Giorgetti, nuova crociata contro le banche? Nel mirino i dividendi

Laura Naka Antonelli

11/07/2025

La (nuova) strigliata di Giorgetti alle banche. Le italiane erogano troppi dividendi a danno del credito? La risposta di Intesa SanPaolo.

Giorgetti, nuova crociata contro le banche? Nel mirino i dividendi

Un tempo, neanche tanto lontano, nel mirino erano finiti i cosiddetti extraprofitti (non pervenuti in nessun dizionario finanziario) delle banche italiane. Ora, a quanto pare, a irritare il governo Meloni, nello specifico il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, sono i dividendi che gli istituti di credito erogano ai loro azionisti.

Il motivo? I dividendi e le varie operazioni di buyback varate dalle banche italiane, ha spiegato oggi, venerdì 11 luglio 2025 il titolare del Tesoro, strappano soldi al credito, la ragion d’essere secondo Giorgetti del settore bancario italiano.

Le banche facciano insomma le banche, è stato l’appello di Giorgetti, eroghino linfa vitale alle aziende e alle famiglie, eroghino insomma il credito.

Giorgetti all’assemblea dell’ABI: preoccupato per segnali di contrazione del credito

La tirata d’orecchie alle banche, in particolare alla distribuzione dei dividendi ai soci, è arrivata dopo che il ministro Giancarlo Giorgetti ha fatto notare la presenza di segnali preoccupanti che indicano un rallentamento del credito:

Seguiamo con attenzione e preoccupazione i segnali di contrazione appunto del credito alle imprese”, ha ammonito il numero uno di Via XX settembre, nel corso del suo intervento all’assemblea dell’ABI (Associazione bancaria italiana), facendo notare che, “secondo rilevazioni presso gli operatori, tale andamento dipenderebbe principalmente da una contrazione della domanda, ascrivibile alla generale situazione di incertezza che contiene gli investimenti e alle significative riserve di liquidità disponibili ”.

Allo stesso tempo, ha continuato Giorgetti, “ non escluderei a priori che queste criticità ci siano anche dal lato dell’offerta di credito, specie per le imprese più piccole, che possono essere considerate meno trasparenti e percepite come più rischiose se le banche sono troppo distanti dai territori in cui queste imprese operano. Ciò ci ricorda l’importanza di preservare la biodiversità del sistema bancario, che non credo potrà mai essere soppiantata - quanto a valore aggiunto e funzione sociale - dalla finanza decentralizzata o dall’utilizzo di strumenti di intelligenza artificiale ”.

Il ministro Giorgetti ha lanciato in ogni caso una stoccata al settore bancario italiano, ricordando che “il rafforzamento delle banche italiane negli ultimi 15 anni non si è sempre tradotto in condizioni favorevoli del credito, ma al contrario nella contrazione dell’erogazione alle imprese”.

Eppure, in particolare “negli ultimi 10 anni si è assistito a un progressivo e deciso rafforzamento del settore bancario italiano, reso possibile per una parte dall’azione sinergica di un percorso di interventi legislativi e dal sostegno pubblico”.

Ma il credito? Giorgetti ha ricordato che “ l’economia non cresce grazie al risparmio in sé, ma per come e quanto viene raccolto e poi prestato e investito cosi da elevare il beneficio per l’intera economia italiana ”.

Nel mirino sono finiti così i dividendi e le operazioni di buyback, ovvero di riacquisti di azioni, con cui le banche premiano i loro azionisti.

Dividendi e buyback, Giorgetti: banche italiane tra le più attive in Europa

Il ministro Giancarlo Giorgetti ha sottolineato che le banche italiane si confermano tra le più “attive” in Europa per quanto concerne la remunerazione a favore degli stakeholders sotto forma di dividendi e di operazioni di buyback.

Alle dirette interessate è stato così lanciato il messaggio di avviare “ un ripensamento delle politiche di distribuzione agli azionisti ”, per fare in modo che una quantità maggiore di risorse venga incanalata a favore delle imprese e delle famiglie: “È evidente come gli eccezionali rendimenti totali riconosciuti agli azionisti negli ultimi due anni sono stati possibili anche grazie alle garanzie pubbliche prestate in occasione del Covid”, ha sottolineato ancora Giorgetti, aggiungendo che “ diviene allora lecito domandarsi se non si sia di fronte a un eccesso di finanziarizzazione e se non sarebbe stato - e sia tuttora - meglio, non solo per la collettività ma anche per gli azionisti, reinvestire parte di queste risorse per rafforzare i presidi patrimoniali ed essere così in grado di fare banca al meglio ”.

La risposta di Intesa SanPaolo al monito di Giorgetti: dividendi per non finire in altre mani

Immediati i commenti di alcuni banchieri che sono stati interpellati dopo la strigliata di Giorgetti ai dividendi, evidentemente eccessivi secondo il ministro, che vengono erogati dalle banche ai loro azionisti.

In primo piano la dichiarazione del presidente di Intesa SanPaolo Gian Maria Gros-Pietro che, a margine dell’assemblea dell’ABI, ha commentato l’invito di Giorgetti alle banche a ripensare le politiche di remunerazione ai soci ricordando che “ se noi non pagassimo dividendi in linea con il mercato, (gli azionisti) venderebbero le nostre azioni e il controllo di Intesa Sanpaolo facilmente andrebbe in altre mani ”.

Di conseguenza, ha aggiunto Gros-Pietro, “per noi e per il consiglio di amministrazione di Intesa Sanpaolo è un must essere in grado di pagare dividendi che siano attrattivi per gli investitori istituzionali ”. E “quando dico dividendi intendo anche il buyback”, ha precisato il manager di Intesa SanPaolo.

Tra l’altro, “ Francoforte e la Banca d’Italia vigilano che noi abbiamo il capitale di prima qualità adeguato ai crediti che noi facciamo. E per fare questo noi dobbiamo far contenti gli azionisti ”, il 19% dei quali, ha fatto notare il banchiere, è costituito dalle fondazioni.

Di fatto, “tutti i dividendi che vanno alle fondazioni si trasformano in azioni sociali. Ma più della metà del nostro capitale è in mano a investitori istituzionali internazionalizzati che non investono denaro proprio, investono denaro che raccolgono e rispondono ai loro sottoscrittori del rendimento dei loro investimenti”.

A commentare le parole di Giorgetti anche il presidente di MPS, Nicola Maione, che ha dato una risposta lapidaria a chi gli ha chiesto di commentare le parole del titolare del Tesoro: “Io penso che le banche già lo facciano”, ha detto Maione, facendo riferimento all’appello lanciato dal ministro affinché le banche, più che distribuire dividendi e lanciare piani di buyback, tornino a fare il loro mestiere e a erogare il credito.

Vale la pena di ricordare che più volte Giancarlo Giorgetti ha vestito i panni di Robinhood, lanciando in diverse occasioni moniti alle banche italiane, colpevoli ai suoi occhi prima di avere incassato troppi profitti - i cosiddetti extraprofitti - sulla scia dei rialzi dei tassi di interesse da parte della BCE nel 2022 e nel 2023; poi, anche a fronte di una tassa sugli extraprofitti prima voluta strenuamente dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, poi annacquata del tutto - sempre e comunque colpevoli per aver guadagnato troppo, e dunque target perfetto per fare “sacrifici”.

C’è chi lo chiama tassa su extraprofitti, o contributo. Io lo chiamo sacrificio ”: così il titolare del Tesoro, nel corso per esempio della conferenza stampa con cui aveva presentato la legge di bilancio 2025, spiegando il contributo che le banche e le assicurazioni erano state chiamate a versare dal governo Meloni.

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