Il tribunale si esprimerà il 28 novembre sul programma di volontariato proposto dal presidente di Stellantis, accusato di truffa ai danni dello Stato nell’inchiesta sull’eredità della nonna Marella.
L’udienza di messa alla prova per John Elkann, presidente di Stellantis e principale erede della famiglia Agnelli, è stata rinviata al 28 novembre. A deciderlo è stata oggi la giudice per le indagini preliminari di Torino, Giovanna De Maria, che dovrà esprimersi sulla proposta avanzata dai legali di Elkann per chiudere il procedimento penale legato all’eredità della nonna, Marella Caracciolo Agnelli, vedova dell’Avvocato.
La misura, che prevede dieci mesi di lavori di pubblica utilità presso i Salesiani di Torino, è stata richiesta come alternativa al processo per truffa ai danni dello Stato, una delle accuse emerse dall’inchiesta della procura torinese sulla successione di Marella Agnelli.
La Procura ha già espresso parere favorevole al programma, che dovrà ora essere validato dall’Uepe (Ufficio esecuzione penale esterna).
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Secondo il progetto depositato dai difensori, John Elkann dovrebbe prestare servizio per circa 30 ore al mese presso l’ufficio pastorale giovanile Maria Ausiliatrice e in altre strutture salesiane del capoluogo piemontese.
Il presidente di Stellantis svolgerebbe attività di tutoraggio e formazione con giovani in condizioni di vulnerabilità o a rischio di dispersione scolastica, collaborando anche alla progettazione educativa e alla formazione del personale docente. L’impegno, della durata complessiva di dieci mesi, sarebbe organizzato “in base alle esigenze lavorative e familiari” dell’imputato.
Il programma non potrà essere improvvisato: Elkann dovrà concordare con un referente salesiano un piano di intervento dettagliato e riceverà specifiche direttive sulle mansioni da svolgere. In caso di esito positivo della messa alla prova, il reato potrà essere estinto e il procedimento archiviato senza condanna.
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Le accuse e i versamenti al fisco
L’inchiesta, condotta dalla Guardia di Finanza aveva ipotizzato i reati di truffa ai danni dello Stato e dichiarazione fraudolenta mediante artifici. Le contestazioni riguardano presunte irregolarità nella residenza fiscale di Marella Caracciolo, formalmente dichiarata in Svizzera tra il 2010 e il 2019, ma che secondo gli inquirenti sarebbe rimasta a Torino.
A partire da questa discrepanza, la Procura ha ricostruito un quadro di presunte manovre fiscali volte a ridurre l’imposizione sull’immenso patrimonio di famiglia. Nel settembre scorso, per poter accedere al beneficio della messa alla prova, Elkann ha versato all’Agenzia delle Entrate 183 milioni di euro di imposte e tasse di successione non pagate sul patrimonio della nonna, stimato in oltre un miliardo di euro. Una mossa interpretata come segnale di collaborazione con le autorità fiscali e giudiziarie.
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Ferrero verso il patteggiamento, archiviazioni per gli altri
Oltre a John Elkann, erano stati indagati anche i fratelli Lapo e Ginevra Elkann, il commercialista Gianluca Ferrero (attuale presidente della Juventus) e il notaio svizzero Urs von Grüningen, che aveva redatto i testamenti di Marella Caracciolo. Le posizioni dei fratelli Elkann e del notaio sono state archiviate, mentre Ferrero ha chiesto di patteggiare un anno di pena e di pagare 73.000 euro di sanzione pecuniaria per i reati di truffa ai danni dello Stato e falso in atto pubblico. Anche su questa richiesta la giudice De Maria dovrà esprimersi entro il 28 novembre.
L’indagine penale si intreccia con il processo civile tuttora in corso a Torino, nel quale Margherita Agnelli, madre di John, Lapo e Ginevra, chiede la revoca del testamento svizzero della madre e una revisione della ripartizione delle quote della società Dicembre, la holding che garantisce agli Elkann il controllo dell’impero industriale Exor.
La decisione di fine novembre sarà quindi cruciale non solo per il futuro giudiziario di John Elkann, ma anche per le complesse vicende familiari e patrimoniali di una delle dinastie più influenti d’Italia.
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