Verdetto Moody’s sul rating del debito pubblico dell’Italia in arrivo oggi. I BTP e il governo Meloni incasseranno un altro premio? Le previsioni di Vontobel Wealth Management SIM.
Conto alla rovescia per l’annuncio dell’agenzia di rating Moody’s, che chiuderà oggi, venerdì 21 novembre 2025, la stagione dei giudizi sul debito pubblico dell’Italia, comunicando la sua valutazione sul Paese.
La decisione sarà resa nota dopo la chiusura della giornata di contrattazioni di Wall Street, ovvero dopo le 22 ora italiana.
La trepidazione è alta, in quanto secondo alcuni analisti il governo Meloni potrebbe incassare una nuova promozione, dopo quelle di Fitch e di DBRS. In evidenza soprattutto l’upgrade di quest’ultima, che ha riportato il rating dell’Italia, nello specifico del debito pubblico e dunque dei Titoli di Stato italiani al livello “A”, facendo la gioia di Palazzo Chigi.
Nuovo premio per i BTP & Co. dunque in arrivo? Una pagella migliore per l’Italia firmata da Moody’s avrebbe forse conseguenze ancora più significative per la credibilità del governo Meloni. L’agenzia di rating rimane infatti quella più severa nei confronti dell’Italia, attribuendo tuttora un giudizio ai Titoli di Stato del Paese superiore di appena un gradino rispetto a quello “junk”, ovvero spazzatura. Detto questo, Moody’s ha aperto alla possibilità d una promozione, intervenendo positivamente sull’outlook sul rating.
Lo scorso venerdì 23 maggio 2025, l’agenzia - che fa parte del ’club’ delle tre grandi sorelle del rating, insieme a S&P Global e a Fitch - ha annunciato infatti, a fronte della decisione di lasciare invariato il giudizio sui BTP al livello “Baa3”, di aver rivisto al rialzo l’outlook, da “stabile” a “positivo”: una decisione che avalla la speranza del governo Meloni di incassare un’altra promozione, oltre a quelle annunciate negli ultimi due mesi.
Gianni Piazzoli, CIO di Vontobel Wealth Management SIM, ha annunciato a tal proposito i due motivi per cui Moody’s potrebbe migliorare il rating dell’Italia, sottolineando che dopo il miglioramento dell’outlook avvenuto a maggio, “riteniamo che venerdì sera Moody’s possa alzare il rating sull’Italia per due motivi”.
“Innanzitutto”, ha spiegato Piazzoli nel presentare il primo motivo che potrebbe indurre Moody’s a promuovere il rating, “ i numeri italiani sono migliori oggi rispetto a questa primavera”.
Nel ricordare la decisione dell’agenzia di alzare l’outlook sul nostro paese da “stabile” a “positivo”, Piazzoli ha fatto notare che lo scorso maggio Moody’s aveva messo in evidenza “ la resilienza dell’economia italiana ”.
Certo, nella nota con cui aveva comunicato la mossa sull’outlook, l’agenzia aveva fatto riferimento all’angoscia dell’“l’elevato debito pubblico” del Paese, ha riassunto il CIO di Vontobel Wealth Management nel suo commento e, anche, il “graduale indebolimento della c.d debt-affordability per la maggior incidenza degli interessi sul totale delle entrate ”.
Detto questo, “al centro della view più positiva di Moody’s si notava il deficit 2024 al 3,4% del PIL meglio dell’atteso 3,8% con un possibile calo del deficit ’appena’ sotto il 3% per il 2026 ”. L’agenzia aveva poi insistito “sul necessario ’backstop’ della BCE a favore dell’Italia a giustificare il livello dei tassi”.
Il secondo motivo per cui secondo Piazzoli Moody’s potrebbe promuovere l’Italia è il fatto che il governo Meloni ha indicato “indica numeri migliori rispetto a quelli stimati”, facendo notare che “l’Italia si prepara all’uscita dalla procedura di deficit eccessivo”. Così l’esperto di Vontobel:
“Sul deficit l’Italia dovrebbe arrivare al 3% già nel 2025 e scendere al 2,8% nel 2026, mentre sul debito-PIL, che Moody’s vedeva al 138,4% nel 2026, i target del governo sono per un debito a 137,5%”.
Metriche, ha fatto notare il CIO che “di per sé lasciano spazio per un giudizio più positivo da parte di Moody’s”. Tra l’altro, “a tutto ciò si aggiunge l’aspetto più significativo per l’Italia: ovvero la prospettiva di uscire dalla Procedura UE di Deficit Eccessivo (PDE) nei prossimi mesi”.
E’ insomma il rapporto deficit-PIL l’aspetto positivo dei conti pubblici dell’Italia, rimarcato più volte dal ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, che non esclude tra l’altro che il rapporto possa scendere al di sotto della soglia massima del deficit-PIL fissata dal Patto di Stabilità e crescita UE, pari al 3%, già quest’anno, ed è stato lo stesso commissario UE agli Affari economici Valdis Dombroviskis a confermare la possibilità che Roma esca dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo aperta da Bruxelles già nella primavera del 2026.
Questa prospettiva potrebbe dunque convincere Moody’s ad alzare il rating dell’Italia, secondo Piazzoli, che ha puntualizzato che “per il nostro Paese diventa rilevante il contenimento della spesa netta dalla quale si escludono gli interessi”, aggiungendo che “il grande vantaggio dell’Italia è di aver raggiunto nel 2024 l’avanzo primario, cioè il deficit prima degli interessi, che stando ai documenti del governo dovrebbe continuamente migliorare, da 0.5% in rapporto al PIL dello scorso anno a +1.5% nel 2027 (e poi +2.0% nel 2028)”.
Prospettive più che confortanti se si considera, come fa Piazzoli che, “per fare un paragone con un altro grande paese UE, la Francia che Moody’s colloca 6 gradini sopra l’Italia” e che, a dispetto di un rating tanto più alto rispetto a quello dell’Italia, Parigi presenta un avanzo primario che “ sarà ancora negativo per vari anni ”, peggiorando dal -3,2% del 2025 al -2,5% nel 2027. Tanto che il debito pubblico francese, è “atteso salire al 120% del PIL nel 2027”.
In attesa dell’annuncio di Moody’s, il direttore degli investimenti di Vontobel Wealth Management ha concluso la nota dedicata a quanto potrà essere annunciato stasera anticipando la reazione degli investitori italiani, che già ha dato prova della grande propensione a fare shopping dei Titoli di Stato di casa, grazie all’effetto positivo arrivato sia dalla fiducia dimostrata nei confronti del Paese dai mercati, confermata dal trend delllo spread BTP-Bund, che dalle promozioni fioccate dalle altre agenzie di rating:
“I detentori italiani di BTP, molteplici anche nell’ambito del Wealth Management, hanno già potuto beneficiare di un atteggiamento più costruttivo da parte del mercato e delle altre agenzie di rating sul debito pubblico italiano. Del resto il 2025 era iniziato con lo spread BTP-Bund a 115 bps, ora il divario è sceso a 73bps in queste settimane, lo stesso della Francia”.
In questa situazione, ha concluso Piazzoli, “un eventuale upgrade da parte di Moody’s non farebbe che incoraggiare gli stessi investitori privati italiani, che, stando ai dati di Bankitalia a fine agosto, risultano aver registrato il maggior aumento di esposizione ai titoli di stato italiani da inizio anno, secondi solo agli investitori esteri”.
In attesa di capire se la promozione di Moody’s tanto agognata arriverà oggi, venerdì 21 novembre 2025, gli acquisti sui BTP sul mercato secondario portano i rendimenti a scendere al 3,45%, livello che rimane inferiore a quello degli OAT francesi, confermando come, dopo essersi azzerato, lo spread Italia-Francia (a 10 anni), o anche spread BTP-OAT rimanga tuttora negativo, e che dunque per gli investitori l’Italia di Meloni è più affidabile rispetto alla Francia dell’asse Lecornu-Macron. I rendimenti dei Bund scendo anch’essi di 2 punti base al 2,69%. Lo spread BTP-Bund si posiziona dunque attorno ai 76 punti base, viaggiando tuttora ai minimi dal 2010.
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