Elezioni Usa 2020, la guida: sondaggi e regolamento della sfida Trump-Biden

Alessandro Cipolla

02/11/2020

09/03/2023 - 12:07

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Elezioni Usa 2020, la guida completa della sfida tra Donald Trump e Joe Biden: la data, gli orari, il regolamento e i sondaggi in merito al duello tra Donald Trump e Joe Biden.

Elezioni Usa 2020, la guida: sondaggi e regolamento della sfida Trump-Biden

Inizia il countdown per le elezioni Usa 2020 di martedì 3 novembre. Dopo una lunga campagna elettorale, segnata dall’emergenza coronavirus, adesso per la sfida tra Donald Trump e Joe Biden è arrivato il momento di dare parola alle urne, con 90 milioni di americani che già hanno espresso la loro preferenza grazie alla possibilità di votare in anticipo e via posta.

Ma non c’è solo il Covid a infiammare la situazione negli States: oltre alla crisi economica dovuta al virus, rimangono alte le tensioni sociali iniziate dopo l’uccisione di George Floyd e il ferimento di Jacob Blake sempre da parte della polizia.

Dopo le scintille del 2016 e l’essere finito in stato di accusa per il caso Ucraina, Trump sarà ancora una volta “uno contro tutti” con i sondaggi che da tempo sono preoccupanti per il tycoon indicato in svantaggio rispetto a Biden.

Soprattutto negli Stati chiave come Florida, Pennsylvania e Ohio, i Repubblicani sarebbero in svantaggio in quelle che in passato erano loro storiche roccaforti, con l’emergenza coronavirus che negli ultimi mesi avrebbe fatto crollare la popolarità di Donald Trump in diverse zone del Paese.

Al momento gli Usa sono il Paese al mondo più colpito dal virus, con 9,2 milioni di casi accertati e oltre 230.000 morti con la città di New York che è tristemente la più colpita.

Proprio la pandemia in corso sarà il classico convitato di pietra di queste elezioni negli Stati Uniti: visto il massiccio utilizzo del voto postale, per i risultati ufficiali c’è il rischio di dover aspettare anche dei giorni prima di capire chi avrà vinto tra Trump e Biden.

Elezioni Usa 2020: data e orari

Negli Stati Uniti la data delle elezioni è una certezza. Fin dall’Ottocento infatti negli states si vota nel primo martedì dopo il primo lunedì di novembre, a differenza della maggioranza degli altri paesi dove invece le urne si aprono nei fine settimana.

Le prossime elezioni negli Usa quindi si terranno martedì 3 novembre 2020. Il perché di questa data fissa va ricercata nella storia rurale del paese, con novembre che andava a rappresentare il periodo ideale essendo incastonato tra la fine dei raccolti autunnali e l’inizio delle nevicate.

Per quanto riguarda la scelta del martedì, anche qui leggenda vuole che venne indicato questo giorno in quanto per i cristiani la domenica era il giorno da dedicare alle celebrazioni religiose.

Alla fine quindi si giunse al compromesso del primo martedì dopo il primo lunedì di novembre, anche per evitare che si potesse votare il 1° novembre che è un giorno festivo. I grandi elettori invece si riuniranno a dicembre 2020, mentre il futuro Presidente giurerà il 20 gennaio 2021.

Tranne che in Colorado e in Oregon dove, a causa del Covid, si può votare solo per posta, generalmente negli Stati le urne rimarranno aperte dalle 7 del mattino alle 8 di sera, orario locale. In Italia di conseguenza i risultati ufficiali inizieranno ad arrivare a notte fonda.

La legge elettorale

Con le elezioni presidenziali negli Stati Uniti vengono eletti il presidente e il vicepresidente. Si tratta comunque di un sistema elettorale indiretto visto che i cittadini, alle urne, indicano quelli che saranno i grandi elettori che andranno a formare poi il Collegio Elettorale.

I singoli Stati quindi, ognuno con la propria legge elettorale, eleggono i 538 membri del Collegio Elettorale in un numero che varia a seconda della grandezza dello Stato. Nella maggior parte dei casi, si tratta di un sistema di voto a stampo maggioritario.

I grandi elettori saranno quelli che poi andranno materialmente a eleggere il Presidente. Questi votano a scrutinio segreto e senza vincolo di mandato, ma raramente alla fine esprimono un voto differente al candidato della lista per il quale sono stati nominati.

Di conseguenza i cittadini americani il 3 novembre 2020 andranno a votare i grandi elettori che sono collegati alla lista di un candidato presidente. Saranno poi questi a votare a maggioranza assoluta il prossimo inquilino della Casa Bianca.

Al momento, già oltre 25 milioni di cittadini avrebbero espresso la propria preferenza scegliendo l’opzione del voto anticipato, soprattutto tramite posta. Un netto aumento rispetto al 2016 dovuto soprattutto al timore Covid.

I candidati

Anche se non è molto amato nel suo stesso partito, Donald Trump schivato l’impeachment non ha avuto rivali nelle primarie riguardanti il Partito Repubblicano, visto che sulla sua strada c’era solo l’ex governatore del Massachusetts Bill Weld che ha ottenuto 1 delegato contro i 2.043 del Presidente.

Non mancano però di certo le preoccupazioni per il Presidente, ora chiamato anche a fare i conti con la positività al coronavirus: dalla crisi sanitaria e quella economica dovuta al Covid, fino alle tensioni sociali e per ultimo alle rivelazioni del NYT che ha pubblicato documenti dove emerge come il tycoon non avrebbe pagato tasse per dieci anni.

Sembrava essere più aperta invece la competizione tra i Democratici, specie dopo che durante le prime votazioni il grande favorito Joe Biden era apparso in difficoltà rispetto a Bernie Sandrers.

Nel Super Tuesday dove sono stati eletti un terzo dei delegati, l’ex vice presidente però ha ribaltato la situazione andando in testa dopo aver conquistato la gran parte degli Stati.

Uno dopo l’altro si sono ritirati tutti gli sfidanti, con Bernie Sanders che per ultimo ha alzato bandiera bianca anche a causa dell’emergenza coronavirus che di fatto aveva sospeso il voto in diversi Stati.

I due candidati vicepresidente di Donald Trump e Joe Biden saranno rispettivamente Mike Pence, attuale numero due del tycoon, e Kamala Harris che è stata in campo anche nelle primarie.

In queste elezioni non mancheranno altri candidati: la docente Jo Jorgensen per il Partito Libertario, Howie Hawkins per i Verdi, l’attivista Gloria La Riva per i Socialisti e il rapper Kanye West che correrà come indipendente ma solo in alcuni Stati.

I sondaggi

Donald Trump ha evitato i rischi dell’impeachment ma sta comunque vedendo la sua popolarità negli ultimi mesi in forte calo, con anche i bookmakers che adesso indicano Joe Biden come il grande favorito.

Alle Midterm Election del novembre 2018 i Repubblicani hanno comunque retto, anche se i Democratici hanno riconquistato la maggioranza della Camera mentre al Senato pur se di poco i numeri sorridono ancora al tycoon.

La partita delle elezioni 2020 comunque sarà di certo molto aperta. Guardando la mappa interattiva aggiornata costantemente dal sito 270towin.com, i Democratici sarebbero al momento in vantaggio.

Come si può vedere, saranno ancora gli Stati indecisi (quelli colorati di grigio) l’autentico ago della bilancia. In particolare la Florida con i suoi 29 grandi elettori da eleggere potrebbe essere di nuovo decisiva.

Vedendo la situazione al 2 novembre illustrata da Real Clear Politics, che costantemente fa una media tra tutti i sondaggi nazionali realizzati, Joe Biden sarebbe al momento oltre sette punti davanti a Donald Trump.

Molto interessante è anche vedere quella che, sempre secondo i sondaggi, sarebbe la situazione negli Stati più in bilico e che come sempre saranno decisivi per determinare il vincitore.

Rispetto alle elezioni del 2016 Trump sarebbe ora sotto in Stati fondamentali come l’Arizona, la Florida, il Minnesota, il Nevada, il Michigan e il Wisconsin, l’Ohio e la Pennsylvania, dove invece quattro anni fa aveva trionfato.

Se pensiamo poi che Fox News, emittente da sempre molto vicina ai Repubblicani, in un sondaggio del 20 settembre vedeva Biden in testa con cinque punti di vantaggio rispetto a Trump, si capisce come l’attuale inquilino della Casa Bianca sia in forte difficoltà in vista delle elezioni.

La speranza per il tycoon è quella di compiere un’altra grande rimonta durante la campagna elettorale come avvenuto nel 2016, ma la strada per una sua rielezione sembrerebbe essere molto complicata

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