Jackson Hole: a cosa serve e cosa succede nel simposio dei banchieri centrali

Redazione

24 Agosto 2018 - 14:30

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Quest’anno non ci saranno né il Presidente BCE Mario Draghi né l’omonimo giapponese Kuroda. La scena dell’evento sarà dominata da Jerome Powell, al suo debutto. Vediamo perchè nasce e in cosa consiste questo appuntamento che chiude la stagione estiva dei mercati finanziari

Jackson Hole: a cosa serve e cosa succede nel simposio dei banchieri centrali

Oggi prende il via il simposio annuale di Jackson Hole che vede riuniti i principali banchieri centrali del globo. L’evento è in genere largamente seguito da operatori e investitori di tutto il mondo in quanto è considerato il grande market mover conclusivo della stagione estiva dei mercati finanziari.

Quello di quest’anno sarà il primo simposio di Jerome Powell, subentrato a inizio febbraio alla presidenza della Federal Reserva al posto di Janet Yellen. Con un po’ di sorpresa, invece, nell’edizione di quest’anno mancheranno all’appello il Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi e l’omonimo della Bank of Japan Haruhiko Kuroda. Vediamo più nel dettaglio cosa è e cosa rappresenta per i mercati finanziari il simposio di Jackson Hole.

Meeting di Jackson Hole, cosa succede tra le montagne del Wyoming?

In sequenza: i Governatori Kuroda, Yellen e Draghi in una foto della scorsa edizione

Il simposio di Jackson Hole è organizzato dalla Federal Reserve Bank of Kansas City nell’omonima città statunitense da cui prende il nome situata fra le montagne dello Stato americano del Wyoming.

Il primo simposio si è tenuto nel 1981 e ha visto la partecipazione di oltre 40 persone fra banchieri centrali, economisti, operatori dei mercati finanziari di tutto il mondo, accademici, rappresentanti di Governo degli Stati Uniti e alcuni media selezionati. A partire da allora il simposio si tiene ogni anno, sempre nella stessa località e sempre in corrispondenza delle ultime settimane di agosto.

L’obiettivo delle riunioni, già dalla nascita, era quello di fornire un veicolo per promuovere discussioni pubbliche e scambiare idee tramite un dibattito aperto. Oggi il simposio di Jackson Hole rimane fedele a questa visione e i partecipanti si riuniscono ancora per discutere delle questioni di politica monetaria anche tenendo conto dell’evoluzione dei contesti socio e geopolitici circostanti.

Una delle caratteristiche chiave dell’evento è che la partecipazione è limitata ad un gruppo che viene selezionato per fornire la massima trasparenza durante lo svolgimento dei lavori. Questo vale anche per gli addetti alla stampa.

I partecipanti vengono selezionati in base all’argomento sul quale si focalizzerà il meeting dell’anno, scelto dalla Federal Reserve Bank di Kansas City. Una volta selezionato l’argomento principale, circa 370 esperti scrivono ulteriori articoli su argomenti secondari e correlati. Ad oggi, 159 autori hanno presentato articoli su temi quali l’inflazione, il mercato del lavoro e il commercio internazionale.

Interessante curiosità è che tutti i partecipanti al dibattito, inclusi i membri della stampa, pagano una quota per partecipare, che verranno utilizzate per pagare le spese dell’evento.

Jackson Hole nel 2018

Quest’anno il meeting, arrivato ormai alla sua quarantesima edizione, andrà in scena dal 23 al 25 agosto, con il titolo: “Changing Market Structure and Implications for Monetary Policy”.

C’è grande attesa per il discorso del presidente della Fed Jerome Powell, subentrato a inizio febbraio alla presidenza della Federal Reserve al posto di Janet Yellen.

Nonostante buona parte degli interventi dei banchieri centrali in agenda non dovrebbe sorprendere più di tanto i mercati, molti investitori invece peseranno ogni parola per quanto riguarda il numero uno della Fed.

Quest’anno infatti la convention arriva in un momento cruciale dell’anno per l’economia statunitense: a Wall Street l’indice S&P 500 ha da pochissime sedute aggiornato un nuovo massimo storico, decretando di fatto il più grande ciclo al rialzo della storia dei mercati finanziari: ben 9 anni e 5 mesi senza ritracciamenti superiori al 20 per cento.

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