Governo: chi al posto di Conte per salvare il patto tra Lega e Movimento 5 Stelle?

Alessandro Cipolla

22 Luglio 2019 - 11:13

Giuseppe Conte è sempre più in rotta di collisione con Matteo Salvini e la Lega in generale: per salvare la maggioranza gialloverde i 5 Stelle potrebbero sacrificare il premier, ma Palazzo Chigi poi diventerebbe un rebus.

Governo: chi al posto di Conte per salvare il patto tra Lega e Movimento 5 Stelle?

I leghisti abbaiano ma non mordono”. Parole queste del pentastellato Stefano Buffagni, ma questa volta la crisi politica all’interno del governo del cambiamento è acuta e, in settimana, potrebbero arrivare anche delle clamorose novità.

Giuseppe Conte mercoledì riferirà in Senato sul caso Russia-Savoini, con Matteo Salvini che ascolterà seduto tra i suoi e avrà poi eventualmente la possibilità di replicare alle parole del premier su questa vicenda.

Con il dossier sulle Autonomie che ha scavato un ulteriore solco tra il premier e il mondo del Carroccio, nel Consiglio dei Ministri in programma giovedì ci potrebbe essere la resa dei conti: la poltrona di Conte sembrerebbe essere più che mai in bilico, con un avvicendamento a Palazzo Chigi che potrebbe essere l’unica soluzione per salvare la maggioranza Lega-Movimento 5 Stelle.

Giuseppe Conte al capolinea?

Lo scorso 3 giugno, nel pieno dei litigi tra i due vicepremier nel post delle elezioni europee, Giuseppe Conte decise di fare un discorso alla nazione lanciando una sorta di ultimatum: “Non voglio vivacchiare, basta provocazioni o mi dimetto”.

Nonostante i rapporti tra Lega e Movimento 5 Stelle se possibile sono peggiorati da allora, così come i toni che si sono fatti sempre più accesi, il premier è ancora al suo posto riuscendo comunque a far evitare all’Italia la procedura di infrazione e cercando anche di essere determinante nella partita delle nomine UE.

Nelle ultime settimane però è avvenuta una vera e propria rottura tra Conte e Salvini. Per prima cosa c’è stata riunione al Viminale dove il leader della Lega ha ospitato le sigle sindacali per parlare della prossima legge di Bilancio, provocando così l’ira del premier che si è sentito scavalcato dalla mossa del suo ministro.

Poi c’è stata la smarcatura di Giuseppe Conte sul caso Russia-Savoini, con il Presidente del Consiglio che dopo aver invitato Matteo Salvini a riferire in Parlamento ha deciso di parlare lui stesso al Senato in merito alla vicenda.

In mezzo invece c’è stato il voto del Parlamento Europeo per la nomina di Ursula von der Leyen a capo della Commissione Europea. Conte durante il Consiglio Europeo è stato uno dei maggiori sponsor della tedesca ma, mentre il Movimento 5 Stelle ha poi votato la fiducia, la Lega si è espressa in maniera contraria.

Alla luce di questi fatti la ribellione dei governatori Fontana e Zaia sulla riforma delle Autonomie, casus belli è la chiamata regionale per i professori, appare come la classica pistola di Sarajevo che potrebbe portare all’implosione della maggioranza gialloverde.

Un nuovo premier per salvare il patto Lega-M5S?

Il sentore è che questa volta per andare avanti non basterà il reciproco via libera su alcuni provvedimenti. Anche un semplice rimpasto con la sostituzione di qualche ministro potrebbe essere insufficiente.

A cadere potrebbe essere quindi la testa più pesante, quella del Presidente del Consiglio. Una decisione questa che permetterebbe a Luigi Di Maio di rinsaldare l’alleanza carioca, dando però in mano a quel punto alla Lega il pallino del governo.

Con questa soluzione si andrebbero a evitare anche le elezioni anticipate che, in fondo, nessuno vuole in Parlamento tranne alcuni leghisti con i vari altri peones terrorizzati già soltanto all’idea del rischiare di non essere di nuovo eletti.

Stessa maggioranza ma premier diverso, anche se rimane da capire chi potrebbe eventualmente prendere il posto di Giuseppe Conte. Nella scorsa legislatura l’avvicendamento tra Enrico Letta e Matteo Renzi non fu indolore, con la faccenda che in più era tutta interna al Partito Democratico.

A questo punto il successore naturale di Conte potrebbe essere proprio Salvini, anche se quando è nata l’alleanza gialloverde fu proprio il Carroccio a mettere il veto sull’arrivo di Di Maio a Palazzo Chigi.

La strada da percorrere quindi potrebbe essere quella di un altro premier tecnico ma questa volta di area Lega. Resterebbe il fatto però che il grosso dei parlamentari della maggioranza è di fede grillina, ma con questo avvicendamento i 5 Stelle riuscirebbero a evitare le elezioni lasciando il controllo del governo a Salvini, che questa volta potrebbe scottarsi lui dal punto di vista elettorale come accaduto finora al Movimento in caso di difficoltà da parte dell’esecutivo.

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