Inflazione core USA corre +3,1%, record da gennaio. La verità sui tassi Fed? Sale l’ansia per Jackson Hole

Laura Naka Antonelli

12 Agosto 2025 - 16:40

Dall’inflazione USA i numeri che la Fed di Jerome Powell considera cruciali per dare una direzione ai tassi. Sale l’attesa per il simposio di Jackson Hole.

Inflazione core USA corre +3,1%, record da gennaio. La verità sui tassi Fed? Sale l’ansia per Jackson Hole

Il dato relativo all’inflazione USA che Wall Street attendeva al varco è arrivato: oggi, martedì 12 agosto 2025, è stato diffuso l’indice dei prezzi al consumo, tra i market mover attenzionati di più dalla Fed di Jerome Powell per decidere quale direzione dare ai tassi USA.

Il dato CPI, relativo al mese di luglio, ha riportato un rialzo su base annua del 2,7%, rispetto al +2,8% atteso dal consensus degli economisti. Su base mensile, la crescita dell’inflazione headline è stata pari a +0,2%, come da attese e rispetto e al +0,3% di giugno.

Indicazioni positive, per chi temeva una impennata dell’inflazione headline a causa dell’effetto dei dazi di Donald Trump.

Attenzione tuttavia a quel dato che la Fed di Jerome Powell e gli stessi economisti considerano più attendibile, ovvero all’inflazione core, ovvero all’inflazione headline depurata dalle componenti più volatili rappresentate dai prezzi dei beni alimentari ed energetici, che ha segnato un balzo del 3,1%, rispetto al +3% atteso dal consensus, e al +2,9% di giugno.

Su base mensile, l’inflazione core si è confermata tuttavia in linea con le previsioni, salendo dello 0,3%.

Il trend dell'indice CPI (inflazione) core su base mensile e annua nel corso degli anni Il trend dell’indice CPI (inflazione) core su base mensile e annua nel corso degli anni Nel mese di luglio l'indice CPI core degli Stati Uniti è balzato al ritmo annuo del 3,1%, al record dal mese di gennaio. (Fonte: Zerohedge).

In attesa del simposio di Jackson Hole con alta tensione Trump VS Powell

Wall Street reagisce positivamente alla pubblicazione dei numeri che, componente core a parte, hanno presentato un trend dell’inflazione perlomeno in linea con le stime.

I numeri appena annunciati consentiranno a questo punto a Jerome Powell, attaccato continuamente dal presidente americano Donald Trump, di capire se sia il caso di far felici le colombe e di annunciare, magari per loro e in occasione della prossima riunione del FOMC (il braccio di politica monetaria della Federal Reserve) di settembre, il primo taglio dei tassi del 2025?

Le indicazioni e i commenti sono contrastanti, mentre a Wall Street si fa notare l’arrivo imminente di un altro appuntamento in calendario prima della riunione di politica monetaria di settembre: l’appuntamento del simposio di Jackson Hole che, ogni anno e in ogni mese di agosto che si rispetti, si tiene nello stato americano dello Wyoming, chiamando a raccolta gli esponenti del gotha della finanza.

Soprattutto quest’anno, l’evento vedrà tutti pendere letteralmente dalle labbra del banchiere centrale Jerome Powell, a causa in particolare della crociata contro la Fed lanciata dal presidente americano.

Il grande market mover Jackson Hole Economic Symposium prenderà il via il prossimo 21 agosto e, come hanno anticipato gli analisti di Barclays, quest’anno sarà “ particolarmente cruciale ”.

Il simposio durerà due giorni, per concludersi il prossimo 23 agosto.

Inflazione USA, cosa emerge dal market mover dell’indice CPI

Tornando all’indice CPI, dal dato di oggi è emerso che la performance dei salari reali ha confermato in realtà l’accelerazione delle pressioni inflazionistiche, salendo dello 0,4% rispetto al -0,3% di giugno (rivisto lievemente al rialzo dal -0,4% inizialmente comunicato).

In evidenza soprattutto la componente del costo delle abitazioni (shelter), che è quella che ha dato più filo da torcere alla Fed: il trend è stato di un rialzo dello 0,2% su base mensile, ma di ben il 3,7% su base annua.

I rialzi dei prezzi più importanti nel mese di luglio sono stati quelli del caffé (+2,3% su base annua rispetto al +2,2% di giugno); degli arredamenti e bedding (+0,9% vs. +0,4% del mese precedente), dei veicoli di seconda mano (+0,5% rispetto al -0,7% precedente); delle componenti e attrezzature di veicoli a motori (+0,9% VS +0,6%), delle attrezzature hardware e outdoor (+1,6% VS. +0,2%).

In calo invece i prezzi dei carburanti (-2% rispetto al +1% di giugno); degli elettrodomestici (-0,9% VS +1,9%); della frutta fresca (-1,4% rispetto al precedente rialzo +1,3%) e dei materiali di IT (Information technology, -1,4% rispetto al trend piatto precedente.

In rallentamento anche i prezzi degli articoli di abbigliamento, saliti dello 0,1%, rispetto al +0,4% di giugno.

In generale, l’effetto dei dazi imposti dall’amministrazione Trump sull’inflazione c’è stato, ma non in modo tale da allarmare i mercati, fattore che ha portato i trader a tornare a scommettere sulla possibilità che la Fed, dopo tutto, si decida a tagliare i tassi nella prossima riunione di settembre.

Taglio dei tassi a settembre e anche a ottobre? Le scommesse sui mercati aumentano

Non solo: i trader ora scommettono su un ulteriore taglio dei tassi a ottobre con una probabilità del 67% circa, rispetto al 55% di un giorno fa, stando alle rilevazioni del Fed Watch del CME Group.

Così intanto Alexandra Wilson-Elizondo, Global Co-CIO of Multi-Asset Solutions di Goldman Sachs Asset Management, ha commentato il dato relativo all’inflazione degli Stati Uniti:

Il dato del CPI di luglio è risultato in linea con le attese, con l’inflazione core al 3,1% su base annua. La Fed sta ottenendo supporto dai dati che indicano che l’effetto dei dazi sul livello dei prezzi sarà per lo più transitorio ”.

Wilson-Elizondo ha sottolineato che i numeri dimostrano che “ i dazi non hanno ancora determinato aumenti sostanziali dei prezzi , in quanto le aziende continuano a compensare le pressioni sui costi riducendo le scorte e adeguando i prezzi con cautela a causa della sensibilità dei consumatori ai prezzi”.

Nel ricordare che “l’orientamento della Fed dipende in larga misura dai dati e, dato che l’inflazione è contenuta e la debolezza del mercato del lavoro è sempre più evidente nei dati rivisti sulle buste paga, l’attenzione sarà ora posta sull’occupazione ”.

L’esperta di Goldman Sachs Asset Management ha concluso la nota, sottolinando che “in sostanza, questo dato sull’inflazione supporta la narrativa di un taglio dei tassi a scopo precauzionale a settembre, che sarà una forza trainante per i mercati”.

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