Conte deve testimoniare al Copasir e riferire al Parlamento sugli incontri dei servizi segreti e il Ministro della Giustizia USA avvenuti a Roma. Spunta l’ipotesi di un ruolo dell’Italia nel Russiagate. Scopriamo i dettagli.
Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte si dice tranquillo e annuncia che riferirà al Copasir sugli incontri tra i servizi segreti italiani e il Segretario USA alla Giustizia William Barr. Per rispetto dei meccanismi istituzionali, Conte parlerà prima al Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica e poi farà le sue dichiarazioni pubbliche.
Il Presidente del Consiglio, dunque, non esclude affatto la possibilità di riferire in Parlamento sulla vicenda, come richiesto a gran voce da Matteo Salvini.
Il leader della Lega intravede anomalie negli incontri autorizzati dallo stesso Conte - che ha la delega ai servizi segreti - tra i vertici della sicurezza nazionale e gli esponenti dell’amministrazione Trump. Salvini accusa il Presidente del Consiglio di aver utilizzato i servizi segreti in modo privato e personale per discutere con potenze straniere di dossier particolarmente scottanti.
Giuseppe Conte ribadisce l’inesistenza di stranezze e la regolarità di tutti gli incontri avvenuti.
La vicenda, però, nasconde dettagli più complessi, quali l’indagine USA sul Russiagate e i suoi protagonisti. L’Italia ha giocato un suo ruolo? Perché Conte sarebbe coinvolto?
Ripercorriamo i tratti salienti del caso.
Gli incontri a Roma dei servizi segreti e Barr: a quando risalgono le riunioni
La questione dei servizi segreti e della presunta faccenda Italia- Russia si concentra sulle riunioni svoltesi a Roma tra esponenti italiani della sicurezza e William Barr.
Nello specifico, il primo arrivo in Italia del Ministro della Giustizia USA risale ad agosto scorso. Una volta giunto nella capitale, Barr pare che abbia avuto contatti con il Presidente del Consiglio Conte che ha la delega sui servizi segreti. Una volta ottenuta l’autorizzazione a collaborare dal Primo Ministro italiano, Barr si sarebbe incontrato con Gennaro Vecchione, capo del Dis, Dipartimento per le informazioni della sicurezza.
A seguito di questo primo appuntamento, Vecchione si mette in contatto con i capi delle agenzie Aisi e Aise, responsabili della sicurezza interna ed esterna del Paese. Inoltre, viene mantenuta attiva la comunicazione con Washington.
Il secondo incontro avviene la settimana scorsa, sempre a Roma. Protagonisti della riunione sono Giuseppe Vecchione, il capo dell’Aise Luciano Carta e quello dell’Aisi Mario Parente, William Barr ed il procuratore Dhuram.
Secondo le fonti, Vecchione informa Conte dell’avvenuto incontro. Una comunicazione di Palazzo Chigi, inoltre, rende noto che il 30 settembre il Presidente del Consiglio si è incontrato con i ministri della Difesa e degli Esteri. L’ordine del giorno non è specificato.
Perché Barr incontra a Roma i servizi segreti italiani? Il caso Misfud
Le due visite di William Barr a Roma pare siano legate alla vicenda Russiagate. L’obiettivo del Ministro della Giustizia USA, infatti, sarebbe quello di reperire più informazioni possibili su un eventuale ruolo dell’Italia nella intricata vicenda che interessò la campagna elettorale di Trump nel 2016.
Nelle riunioni svoltesi nella Capitale, quindi, Barr avrebbe fatto richiesta di documenti e dati ai servizi segreti italiani, soprattutto in relazione alla figura di Joseph Mifsud, un accademico di Malta che ha insegnato anche alla Link Campus University di Roma.
Il Professore resta una figura ambigua nella vicenda. Egli, infatti, si sarebbe avvicinato a George Papadopoulos, consigliere della campagna elettorale di Donald Trump nel 2016 per confidargli l’esistenza di materiale compromettente su Hillary Clinton. Nello specifico, Misfud parlava di molte mail in mano ai russi che avrebbero messo in imbarazzo la candidata democratica.
Il Professore maltese, però, dal 2017 pare sia scomparso. L’amministrazione Trump vuole capire proprio se l’Italia ha avuto un ruolo attivo in questo misterioso epilogo. L’insinuazione è che la polizia italiana abbia dato un rifugio sicuro a Misfud.
Malgrado il Russiagate si sia risolto con insufficienza di prove per quanto riguarda il comportamento illecito di Trump e Cremlino contro la Clinton, gli USA vogliono indagare meglio sull’origine della vicenda che ha molto screditato il Presidente statunitense.
Gli Usa temono che Misfud abbia teso una trappola all’entourage di Trump, parlando di materiale compromettente contro la Clinton in collegamento con la Russia. Coinvolgendo Mosca, la vicenda è diventata imbarazzante.
L’Italia, quindi, ha davvero coperto Misfud? Questa è la risposta che cerca Barr a Roma.
Cosa succede ora sul caso servizi segreti Italia-Russia?
Per quanto riguarda possibili anomalie sul comportamento di Conte e dei servizi segreti italiani, sarà il Copasir a fare chiarezza. Il Comitato che si occupa di controllare l’operato dei servizi, infatti, dovrà iniziare un’indagine sulla legittimità degli incontri e dei contatti. Soprattutto perché c’è stata autorizzazione da parte della Presidenza del Consiglio.
A finire sotto controllo sarà soprattutto la decisione di Vecchione, capo del Dis, di dare seguito alle richieste fatte da William Barr. Finora non era trapelata alcuna indiscrezione sul coinvolgimento dell’Italia nella vicenda.
La questione, quindi, potrebbe arricchirsi di particolari nuovi.
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