Le nuove previsioni UE su PIL, debito, deficit Italia 2025-2026-2027

Laura Naka Antonelli

17 Novembre 2025 - 13:25

Quasi dimezzate previsioni su crescita PIL Italia 2025, ma occhio all’outlook su deficit-PIL e debito-PIL da 2025 a 2027 firmato dalla Commissione UE.

Le nuove previsioni UE su PIL, debito, deficit Italia 2025-2026-2027

Sono state appena pubblicate le nuove previsioni della Commissione UE sulla crescita del PIL e sul trend dei conti pubblici, dunque del deficit e del debito dell’Italia e, in generale, di tutta l’Unione europea e dell’area euro.

Nel caso specifico dell’Italia, si tratta di previsioni a luci e ombre.

Previsioni Commissione UE su PIL Italia per il 2025 quasi dimezzate, ma ottima notizia per deficit

Da un lato, Bruxelles ha infatti tagliato le stime sul ritmo di espansione del prodotto interno lordo dell’Italia per il 2025 in modo significativo, dal +0,7% dell’outlook che aveva pubblicato la scorsa primavera ad appena +0,4%.

La scure dell’UE si è abbattuta anche sulle stime di crescita del PIL dell’Italia per il 2026, dal +0,9% precedentemente previsto al +0,8%.

Anche per il 2027, la Commissione prevede un ritmo di espansione pari a +0,8%.

Dall’altro lato, l’ottima notizia per l’Italia nelle mani del governo Meloni è che sempre la Commissione europea ha migliorato le previsioni sui conti pubblici, per la precisione sui rapporti deficit-PIL e debito-PIL.

Bruxelles ritiene ora che il rapporto deficit-PIL dell’Italia tornerà al 3% già nel 2025, scendendo dunque alla soglia limite fissata dal Patto di Stabilità e di crescita UE: fattore che, come anticipato dal ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, potrebbe permettere all’Italia di uscire dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo con un anno in anticipo, dunque già nel 2026.

Nell’outlook precedente, le previsioni della Commissione erano state invece di un rapporto deficit-PIL dell’Italia pari quest’anno al 3,3%, dunque ancora al di sopra della soglia minima del 3% stabilita dall’UE.

La speranza che Italia esca da procedura infrazione deficit eccessivo UE nel 2026. L’outlook su debito-PIL

A confermare il raggiungimento della pietra miliare cruciale da parte dell’Italia è stato il commissario UE all’economia Valdis Dombrovskis che, nel corso della conferenza stampa dedicata alle nuove previsioni autunnali sull’economia dell’Unione europea annunciate oggi, lunedì 17 novembre 2025, ha sottolineato che l’Italia potrebbe uscire dalla procedura di infrazione decisa dall’UE nel 2024 già l’anno prossimo.

Certo, ha precisato il commissario, è fondamentale che i dati relativi all’autunno del 2025 vengano confermati dall’Eurostat, e questo sarà possibile apprenderlo soltanto nell’aprile dell’anno prossimo.

Il deficit-PIL dell’Italia è atteso poi scendere ulteriormente al 2,8% nel 2026 (rispetto al 2,9% precedentemente atteso) e al 2,6% nel 2027.

Per quanto riguarda il debito-PIL dell’Italia, le nuove stime di Bruxelles sono di un aumento al 136,4% nel 2025 (rispetto al 136,7% precedentemente atteso), di un’ulteriore crescita al 137,9% nel 2026 (inferiore al 138,2% precedentemente stimato), e di un calo al 137,2% nel 2027.

Ma altro che PIL Meloni migliore di tutti. Italia torna fanalino di coda

Le buone notizie per l’Italia di Meloni, dunque, non mancano.

Detto questo, non si può tuttavia non mettere in evidenza come il PIL dell’Italia, spesso presentato da questo governo italiano come tra i migliori nel blocco, presenterà secondo Bruxelles una crescita decisamente più anemica rispetto a quella di molti altri Paesi UE.

Anche al di là del paragone con la crescita dei PIL di altre economie a cui spesso il governo Meloni si è riferito (nel 2026 il PIL francese è atteso crescere al ritmo pari a +0,9%, rispetto al +0,8% atteso per l’Italia, mentre il PIL della Germania è previsto in espansione dell’1,2% sia per il 2026 che per il 2027, dopo due anni di contrazione e dopo un 2025 di stagnazione) la crescita del PIL dell’Italia impallidisce in generale rispetto a quella del PIL di tutta l’UE e dell’area euro che, tra l’altro, la Commissione europea ha rivisto al rialzo per il 2025 (mentre, nel caso dell’Italia, l’outlook per il 2025 è stato rivisto al ribasso).

Per il 2025, in particolare, la crescita del PIL dell’area euro è stimata ora al ritmo dell’1,3% (rispetto al +0,9% atteso la scorsa primavera) e rispetto al +0,4% del PIL dell’Italia, e al +1,2% nel 2026 (rivisto al ribasso rispetto al precedente +1,4% atteso a maggio, ma decisamente al di sopra del +0,8% atteso per l’Italia ).

Per l’intera Unione europea, le attese sono ancora più confortanti, pari a un ritmo di crescita del PIL dell’1,4% nel 2025 e nel 2026 e di un +1,5% nel 2027 (rispetto al +1,4% nel 2027 attesi per l’area euro e il +0,8% atteso per l’Italia.

Le previsioni UE per inflazione, deficit e disoccupazione euro, UE, Italia, per 2025-2026-2027

Occhio anche alle previsioni della Commissione UE, oltre che per il PIL, per il tasso di inflazione, il deficit e il tasso di disoccupazione sia in Eurozona che nell’Unione europea per tutti gli anni 2025-2026-2027.

Le previsioni della Commissione UE per il 2025-2026-2027 per l'Eurozona e l'Unione europea Le previsioni della Commissione UE per il 2025-2026-2027 per l’Eurozona e l’Unione europea Nel rapporto autunnale della Commissione europea, le previsioni sul PIL, sul tasso di inflazione, sul deficit-PIL e sul tasso di disoccupazione dell'UE e dell'area euro per gli anni 2025-2026-2027 (Fonte. Sito Commissione europea).

Per quanto riguarda il caso specifico dell’Italia, Bruxelles prevede un tasso di disoccupazione nel Paese in ribasso dal 6,5% del 2024 al 6,2% nel 2025, al 6,1% nel 2026 e al 6% nel 2027 (valori che sono tuttavia più elevati rispetto al 5,9% previsto con la pubblicazione a maggio dell’outlook di primavera).

Lato inflazione, in Italia avranno la meglio più le spinte disinflazionistiche rispetto a quelle inflazionistiche.

Il tasso di inflazione è atteso infatti all’1,7% nel 2025 (comunque in forte crescita rispetto all’1,1% dello scorso anno), e in rallentamento all’1,3% l’anno prossimo, dunque decisamente al di sotto del target della BCE pari al 2%.

L’inflazione tornerà a risalire in Italia al 2%, dunque al target su cui punta la BCE, e secondo Bruxelles, nel 2027.

Inflazione Italia, ultime indicazioni dall’Istat. E dal Codacons

Intanto, sempre nella giornata di oggi l’Istat ha confermato le stime preliminari elaborate per l’inflazione in Italia, reiterando che, nel mese di ottobre, l’inflazione ha riportato un indebolimento significativo, salendo al ritmo dell’1,2% su base annua, leggermente al di sotto del valore di fine 2024.

Così l’Istat:

“La decelerazione risente del marcato ridimensionamento del ritmo di crescita dei prezzi degli alimentari non lavorati (+1,9% da +4,8%) e del calo di quelli degli energetici regolamentati (-0,5% da +13,9% a settembre). In rallentamento la crescita su base annua dei prezzi del “carrello della spesa” (+2,1% da +3,1%) e dell’inflazione di fondo (+1,9% da +2,0%). Il tasso di inflazione acquisito a ottobre si attesta al +1,6%”.

L’Associazione dei consumatori Codacons ha commentato il dato di ottobre, facendo notare che il tasso medio di inflazione è sceso “grazie ai ribassi registrati per i beni energetici, ma per altri comparti, come alimentari e ristorazione, i prezzi ad ottobre registrano ancora sensibili rialzi, con effetti diretti sulle tasche dei consumatori”.

A dimostrarlo i calcoli dell’associazione, che ha parlato di una “maggiore spesa annua della famiglia tipo, considerando la totalità dei consumi annui degli italiani”, che è stata pari a “ +387 euro su anno, che sale a +548 euro nel caso di un nucleo con due figli”.

Certo, il fatto che l’inflazione si sia indebolita “è un dato positivo per le famiglie, ma va sottolineato che a trainare la discesa del tasso nazionale è l’andamento dei beni energetici, con quelli regolamentati che passano dal +13,9% di settembre al -0,5% di ottobre: i prezzi dell’energia elettrica sul mercato tutelato frenano infatti dal +20,5% a +0,1% e si accentua la discesa di quelli del gas sul mercato tutelato, da -4,2% a -9,8%”.

Detto questo, per l’appunto, “se la situazione migliora sul fronte delle bollette energetiche, per alcune voci i prezzi risultano ad ottobre ancora in forte salita”, visto che “ i listini di prodotti alimentari e bevande analcoliche crescono a velocità più che doppia rispetto al tasso medio di inflazione e fanno registrare un +2,5% su anno, pari ad una maggiore spesa da 232 euro annui per un nucleo con due figli”. Inoltre, ha avvertito il Codacons, le tariffe nel settore della ristorazione e dei servizi ricettivi hanno registrato “rincari in media del +3,9% rispetto ad ottobre 2024”.

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