Ufficializzati i risultati delle elezioni del 4 marzo: vediamo chi sono le new entry, chi ha mantenuto il proprio seggio e chi invece non ce l’ha fatta.
Come già annunciato alla vigilia del voto, i tempi per conoscere i risultati definitivi delle elezioni del 4 marzo si stanno rivelando essere piuttosto lunghi vista la complessità del nuovo sistema elettorale.
Nonostanti questi ritardi, sono già tanti i verdetti in merito ai candidati che si sono presentati in questa tornata elettorale. Vediamo allora chi tra gli esponenti più in vista è riuscito ad assicurarsi uno scranno in Parlamento e chi, al contrario, è rimasto fuori.
Il nuovo Parlamento
Il Rosatellum che ha fatto il suo esordio domenica 4 marzo, ma che tutti già vogliono cambiare, prevede che deputati e senatori possano essere eletti tramite collegi uninominali oppure nei listini proporzionali bloccati.
Possibile però che un candidato possa presentarsi, oltre che in un collegio uninominale, anche in altri listini proporzionali. Una sorta di paracadute questo che, come vedremo, ha in qualche modo salvato molti big della nostra politica.
Chi in pratica ha perso lo scontro nel proprio collegio, dove veniva eletto il candidato che prendeva più voti, poteva poi essere “ripescato” nei listini proporzionali a patto che la propria lista avesse superato la soglia di sbarramento del 3%.
Visti i flop di Liberi e Uguali e di tutte le liste di Centrodestra e Centrosinistra create ad hoc per sostenere i partiti tradizionali, molti esponenti in vista rimarranno a casa nella prossima legislatura.
I bocciati di queste elezioni
I paracaduti dei listini proporzionali hanno salvato molti big della nostra politica. Altri invece non ce l’hanno comunque fatta visto i pessimi risultati fatti registrare dalla propria lista. Il caso più eclatante è quello di Liberi e Uguali che, sebbene abbia superato di un soffio la soglia di sbarramento, porterà in Parlamento molti meno deputati e senatori del previsto.
Fuori quindi Massimo D’Alema e Pippo Civati, che oltre ad aver perso nel proprio collegio non sono riusciti a entrare nel complicato meccanismo di assegnazione del proporzionale. Non ce l’ha fatta anche la passionaria del Referendum Anna Falcone e la giornalista Francesca Barra che si è presentato però con il PD.
I pochi voti raccolti dalla lista Noi con l’Italia hanno determinato l’esclusione dell’ex governatore della Lombardia Roberto Formigoni, con un destino simile che è toccato anche al segretario dei Verdi Angelo Bonelli. Fa rumore anche l’esclusione di Claudio Lotito, a cui non è bastato il secondo posto nel listino di Forza Italia in Campania per essere eletto.
Nel Movimento 5 Stelle fuori l’ex Iena Dino Giarrusso. Non ce l’hanno fatta neanche alcuni “ministri ombra” del possibile governo pentastellato come Domenico Fioravanti e Alberto Bonisoli.
Non essendo riusciti a raggiungere la soglia di sbarramento fuori anche Potere al Popolo e CasaPound, così come molti centristi di Noi con l’Italia che sono riusciti a eleggere soltanto una manciata di parlamentari grazie all’uninominale.
Le new entry
Non ci sono molti volti nuovi tra i nuovi eletti in Parlamento. Nel Centrodestra ci saranno l’ex amministratore delegato del Milan Adriano Galliani, l’atleta paralimpica e conduttrice Giusy Versace e il giornalista Giorgio Mulé.
Tra le fila del Partito Democratico sono stati eletti l’avvocatessa Lucia Annibali, sconfitta nel collegio uninominale ma poi salvata dal listino proporzionale così come il medico Paolo Siani, assieme al giornalista Tommaso Cerno.
Nel Movimento 5 Stelle ha vinto nel suo collegio il possibile ministro Lorenzo Fioramonti, mentre il proporzionale ha salvato Gianluigi Paragone e Gregorio De Falco che così approderanno in Senato. Un altro presidente di calcio eletto è quello del Potenza Salvatore Caiata, che però rientra tra gli impresentabili dei pentastellati.
Non sono dei volti nuovi ma rientrano in Parlamento dopo un periodo di assenza Emma Bonino, che ha vinto nel suo collegio a Roma così come il leader radicale Riccardo Magi (per lui sarà un esordio), assieme a Vittorio Sgarbi che invece si è dovuto affidare al listino proporzionale.
I soliti noti
Come detto saranno poche le novità nel prossimo Parlamento. Il Movimento 5 Stelle in pratica ha confermato quasi in blocco i deputati e senatori della scorsa legislatura, con l’unica assenza voluta che è quella di Alessandro Di Battista.
Nel Centrodestra orfano di Silvio Berlusconi rimane in sella il Senatur Umberto Bossi assieme ai vari Renato Brunetta, Michela Brambilla, Maria Stella Gelmini, Mara Carfagna, Gianfranco Rotondi e Renata Polverini.
Molti dei pezzi da novanta del Partito Democratico invece saranno in Parlamento soltanto grazie al proporzionale. I ministri Andrea Orlando, Dario Franceschini, Maurizio Martina, Valeria Fedeli e Marco Minniti, sono tutti stati salvati dal paracadute dei listini.
Destino analogo anche per Emanuele Fiano, Piero Fassino e Lorenzo Guerini, mentre Pier Ferdinando Casino e Beatrice Lorenzin hanno vinto nei propri collegi. Tra le fila di Liberi e Uguali invece ritroveremo Laura Boldrini, Pier Luigi Bersani, Guglielmo Epifani e Nicola Fratoianni.
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