Come riattivare subito la Naspi sospesa e quando viene pagata

Simone Micocci

9 Marzo 2023 - 15:51

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Naspi sospesa nei confronti di 300 mila beneficiari, guida Inps per sbloccare il pagamento e ricevere anche gli arretrati.

Come riattivare subito la Naspi sospesa e quando viene pagata

La Naspi è stata sospesa a circa 300 mila disoccupati, ai quali adesso viene chiesto di completare un’apposita procedura per riattivarla in tempi brevi.

La ragione è che l’Inps si è mosso nei confronti di quei percettori che differentemente da quanto richiesto dalla normativa non hanno provveduto a comunicare il reddito presunto riferito all’anno 2023. Ciò vale ovviamente solamente per coloro che prendono la Naspi e nel frattempo svolgono una qualche attività lavorativa, ai quali viene chiesto annualmente di comunicare il reddito percepito.

Chi lo ha già fatto nel 2022 deve fare lo stesso per il 2023, compreso il caso in cui il reddito presunto sia pari a zero. In mancanza di tale comunicazione, infatti, il pagamento della Naspi viene sospeso fino a quando l’Inps non riceverà le informazioni richieste.

Chi deve comunicare il reddito presunto 2023

Sono 300 mila, secondo i dati Inps, le persone interessate dalla sospensione della Naspi. Beneficiari che nonostante l’apposito avviso Inps - inviato all’email personale - non hanno provveduto alla comunicazione del reddito che si presume percepire dall’attività professionale svolta nel 2023.

Ricordiamo, infatti, che in alcune circostanze è possibile cumulare l’indennità di disoccupazione con lo stipendio, come pure con i redditi da attività da lavoro autonoma, ovvero quando:

  • l’attività svolta in forma autonoma genera un reddito inferiore a 5.500 euro, a patto però di comunicare annualmente all’Inps il reddito presunto;
  • l’attività in forma subordinata genera un reddito inferiore a 8.173,91 euro e il rapporto di lavoro ha una durata inferiore a 6 mesi.

Tuttavia, proprio perché ai fini del cumulo tra Naspi e reddito da attività lavorative bisogna sottostare a determinate soglie, l’Inps chiede all’interessato di comunicare annualmente l’importo che si presume guadagnare. Chi non lo fa andrà incontro alla sanzione della sospensione, con la possibilità però di sbloccarne il pagamento in qualsiasi momento.

Come riattivare la Naspi sospesa

Per comunicare il reddito presunto riferito al 2023 bisognerà utilizzare il modello Naspi-Com disponibile nell’area MyInps. Una volta autenticati, basterà quindi digitare la parola “Naspi” nell’apposita barra di ricerca, cliccando poi sulla scheda denominata “Naspi: indennità mensile di disoccupazione”.

A questo punto, dalla barra laterale sinistra bisogna cliccare su “Altri servizi”, “Naspi” e su “Comunicazioni Naspi Com”.

Qui, a seconda del tipo di attività svolta, bisognerà completare la parte con su scritto:

  • ho iniziato una attività in forma autonoma o parasubordinata il (indicando la data d’inizio) dalla quale prevedo di trarre un reddito per l’anno (indicare “2023”) pari a euro (indicare il reddito presunto)”;
  • ho iniziato una attività di lavoro subordinato a tempo determinato per il periodo dal (indicare la data di inizio) al (indicare la data di fine rapporto) dalla quale prevedo di trarre un reddito per l’anno (indicare “2023”) pari a euro (indicare il reddito presunto)”.

Ovviamente la stessa procedura può essere completata rivolgendosi a un intermediario autorizzato, come ad esempio caf o patronati.

Cosa viene pagato dopo la riattivazione della Naspi

Al momento della riattivazione il beneficiario avrà diritto anche alle mensilità non godute nel momento in cui la Naspi è stata sospesa. Quindi, beneficerà dell’intero importo non percepito, il quale verrà pagato nella prima data utile una volta che l’Inps avrà acquisito le informazioni contenute nel modello Naspi Com.

Ovviamente per poter riattivare la Naspi è necessario continuare a soddisfare le soglie previste: quindi, laddove dalla comunicazione emerga un guadagno superiore al limite previsto - 5.500 euro nel caso del lavoro autonomo, 8.173,91 euro per il lavoro subordinato - il diritto all’indennità di disoccupazione decade.

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