S&P Global migliora i rating dei bond di questa banca italiana e conferma il giudizio sui BTP. Ergo, queste obbligazioni sono più affidabili dei Titoli di Stato italiani.
Qualche giorno fa, nel tornare a pungolare le banche italiane, il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha lasciato intendere che l’intero settore bancario dovrebbe essere grato allo Stato italiano, per almeno due motivi: la presenza delle garanzie pubbliche statali e il premio che le obbligazioni degli istituti di credito hanno incassato per effetto dell’upgrade del rating sul debito italiano, ergo sui BTP, arrivato da Fitch Ratings.
Un upgrade che non è arrivato invece nella serata di ieri, venerdì 10 ottobre, da parte dell’altra delle tre agenzie di rating ’sorelle’ (S&P Global, Fitch Ratings e Moody’s), ovvero da S&P Global che, dopo la promozione dell’Italia annunciata in primavera, lo scorso 11 aprile, ha optato per lo status quo, decidendo di confermare il rating e l’outlook, rispettivamente pari a “BBB+” e a “stabile ”.
I due motivi per cui secondo Giorgetti le banche italiane dovrebbero essere grate allo Stato
Così il titolare del Tesoro Giorgetti, nel corso di un evento elettorale organizzato dalla Lega in Toscana, qualche giorno fa:
“Oggi, tra l’altro, molti prestiti vengono erogati semplicemente se esiste la garanzia dello Stato, cioè lo Stato deve mettere la garanzia dell’80% del prezzo che viene dato ”. Il che significa, ha continuato il ministro che, quando le banche incorrono in una perdita, comunque sono tutelate dallo Stato. “ Quando c’è la perdita se la deve prendere lo Stato ”, ha rimarcato Giorgetti.
Il ministro ha continuato, nel perorare la sua causa, e in generale quella del governo Meloni di chiedere al settore di finanziare la legge di bilancio, aggiungendo che “anche per questo, senza nessun tipo di polemica, ma dicendo cose di ragionevolezza, noi abbiamo posto il tema di un corretto rapporto tra lo Stato, le banche e il modo con cui anche loro contribuiscono alla cassa comune. Fanno parte di un sistema in cui talvolta beneficiano dei risultati del governo come il miglioramento del rating: miglioramento che vuol dire che loro pagano meno gli interessi per i capitali che si procurano”.
In poche parole, con quel discorso, il ministro dell’Economia Giorgetti ha rinfacciato alle banche italiane quei due vantaggi di cui beneficiano grazie allo Stato italiano. Uno di questi, per l’appunto, l’upgrade del rating dei BTP, premiati il 19 settembre scorso dall’agenzia di rating Fitch.
Da UniCredit nessun motivo particolare per essere grata agli upgrade sui rating dei BTP. I suoi bond valgono di più
C’è però una banca italiana che si sentirà probabilmente meno obbligata a essere grata al governo Meloni per quel premio che il debito pubblico ha incassato, quando Fitch ha promosso il giudizio sull’Italia al livello “BBB+”: un upgrade a cui ha fatto seguito la decisione sempre dell’agenzia di rating di migliorare anche i giudizi delle banche italiane.
Risultato: nel caso di UniCredit, la sua valutazione è stata migliorata di un gradino da BBB+/Positivo ad A-/Stabile, valore nella scala dei rating di Fitch già superiore di un gradino al giudizio riconosciuto ai BTP.
Idem Intesa SanPaolo], il cui rating è stato migliorato da Fitch di due gradini da BBB/Positivo ad A-/Stabile. Si nota infatti che sia le obbligazioni di UniCredit che di Intesa SanPaolo vantavano già rating migliori rispetto a quelli assegnati ai Titoli di Stato italiani.
Nel caso di UniCredit, banca italiana guidata dal CEO Andrea Orcel, a cui il governo Meloni ha messo ripetutamente i bastoni tra le ruote, facendo saltare in aria l’OPS promossa su Banco BPM - anche se proprio negli ultimi giorni il dossier del risiko UniCredit-Banco BPM è tornato sotto i riflettori con lo schiaffo UE al golden power italiano - va ricordato che Fitch aveva già portato il rating delle obbligazioni di UniCredit al rating “BBB+”. Rating migliore di un gradino rispetto a quello riconosciuto al debito sovrano italiano, ovvero ai BTP.
La mossa era stata annunciata già nel novembre del 2024, quando Fitch aveva migliorato sia l’Issuer Default Rating (IDR) a lungo termine che il rating Senior Preferred di UniCredit, portando la valutazione delle obbligazioni della banca al rating “BBB+”, migliore di un gradino rispetto a quello riconosciuto al debito sovrano italiano, ovvero ai BTP.
Che i bond di UniCredit fossero migliori dei BTP lo si era appreso da una nota precedente di Moody’s, già alla fine dunque dello scorso anno.
Anche S&P Global premia i rating dei bond di UniCredit. Più affidabili dei BTP
L’altro ieri, giovedì 9 ottobre 2025, si è aggiunta la notizia dell’upgrade dei rating che S&P Global ha riconosciuto alle obbligazioni di UniCredit.
Questo, alla vigilia dell’annuncio relativo all’aggiornamento della valutazione del rating dell’Italia arrivato per l’appunto nella serata di ieri sempre da S&P Global, con cui non è stata comunicata alcuna novità.
Praticamente, nel giro di due giorni, S&P Global ha premiato le obbligazioni di UniCredit, ma non il debito dell’Italia.
È stata la stessa banca italiana guidata dal CEO Andrea Orcel ad annunciare l’altroieri l’upgrade del rating sui suoi bond:
Così la banca guidata dal CEO Andrea Orcel:
“L’agenzia di rating Standard & Poor’s («S&P») ha oggi alzato di un notch il rating di credito dell’emittente (’ICR’) e il rating Senior Preferred di UniCredit SpA ad “A-” e ha assegnato un outlook stabile. Si tratta del secondo upgrade da parte di S&P quest’anno e il rating di UniCredit è ora di un notch al di sopra del rating sovrano italiano”.
Praticamente le obbligazioni di UniCredit vantano ora lo stesso rating a cui ambisce ormai il debito pubblico italiano, quello della categoria pari ad “A”, sebbene il rating sia preceduto dal segno meno, pari ad “A-”.
Perché S&P Global ha premiato i bond di UniCredit. Tutti i rating
Piazza Gae Aulenti ha comunicato la motivazione che l’agenzia di rating ha dato all’upgrade.
“Secondo S&P, UniCredit ha rafforzato il proprio profilo operativo e finanziario e la sua dotazione di debito subordinato, meritando un rating implicito di A, limitato ad A-, un notch al di sopra del rating sovrano ”.
I motivi addotti alla base dell’upgrade di S&P Global, sono stati così elencati dalla stessa UniCredit:
- La forte diversificazione geografica.
- La solida redditività.
- La buona qualità degli attivi.
- L’ampia liquidità.
Ancora, UniCredit ha sottolineato che il suo profilo di credito autonomo è stato aggiornato da S&P Global ad “A-”, mentre i rating di controparte a lungo e breve termine sono stati aggiornati rispettivamente ad “A” e “A-1”.
Il rating di credito dell’emittente a breve termine è stato confermato invece a “A-2”.
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