Busta paga, cos’è la nuova flat tax e di quanto aumenta lo stipendio

Simone Micocci

27 Agosto 2025 - 11:19

Nel 2026 potresti guadagnare di più su straordinari e festivi: il governo sta lavorando a una nuova flat tax, ecco come funziona e di quanto aumenta lo stipendio.

Busta paga, cos’è la nuova flat tax e di quanto aumenta lo stipendio

Non tutte le ore lavorate vengono pagate allo stesso modo: quando svolte oltre il normale orario di lavoro si parla infatti di straordinari il cui importo è disciplinato dalla contrattazione collettiva di categoria, con la legge nazionale che invece si limita a fissarne i paletti. Lo stesso vale per chi lavora in orario notturno, o anche nei festivi o di domenica, con la maggior parte dei Ccnl oggi applicati, che sono più di 900 secondo i dati indicati dal Cnel, a prevedere una maggiorazione specifica per queste giornate.

I compensi percepiti come straordinario o lavoro festivo vengono però tassati allo stesso modo della normale retribuzione: per passare dal lordo al netto, quindi, bisogna togliere prima i contributi (generalmente il 9,19% a carico dei lavoratori) e poi sulla parte restante applicare l’aliquota Irpef di riferimento. Questa parte di retribuzione, infatti, entra a tutti gli effetti sullo stipendio totale, contribuendo quindi alla definizione del reddito lordo da tassare.

Ma potrebbe esserci una novità a partire dal 2026 visto che, come già spiegato nei giorni scorsi, il governo è al lavoro per una riforma fiscale che potrebbe portare a un nuovo aumento degli stipendi. Al fianco a una misura che possa incentivare le associazioni datoriali e i sindacati a rinnovare più in fretta i contratti collettivi scaduti, ecco farsi spazio l’ipotesi di una nuova flat tax in busta paga, un’aliquota fissa che andrebbe a ridurre le imposte dovute. Ma non per tutta la retribuzione, ma solamente per quei compensi variabili, accessori, come appunto sono straordinari e festivi.

Una novità che andrebbe a incidere in maniera notevole sugli stipendi, specialmente nei casi in cui queste voci abbiano un gran peso nel quantificare l’importo finale. Chi fa più straordinari, o anche solo chi più frequentemente lavora di domenica o nei festivi (basti pensare a settori come commercio e turismo) potrà quindi beneficiare di un aumento dello stipendio netto senza che il datore di lavoro debba pagare di più.

Ma come funzionerebbe la nuova flat tax in busta paga su cui sta riflettendo il governo e come andrebbe a cambiare gli stipendi? Facciamo chiarezza.

Cos’è la flat tax e come si andrebbe ad applicare in busta paga

La flat tax prevede l’applicazione della stessa aliquota per tutti i redditi, senza alcuna distinzione in base agli scaglioni.

Si contrappone dunque al modello progressivo che oggi caratterizza il calcolo dell’Irpef, dove l’imposta aumenta più cresce il reddito il reddito: si parte dal 23% fino ai 28 mila euro, poi al 35% per la parte che supera questa soglia ma non i 50.000 euro annui, per poi arrivare al 43% oltre i 50 mila.

In questo contesto si inserisce la nuova ipotesi di riforma che potrebbero trovare luce con la prossima legge di Bilancio, per quanto tuttavia non si tratterebbe di applicare una flat tax a tutta la busta paga ma appunto solamente a quelle voci accessorie che incidono in modo rilevante sugli stipendi di molti lavoratori, come gli straordinari, il lavoro notturno o quello festivo. Nel dettaglio, il modello a cui guardano i tecnici del governo è quello già previsto per i premi di produttività, che oggi beneficiano di una tassazione agevolata al 5%.

In modo analogo, la flat tax in busta paga verrebbe applicata sulle ore extra o sui turni festivi con un’aliquota ridotta rispetto all’Irpef ordinaria, così che il lavoratore possa trattenere un netto maggiore senza che l’impresa debba sostenere costi aggiuntivi.

Tuttavia, al fine di far quadrare i conti, è molto probabile che la misura venga accompagnata da limiti precisi, come un tetto massimo di reddito per accedervi e un importo annuo oltre il quale non sarebbe più possibile applicare la tassazione agevolata.

Di quanto aumenta lo stipendio con la flat tax al 5% su straordinari e festivi

Come anticipato, l’effetto della nuova, ma per il momento non certa, flat tax si concentra solo su straordinari e lavoro festivo, compensi per i quali i contributi previdenziali restano invariati mentre a cambiare sarebbe soltanto la tassazione.

Oggi queste somme vengono sommate alla retribuzione ordinaria e tassate con l’aliquota Irpef del proprio scaglione, che per molti lavoratori significa un prelievo tra il 23 e il 35 per cento, a cui vanno aggiunte le addizionali regionali e comunali. Con l’imposta sostitutiva al 5% il carico fiscale sarebbe drasticamente ridotto, lasciando in tasca una parte molto più consistente del lordo maturato.

Tradotto in cifre, su 1.000 euro lordi l’anno di straordinari un dipendente con aliquota marginale al 35% vedrebbe il proprio netto aumentare di circa 300 euro rispetto a oggi, mentre con l’aliquota più alta del 43% il beneficio supererebbe i 350 euro. È chiaro che non tutti accumulano cifre così elevate: molti lavoratori tra commercio, turismo e ristorazione maturano in un anno tra 500 e 1.500 euro di straordinari e festivi. In questi casi il vantaggio reale si traduce in qualche centinaio di euro in più, tra i 150 e i 450 euro, a seconda del livello di reddito e dell’aliquota applicata.

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