui conti deposito sono rimasti sorprendentemente bassi. Nonostante i tassi ufficiali siano passati dallo zero al 3% (con un tasso sui depositi al 2,5%) a partire da luglio 2022, gli interessi sui conti deposito hanno visto solo un aumento minimo. Anzi, gli interessi sui conti correnti si sono mossi a malapena, nonostante il rialzo dei tassi si sia subito tradotto in un aumento del costo di prestiti, finanziamenti e mutui.

Secondo le previsioni della Bce, entro la fine dell’estate i tassi potrebbero raggiungere un picco al 3,7% al fine di contrastare l’elevata inflazione. Questo potrebbe portare ad un progressivo aumento dei tassi sui conti deposito, tuttavia, per il momento la situazione resta sfavorevole per i correntisti. Infatti, la Banca d’Italia ha esplicitamente invitato le banche a rivedere le condizioni dei conti correnti a favore dei clienti, visto che gli interessi attuali sono ancora troppo bassi.

In questo articolo spieghiamo perché i tassi di interesse sui conti deposito sono rimasti bassi nonostante il rialzo della Bce e quali sono le alternative per proteggere i propri risparmi e ottenere maggiori rendimenti.

Relazione tra tassi Bce e tassi d’interesse sui conti deposito

Quando si depositano soldi in banca, si permette alla banca di prestare quei soldi ad altri e di guadagnare interessi attivi. Secondo l’ultimo report dell’Associazione Bancaria Italiana (Abi), il tasso medio praticato sui depositi (compresi conti correnti, depositi a risparmio e certificati di deposito) è stato dello 0,46% a dicembre, in aumento rispetto allo 0,42% del mese precedente.

Più elevati, ma non di molto, i tassi sui conti deposito (vincolati e non): il loro rendimento medio si aggira attorno al 2% lordo, gravato da una tassazione al 26%. Si tratta di una soluzione adatta per chi vuole investire il proprio denaro in modo sicuro e a basso rischio, ma certamente non tutela i risparmi dall’inflazione.

Sul conto correnteclassico, i tassi offerti dalle banche ai loro clienti sono ancora più bassi, con un tasso medio dello 0,15%. Questo significa che la banca guadagna molto di più sui depositi dei clienti rispetto a quanto paga loro in interessi, poiché la Banca Centrale Europea (Bce) offre alle banche un tasso del 2,5% per la liquidità depositata presso di essa.

Pertanto, sebbene depositare denaro in banca possa essere un’opzione sicura, i rendimenti sono generalmente piuttosto bassi e potrebbe essere opportuno cercare alternative per ottenere maggiori guadagni sui propri investimenti.

Perché i tassi di interesse sui conti deposito sono rimasti bassi nonostante il rialzo della Bce?

L’anno 2020 è stato segnato dalla pandemia di Covid-19, che ha portato molti Paesi a chiudere le proprie economie per ridurre la diffusione del virus. Questo ha avuto un impatto significativo sui consumi e sulle attività economiche, causando una diminuzione della domanda di prestiti da parte delle imprese e delle famiglie che hanno accumulato risorse in gran parte «forzate» o involontarie a causa delle restrizioni. Tuttavia, questo ha generato un eccesso di liquidità nel sistema, che ha reso superfluo per le banche cercare finanziamenti esterni.

L’offerta di moneta è un’altra variabile che ha influenzato i tassi di interesse sui conti deposito. Le politiche di allentamento quantitativo adottate dalle banche centrali hanno aumentato l’offerta di moneta nel sistema, il che ha contribuito ad aumentare il tasso di risparmio. Infatti, quando l’offerta di moneta aumenta, la domanda di beni e servizi rimane invariata o diminuisce, mentre aumenta la quantità di moneta che le persone detengono in conti correnti o depositi.

Questi due fattori hanno portato a un’eccessiva liquidità nel sistema e alla mancanza di bisogno di finanziamenti esterni da parte delle banche, che di conseguenza non hanno aumentato i tassi sui conti deposito per attirare i depositanti.

Come la politica monetaria della Bce influenza i tassi sui conti di deposito

Negli ultimi anni, la Bce ha adottato politiche di allentamento quantitativo, tra cui operazioni di rifinanziamento a lungo termine (Tltro) a tassi di interesse molto bassi. Questo ha permesso alle banche di finanziarsi a costi molto bassi e di mantenere bassi i tassi sui conti deposito. Tuttavia, con la normalizzazione della politica monetaria della Bce, le operazioni di Tltro stanno diventando meno convenienti, e potrebbero presto costringere le banche a trovare altre fonti di finanziamento. Ciò potrebbe portare ad un aumento graduale dei tassi sui conti deposito, al fine di attirare i depositanti. Tassi più alti dovrebbero, in teoria, incoraggiare meno spesa e più risparmio al fine di frenare l’inflazione più elevata. Tuttavia, il processo potrebbe richiedere tempo, poiché i tassi sui conti deposito dovrebbero aumentare gradualmente.

Alternative ai conti deposito per proteggere i risparmi dall’inflazione

Cercare alternative ai conti deposito ma con lo stesso livello di sicurezza di restituzione del capitale, può essere una scelta saggia, specialmente quando i tassi di interesse sono bassi come oggi e l’inflazione è ancora molto alta. Ma non è una ricerca facile.

Una delle opzioni è data dalle obbligazioni indicizzate all’inflazione, che offrono un tasso di interesse fisso e sono legate all’andamento dell’inflazione, consentendo agli investitori di ottenere un rendimento reale positivo.

Investire in azioni può comportare un rischio maggiore rispetto alle obbligazioni, ma storicamente hanno offerto un rendimento reale superiore all’inflazione nel lungo termine. Gli investitori dovrebbero scegliere società solide e ben gestite, con una storia di dividendi stabili e crescenti, al fine di ridurre il rischio.

Investire in oro e altre materie prime può essere un’alternativa per chi cerca un investimento rifugio, poiché il loro prezzo tende ad aumentare quando l’inflazione accelera. Tuttavia, questi investimenti comportano un rischio di volatilità e fluttuazioni del prezzo a breve termine.

Infine, investire in fondi comuni di investimento o ETF che replicano l’andamento di indici azionari o obbligazionari diversificati può offrire un’ampia esposizione a una vasta gamma di titoli, riducendo il rischio di un singolo titolo o settore. Tuttavia, anche questi investimenti comportano un certo grado di rischio e gli investitori dovrebbero fare attenzione a scegliere fondi gestiti in modo professionale e con una buona reputazione. In ogni caso, è importante considerare le proprie esigenze e il proprio profilo di rischio prima di decidere quale alternativa scegliere.

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