Busta paga divisa a metà e stipendio pagato due volte al mese: cosa può cambiare dopo le elezioni

Simone Micocci

25 Agosto 2022 - 12:05

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Secondo Fratelli d’Italia, lo stipendio andrebbe pagato ogni 15 giorni. Ecco spiegata la novità del programma elettorale di Giorgia Meloni.

Busta paga divisa a metà e stipendio pagato due volte al mese: cosa può cambiare dopo le elezioni

Tutto si può dire eccetto che in questa campagna elettorale manchino delle proposte innovative. Se verranno concretizzate non è dato saperlo, ma per adesso possiamo dire che tutti i partiti non mancano d’idee riguardo a come riformare, ad esempio, il mondo del lavoro.

L’obiettivo comune a tutti è l’aumento degli stipendi per far fronte all’inflazione e all’annessa perdita del potere d’acquisto delle retribuzioni, ma c’è chi - come ad esempio Fratelli d’Italia - ha in mente anche altre proposte.

Ne ha parlato Giovanbattista Fazzolari, responsabile del programma di Fratelli d’Italia, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, dove ha spiegato che tra le soluzioni per migliorare il mondo del lavoro c’è anche la divisione della busta paga in due parti, così che lo stipendio possa essere pagato due volte nello stesso mese.

Una proposta che merita un approfondimento, anche perché Fratelli d’Italia a oggi, stando agli ultimi sondaggi politici, sembra essere in cima alle preferenze degli italiani.

Stipendio pagato due volte ogni mese, la proposta di Fratelli d’Italia

Come anticipato, sono diverse le misure pensate per il mondo del lavoro emerse nel corso della campagna elettorale per le politiche del 25 settembre, e probabilmente in quest’ultimo mese che ci separa dalle elezioni ce ne saranno altre.

Ad esempio, il Partito Democratico ha intenzione di pagare una mensilità in più di stipendio a tutti i lavoratori, proposta che Giovanbattista Fazzolari, responsabile del programma di Fratelli d’Italia, descrive come “eclatante, in quanto da sola costerebbe 25 miliardi di euro”.

Fratelli d’Italia, invece, ha in mente solamente tre misure e tutte e tre sarebbero sostenibili, almeno secondo Fazzolari: ad esempio, aumento del 50% dell’assegno unico per i figli a carico (già destinato a salire nel 2023), come pure una flat tax al 15% e una super deduzione del costo del lavoro per le imprese che nell’ultimo triennio hanno provveduto a incrementare il numero dei lavoratori (su questa proposta torneremo in seguito).

Parimenti, Fratelli d’Italia ha come obiettivo quello di rivedere le regole per il pagamento degli stipendi. Nel dettaglio, al fine di “aumentare la circolazione della moneta”, si potrebbe prevedere una busta paga suddivisa in due parti, in modo che lo stipendio arriverebbe - per metà importo ovviamente - ogni 15 giorni.

Una proposta, quindi, che nasce in base alla necessità aumentare la circolazione della moneta e, di conseguenza, fare in modo che possano anche aumentare i consumi.

Per il lavoratore sarebbe però un cambiamento importante, in quanto dovrebbe rivedere il proprio modo di amministrare le proprie finanze tenendo conto del doppio pagamento mensile. E anche per le aziende: un doppio stipendio, infatti, richiederebbe più tempo da dedicare all’elaborazione delle buste paga, nonché al pagamento degli importi; ad esempio, bisognerà fare due volte i bonifici, il che - specialmente nelle aziende con molti dipendenti - non è un adempimento da poco.

Super deduzione per le aziende che assumono

Il pagamento in due parti dello stipendio mensile, che potrebbe piacere ai lavoratori ma probabilmente meno alle aziende, anche solo per i maggiori adempimenti amministrativi che tale novità richiederebbe, non è l’unica novità per il mondo del lavoro.

Come visto in precedenza, infatti, Fratelli d’Italia intende anche incentivare le assunzioni da parte delle aziende, obiettivo che il reddito di cittadinanza non è riuscito a raggiungere e per questo, secondo la Meloni, è necessario eliminarlo.

Nel dettaglio, l’obiettivo è di prevedere una sorta di superbonus per le aziende che assumono, ossia una deduzione superiore al 100% rivolta alle aziende che negli ultimi tre anni hanno provveduto a un potenziamento degli organici. Una deduzione del costo del lavoro pari al 120% per tutti, che nel caso dei lavoratori appartenenti alle categorie fragili, nonché per le aziende che si trovano nelle zone svantaggiate, potrebbe salire al 150%.

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