Elezioni regionali 2020: la strategia di PD, M5S e Italia Viva

Riccardo Lozzi

24/06/2020

24/06/2020 - 15:05

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Elezioni regionali 2020: le strategie del PD, Movimento 5 Stelle e Italia Viva per le amministrative del 20 e 21 settembre.

Elezioni regionali 2020: la strategia di PD, M5S e Italia Viva

Dopo l’arrivo dell’ufficialità delle candidature del centrodestra per le elezioni regionali 2020, adesso spetta al centrosinistra e al Movimento 5 Stelle ufficializzare i candidati per non perdere troppo terreno in campagna elettorale.

Prima delle personalità da mettere in campo, però, troviamo un dubbio di fondo che le forze di maggioranza sembrano ancora lungi da risolvere: i partiti della coalizione del premier Giuseppe Conte correranno insieme oppure no? Quale sarà la loro strategia?

Le strategie per le elezioni regionali 2020 di PD e M5S

La strategia delle forze di governo appare alquanto disomogenea, se non confusionaria. Facendo un breve riepilogo, questa è la situazione, almeno attualmente, delle alleanze regionali, al netto delle liste civiche: in Toscana, Marche e Campania si presentano insieme PD, LeU e Italia Viva, senza il Movimento 5 Stelle; in Puglia, i renziani, insieme ad Azione e Più Europa, sostengono Scalfarotto contro il governatore uscente PD Emiliano, con i pentastellati pure fuori.

Quest’ultimo scenario sembrerebbe prefigurarsi anche in Veneto, mentre in Liguria si dovrebbe trovare l’unico accordo PD-5S, in una sfida che vede Toti strafavorito per il bis.

Il paradosso delle alleanze PD-M5S

L’unica cosa certa a questo punto è il paradosso che si è riuscito a creare, per cui, comunque vada, la coalizione di governo non vincerà nessuna consultazione prevista il prossimo settembre.

In questo modo, quindi, il Conte-bis potrebbe apparire sempre più scollegato dal sentimento degli elettori e non ricevere quel consenso popolare necessario per fronteggiare al meglio quell’”autunno caldo” che molti profetizzano.

Si può tornare con la mente a quanto successo in Umbria e in Emilia-Romagna nei mesi scorsi. La prima, in cui si sapeva non ci fosse partita, ha visto perdere i giallo-rossi alleati, mentre nella seconda, su cui Salvini aveva puntato tutto, Bonaccini ha prevalso sulla Lega e il centrodestra senza il Movimento.

L’appello all’unità di Nicola Zingaretti

Ieri, Nicola Zingaretti, segretario del Partito Democratico, ha espresso le sue preoccupazioni pubblicando sulla sua pagina Facebook un appello all’unità, in cui invitava a seguire l’esempio della destra che, nonostante i distinguo delle ultime settimane, si presenta unita in tutte le competizioni.

Il presidente della Regione Lazio sostiene che non si può pensare di governare insieme il Paese per 4 anni e poi avere paura di esprimere candidati comuni per paura di apparire come “alleanza strategica”. Infine, Zingaretti riesuma il concetto di tafazzismo, che ha caratterizzato questo campo politico negli ultimi anni.

Le reazioni di Italia Viva e Movimento 5 Stelle

Le risposte a Zingaretti da parte dei suoi alleati di governo non sembrano andare in direzione di un accordo. Ettore Rosato ha confermato nelle ultime ore che Italia Viva annuncerà presto i propri candidati autonomi in Liguria e Veneto, e che non ha nessuna intenzione di fare un passo indietro su Emiliano, considerato un “populista”.

Dal canto loro, i pentastellati non sono disponibili ad appoggiare la ricandidatura in Campania di De Luca o in Puglia di Emiliano. Insomma, l’appello del leader dem appare, al momento, caduto nel vuoto.

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