Pensione con 41 anni di contributi: ecco quali sono le ipotesi possibili

Antonio Cosenza

29 Settembre 2019 - 11:31

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Con 41 anni di contributi ci sono diverse soluzioni per anticipare l’accesso alla pensione: vediamo quali sono.

Pensione con 41 anni di contributi: ecco quali sono le ipotesi possibili

Per andare in pensione bisogna aver maturato un certo numero di anni di contributi variabile a seconda della misura a cui si ricorre. Il minimo è 5 anni - per la pensione di vecchiaia contributiva a 71 anni di età - mentre poi si sale a 15 anni (nel caso dell’Opzione Dini o delle Deroghe Amato) o a 20 anni per la pensione di vecchiaia a 67 anni.

Più il numero di contributi è elevato e maggiore è la possibilità di anticipare l’uscita dal mercato del lavoro, come succede a coloro che hanno maturato almeno 41 anni di contribuzione. Per questi lavoratori, infatti, ci sono diverse opportunità per anticipare l’accesso alla pensione indipendentemente dall’età anagrafica.

La più importante è quella offerta dalla misura che appositamente viene chiamata Quota 41, con la quale si può andare in pensione quando vengono raggiunti i 41 anni esatti di contributi. Vediamo nel dettaglio come funziona e quali sono le altre misure con cui chi ha maturato i 41 anni di contribuzione può anticipare l’accesso alla pensione.

Pensione con 41 anni di contributi: Quota 41

In questi ultimi mesi si è parlato molto di Quota 41: tra le tante novità sulle pensioni annunciate dal Governo M5S-Lega, infatti, c’era anche quella che proponeva l’estensione di questa misura per tutte le categorie di lavoratori.

Ebbene sì, perché ad oggi non tutti possono accedere a Quota 41 al raggiungimento dei 41 anni di contribuzione (per questa misura non è richiesto alcun limite di età). La misura è riservata infatti ai soli lavoratori precoci, ossia a coloro che hanno iniziato a lavorare da molto giovani.

Nel dettaglio, per essere riconosciuti come lavoratori precoci è necessario aver maturato almeno 12 mesi di contribuzione prima del compimento dei 19 anni di età. Inoltre, non è sufficiente far parte della categoria dei precoci: nel contempo il lavoratore deve trovarsi anche in una delle tante condizioni che lo Stato riconosce come meritevoli di una maggior tutela. Nel caso di Quota 41, si tratta di persone:

  • in stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale, e che abbiano concluso integralmente la prestazione per la disoccupazione loro spettante da almeno tre mesi;
  • che assistono, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità. I cosiddetti caregiver;
  • che abbiano capacità lavorativa ridotta, accertata come invalidità civile, superiore o uguale al 74 per cento;
  • lavoratori dipendenti che svolgono da almeno sei anni all’interno degli ultimi sette attività lavorative usuranti e gravose;
  • lavoratori dipendenti addetti alle attività usuranti o ai lavoratori notturni con almeno 64 notti lavorate l’anno.

Ricapitolando, per andare in pensione con Quota 41 indipendentemente dall’età anagrafica bisogna aver raggiunto i 41 anni di contribuzione - di cui 1 anno deve far riferimento ai primi 18 anni di vita - e far parte di una delle suddette categorie.

Altre opzioni per andare in pensione con 41 anni di contributi

Avere 41 anni di contributi non è sufficiente per accedere alla pensione anticipata, ma comunque si è vicini all’obiettivo. Alle lavoratrici, infatti, basta lavorare ancora qualche mese per andare in pensione, visto che per loro il diritto alla pensione anticipata viene raggiunto a 41 anni e 10 mesi di contribuzione.

Il traguardo è ancora lontano per i lavoratori: per gli uomini, infatti, la pensione anticipata si raggiunge con 42 anni e 10 mesi di contributi.

Chi ha maturato 41 anni di contributi, però, può comunque accedere a Quota 100 (dove sono sufficienti 38 anni), ma solo al compimento dei 62 anni.

Ricordiamo, infatti, che nonostante questa misura stabilisca che si possa andare in pensione una volta che la somma tra contributi ed età anagrafica dà come risultato 100, è comunque previsto un limite di età pari appunto a 62 anni.

Infine, sempre le lavoratrici, con 41 anni di contributi e un’età anagrafica pari a 58 anni (per le subordinate) oppure a 59 anni (per le lavoratrici autonome) possono accedere ad Opzione Donna (per la quale bastano anche 35 anni di contribuzione) così da anticipare di diversi anni l’accesso alla pensione.

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