Intesa SanPaolo da record, tutto su utili, guidance e dividendi con maxi regalo Messina. Tassi BCE più bassi, cosa è successo

Laura Naka Antonelli

06/05/2025

Intesa SanPaolo dà il via alla stagione delle trimestrali delle banche italiane. Tutti i numeri sugli utili, e gli annunci su guidance e dividendi.

Intesa SanPaolo da record, tutto su utili, guidance e dividendi con maxi regalo Messina. Tassi BCE più bassi, cosa è successo

È stata Intesa SanPaolo, la banca fresca della riconferma di Carlo Messina alla carica di amministratore delegato, a dare il via alla stagione delle trimestrali delle banche italiane.

Oggi, martedì 6 maggio 2025, l’istituto di credito ha fatto il grande annuncio sui propri conti, comunicando al mercato di avere concluso il primo trimestre del 2025 con un utile netto pari a € 2,615 miliardi, in crescita del 13,6% su base annua, rispetto ai 2,301 miliardi del primo trimestre dello scorso anno, e meglio dei 2,43 miliardi attesi dagli analisti interpellati da Bloomberg.

Intesa SanPaolo da record, utile netto in rialzo a 2,6 MLD: “miglior trimestre di sempre”

Il numero presentato è stato anche da record, come si legge nel comunicato diramato dalla banca.

“Nel primo trimestre 2025 Intesa Sanpaolo ha registrato il miglior risultato netto trimestrale di sempre, €2,6 miliardi, che corrisponde a un ROE annualizzato pari al 20%. Questo inizio d’anno eccellente consente di confermare le previsioni di un utile netto per il 2025 a ben oltre €9 miliardi”.

L’utile netto è salito anche rispetto al quarto trimestre del 2024, quando si era attestato a 1,499 miliardi.

Un inizio d’anno dunque brillante per ISP, che può vantare, come ha messo in evidenza la stessa banca, “ una redditività ai vertici di settore ”.

Quegli utili da €2,6 miliardi consentono di fatto al CEO Messina di sbandierare “il miglior trimestre di sempre”, sulla scia di “commissioni in crescita del 7% (+11% dalle attività di Wealth Management&Protection)” e del “miglior risultato di sempre dell’Attività assicurativa”.

Occhio al trend delle azioni Intesa SanPaolo e alle previsioni che sono state stilate dagli analisti, sia sugli utili e sulle altre principali voci di bilancio che saranno annunciati dalla banca anche nel 2026 e nel 2027, che sulla stessa performance del titolo.

Ricavi sostenuti da crescita commissioni nette (+7%), giù la voce di bilancio legata a tassi BCE

I ricavi complessivi di Intesa SanPaolo si sono attestati a € 6,792 miliardi, in lieve rialzo rispetto ai € 6,668 miliardi del quarto trimestre del 2024, con una crescita su base trimestrale pari a +1,9%, e ai 6,7 miliardi previsti dal consensus degli analisti.

Su base annua, ovvero rispetto ai 6,756 miliardi del primo trimestre del 2024, il trend dei ricavi (intesi come proventi operativi netti) è stato di un aumento pari ad appena +0,5%.

La banca ha messo in evidenza nel comunicato con cui ha reso nota la propria trimestrale che il trend dei ricavi è stato blindato dalla crescita delle commissioni nette pari a +7% su base annua, e dal risultato dell’attività assicurativa, pari a un aumento dell’1,5%.

Citata inoltre la “forte crescita del risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value, a fronte del calo degli interessi netti ”.

Il trend dell’NII o anche degli interessi netti si è confermato la voce stonata del bilancio di Intesa SanPaolo, come era prevedibile, visti i continui tagli dei tassi di interesse che la BCE continua ad annunciare.

Di fatto, il margine netto di interesse (NET Interest Income - NII) del gruppo, voce di bilancio direttamente legata al trend dei tassi di interesse deciso dalla BCE, è stato pari a 3,632 miliardi di euro, in flessione del 4,4% rispetto ai 3,801 miliardi del quarto trimestre 2024 e in calo dell’8% rispetto ai 3,947 miliardi del primo trimestre 2024.

La voce di bilancio più legata alle decisioni di politica monetaria prese dalla Banca centrale europea ha accusato dunque il colpo dei tassi più bassi, come era inevitabile che fosse, sulla scia di ben sette tagli ai tassi che sono stati annunciati dall’Eurotower in poco meno di un anno. Tagli, tuttavia, che non si sa ancora bene fino a che punto andranno avanti.

Il trend delle commissioni su base annua e trimestrale: quali scendono, quali salgono

Solida invece su base annua la crescita delle commissioni nette di Intesa SanPaolo che, a 2,435 miliardi di euro nei primi tre mesi del 2025, sono aumentate per l’appunto del 7% su base annua, rispetto ai 2,276 miliardi del primo trimestre 2024.

Su base trimestrale, il trend delle commissioni è stato di un rialzo dello 0,8% rispetto ai 2,416 miliardi del quarto trimestre 2024.

In dettaglio, andando a esaminare la performance delle commissioni su base trimestrale, Intesa SanPaolo ha annunciato un calo del 7,8% per le commissioni da attività bancaria commerciale e un aumento dell’8,3% per le commissioni da attività di gestione, intermediazione e consulenza (risparmio gestito, prodotti assicurativi, collocamento titoli,...), nel cui ambito è stata segnalata la seguente performance:

  • Un aumento del 58,7% per la componente relativa a intermediazione e collocamento di titoli.
  • Un rialzo dell’1,5% per quella relativa ai prodotti assicurativi.
  • Un calo dello 0,4% per quella relativa al risparmio gestito (commissioni di performance pari a 9 milioni di euro nel primo trimestre 2025 e a 44 milioni nel quarto trimestre 2024).

Il trend su base annua delle commissioni in rialzo +7% ha segnalato invece una flessione del 3,3% delle commissioni da attività bancaria commerciale e a una crescita dell’11,2% delle commissioni da attività di gestione, intermediazione e consulenza, nel cui ambito è stato riportato, per la precisione:

  • Un aumento del 23,1% per la componente relativa a intermediazione e collocamento di titoli.
  • Un rialzo del 3,8% per la componente relativa al risparmio gestito (con commissioni di performance pari a 10 milioni nel primo trimestre 2024).
  • Una crescita del 6,7% per la componente relativa ai prodotti assicurativi.

Dividendi, Intesa SanPaolo mostra dividend yield tra i più elevati in Europa. La guidance

Per quanto riguarda i dividendi, Intesa SanPaolo ha parlato nella trimestrale appena resa nota di un “ significativo ritorno cash per gli azionisti ”, facendo riferimento agli 1,8 miliardi di euro di dividendi che sono stati maturati nel trimestre, “che si aggiungono al saldo dividendi 2024 di 3 miliardi di euro da pagare a maggio 2025 e al buyback pari a 2 miliardi di euro da avviare a giugno 2025”.

La banca gestita da Messina ha ricordato di offrire “uno dei dividend yield più elevati nel settore bancario europeo”, aggiungendo che “ quest’anno restituirà agli azionisti almeno €8,2 miliardi, considerando anche il buyback di €2 miliardi da lanciare a giugno”. E potrebbe non essere finita qui, in quanto “ulteriori distribuzioni di capitale saranno quantificate a fine esercizio”.

Così lo stesso CEO Carlo Messina, nel commentare la trimestrale appena annunciata:

“Per il 2025, ci attendiamo un utile netto di ben oltre i 9 miliardi di euro, grazie al forte potenziale di crescita organica della Banca. Con una delle remunerazioni per gli azionisti più elevate nel panorama bancario europeo, quest’anno restituiremo almeno 8,2 miliardi di euro agli azionisti, considerando il saldo dividendo di maggio, il buyback di giugno e il prevedibile interim dividend di novembre. Ulteriori distribuzioni di capitale saranno quantificate a fine esercizio In termini di valore di Borsa, ci posizioniamo tra i primi gruppi europei, con concorrenti che hanno dimensioni di bilancio ben superiori”.

Tra i numeri record che sono stati testati da Intesa SanPaolo, Messina ha messo in evidenza “il miglior risultato di sempre in termini di efficienza operativa, con un cost/income ratio al 38,0%”, facendo notare la solidità del capitale della banca e, di conseguenza, la sua capacità di continuare a fare la gioia degli azionisti attraverso la distribuzione dei dividendi:

“La generazione di capitale rimane robusta: il CET1 ratio è pari al 13,3%. Nel trimestre, abbiamo incrementato il CET1 ratio di circa 45 punti base, confermando la capacità della Banca di generare capitale in modo solido e costante. L’eccesso di capitale ci mette nelle condizioni di dare corso a distribuzioni significative a favore degli azionisti”.

Il gruppo guidato dal CEO Carlo Messina ha confermato inoltre, come detto sopra, la guidance, facendo riferimento a come i risultati di bilancio appena resi noti abbiano evidenziato “la capacità di Intesa SanPaolo di generare una solida redditività sostenibile”, e reiterando così la previsione di un utile netto per il 2025 a un valore “ben oltre i 9 miliardi di euro.

Guardando alle altre principali voci di bilancio di Intesa SanPaolo:

  • I cost/Income ratio si è attestato al 38,0%, il più basso di sempre e ai vertici in Europa.
  • I costi operativi sono scesi nel primo trimestre del 28,1% su base trimestrale, segnando un calo dello 0,5% su base annua, a 2,578 miliardi di euro.
  • Il risultato della gestione operativa è scattato su base trimestrale del 36,6%, avanzando su base annua dell’1,2%, a 4,214 miliardi di euro.
  • Ancora, la banca guidata dal CEO Messina ha menzionato la sua “elevata efficienza, con un cost/income al 38%, tra i migliori nell’ambito delle maggiori banche europee ”.
  • Un costo del rischio annualizzato a 21 centesimi di punto, con un ammontare di overlay pari a 0,9 miliardi di euro.

Sul fronte della qualità del credito, nel bilancio di Intesa SanPaolo si legge che alla fine di marzo del 2025, l’incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi è stata pari all’1,2% al netto delle rettifiche di valore e al 2,3% al lordo e che, considerando la metodologia adottata dall’EBA, l’incidenza dei crediti deteriorati è pari all’1% al netto delle rettifiche di valore e al 2% al lordo.

Occhio inoltre all’esposizione verso la Russia, che la banca ha definito in “ulteriore riduzione, diminuita di circa il 90% (circa 3,3 miliardi di euro) rispetto a fine giugno 2022 e scesa sotto lo 0,1% dei crediti a clientela complessivi del Gruppo”, con i “crediti a clientela della controllata russa vicini allo zero, crediti a clientela cross-border verso la Russia in larga parte in bonis e classificati a Stage 2”.

Il Common Equity Tier 1 Ratio è stato pari al 13,3%, includendo l’impatto negativo di Basilea 4 e deducendo dal capitale i dividendi maturati nel primo trimestre del 2025 e il buyback che sarà lanciato il prossimo mese di giugno. (Attenzione a tal proposito alla classifica delle banche italiane in base al parametro CET1).

La patrimonializzazione è stata definita “estremamente solida, con un Fully phased-in CET1 ratio a 13,3%, in crescita di 45pb nel 1° trimestre 2025”.

Intesa SanPaolo si è definita inoltre anche “ Banca Zero-NPL, con un NPL ratio netto all’1,0%, ai minimi storici ”.

Occhio alle precedenti indicazioni che erano state già date da Intesa SanPaolo in occasione della presentazione dell’ultima trimestrale.

Novità Isybank e Fideuram Direct

Sul fiore all’occhiello di Intesa SanPaolo, ovvero a Isybank, ergo banca digitale del Gruppo, Intesa SanPaolo ha tenuto a precisare la presenza di un modello di business di cost/income inferiore al 30% e un milione di nuovi clienti circa entro il 2025 - con un apporto aggiuntivo di circa 200 milioni di euro al risultato corrente lordo entro il 2025 - non previsti nel Piano di Impresa, annunciando che sono stati circa 700.000 i conti già aperti da nuovi clienti e che sono ammontati a circa 350.000 i clienti di Intesa Sanpaolo trasferiti.

Focus anche su Fideuram Direct, la piattaforma di Wealth Management digitale per il Private Banking di Intesa SanPaolo, che si è messa in luce con circa 78.000 clienti e 3 miliardi di euro di attività finanziarie della clientela al 31 marzo 2025, e che ha avviato anche una collaborazione con BlackRock per l’estensione della piattaforma ai clienti europei Private e Affluent iniziando con Belgio e Lussemburgo.

Intesa SanPaolo è stata la prima tra le grandi banche quotate Ftse Mib di Piazza Affari ad alzare il velo sui conti. Occhio al calendario delle trimestrali e alle previsioni degli analisti sui conti degli altri istituti di credito, in particolare a quelli che sono impegnati nelle principali partite di risiko bancario aperte alla borsa di Milano, dunque ai numeri, attesi con trepidazione, di alcune BIG come MPS-Monte dei Paschi di Siena, Banco BPM e UniCredit.

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