Bitcoin, le previsioni per il 2023

Claudia Cervi

23 Dicembre 2022 - 11:08

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Cosa aspettarsi da Bitcoin per il 2023? Sarà l’anno della svolta o del tracollo finale? Ecco le previsioni e i consigli degli esperti dopo il terremoto che ha scosso l’intero ecosistema nel 2022.

Bitcoin, le previsioni per il 2023

L’annus horribilis di Bitcoin sta volgendo al termine e in molti si domandano cosa aspettarsi per il 2023. Negli ultimi 12 mesi si sono susseguiti rapidamente crolli, fallimenti e scandali che hanno scosso l’intero ecosistema crypto e provocato un deflusso di denaro dagli asset digitali di 2.200 miliardi di dollari. L’effetto domino ha colpito anche Bitcoin che ha perso oltre il 75% dai record del 2021 a 69.000 dollari circa.

La perdita di valore non è solo una conseguenza dell’allontanamento degli investitori - che temono di vedere inceneriti i loro portafogli - ma anche il sintomo di un malessere più profondo. Il prolungarsi dell’inverno delle criptovalute sta mettendo in discussione l’utilità delle criptovalute e della tecnologia sottostante (la blockchain): i sogni di un’adozione mainstream di Bitcoin a livello istituzionale si sono infranti, così come l’idea che la criptovaluta potesse sostituire l’oro come garanzia contro l’inflazione.

Molte delle promesse contenute nel white paper di Satoshi Nakamoto del 2009 sono state disattese, altre non si sono ancora realizzate: la rivoluzione dell’intero sistema monetario e finanziario globale si è interrotta dissolvendosi insieme alla bolla speculativa che si è creata attorno a Bitcoin nel corso di un decennio di «denaro facile» indotto dalle banche centrali.

Anche se la Banca centrale europea ha recentemente affermato che Bitcoin è diretto verso la strada dell’irrilevanza, gli esperti del settore concordano nel dire che la fine della speculazione potrebbe portare verso una fase più matura del ciclo delle criptovalute e a una riduzione della volatilità.

Per scoprire cosa aspettarci nel 2023 vediamo di seguito quali sono le previsioni e i consigli degli esperti del settore.

Bitcoin, previsioni 2023

La banca d’affari americana Goldman Sachs sostiene che Bitcoin dovrà fornire un valore tangibile che vada oltre il suo utilizzo come asset speculativo per riaccendere la corsa al rialzo. In altre parole Bitcoin deve dimostrare cosa può fare e in che modo è utile nel mondo reale, ma per realizzarlo potrebbe essere necessario molto tempo, anche decenni.

Per Morgan Stanley «serviranno 10-15 anni affinché le risorse digitali diventino completamente mainstream» e solo dopo aver implementato una regolamentazione che permetta agli investitori di fare scambi di criptovalute in sicurezza e trasparenza.

Gli analisti di JP Morgan avvertono che il fondo non è ancora stato toccato. La banca vede il minimo di Bitcoin a circa 13.000 dollari, con «una cascata di margin call» in tutto il mercato a seguito dei recenti eventi.

Altri esperti del settore e analisti riconoscono che le prospettive future delle criptovalute sono a tinte fosche in un contesto ancora molto speculativo.

Mark Mobius, co-fondatore di Mobius Capital Partners, è stato tra i pochi a prevedere per il 2022 il crollo di Bitcoin a 20.000 dollari. In una recente intervista alla Cnbs, Mobius ha dichiarato che nel 2023 i prezzi potrebbero scendere a 10.000 dollari.

Secondo altri addetti ai lavori, Bitcoin potrebbe testare nuovi minimi all’inizio del 2023, per poi rimbalzare verso la soglia dei 20.000 dollari nel corso dell’anno.

Ancora più pessimisti gli analisti di Standard Chartered che vedono Bitcoin a 5.000 dollari nel 2023, a causa della crisi di liquidità provocata dai fallimenti a catena degli exchange di criptovalute.

Non tutti però fanno previsioni al ribasso. Alcuni esperti sono ottimisti riguardo al prezzo di Bitcoin, sia sul medio che sul lungo termine.

Ad esempio secondo il venture capitalist Tim Draper entro la fine del 2023 il prezzo di Bitcoin raggiungerà i 250.000 dollari. Nel corso di un’intervista alla Cnbc, Draper ha affermato di aspettarsi un 2023 che porterà «uno slancio per le crypto di qualità e decentralizzate come bitcoin», mentre molte delle altcoin più «deboli» scompariranno.

Non è l’unico ad aver fatto previsioni al rialzo sulla maggiore criptovaluta. Un’altra nota sostenitrice di Bitcoin, la Ceo di Ark Invest Cathie Wood, ha raddoppiato le sue previsioni indicando un prezzo record di 1 milione di dollari entro il 2030. Ma riconosce che nel breve termine le grandi istituzioni finanziarie potrebbero fare un passo indietro rispetto alle criptovalute dopo il tracollo di FTX.

Tra gli investitori di spicco ad avere alte aspettative su Bitcoin, troviamo anche il Ceo di Galaxy Digital, Mike Novogratz, secondo cui la criptovaluta salirà a 500.000 dollari entro i prossimi cinque anni, ma la Fed dovrà allentare la stretta monetaria.

Cosa è successo a Bitcoin nel 2022

La promessa di creare una moneta al di fuori del sistema bancario tradizionale - decentrata e capace di distribuire la ricchezza - è stata disattesa dal proliferare di intermediari privi di regolamentazione e di vigilanza, che hanno invece dimostrato come le criptovalute siano ancora inadatte a servire da moneta, alimentando tra gli investitori molti dubbi sulle prospettive future.

Ma andiamo con ordine e vediamo quali sono stati i fatti salienti che hanno segnato l’anno che sta volgendo al termine.

All’inizio del 2022 Bitcoin aveva già perso circa il 40% del suo valore dal picco di novembre 2021 a circa 69.000 dollari, attestandosi intorno ai 40.000 dollari. La correzione appariva del tutto fisiologica dopo il rialzo monstre dei mesi precedenti e nessuno poteva immaginare la portata del terremoto che di lì a poco avrebbe travolto l’intero ecosistema.

Lo scoppio della guerra in Ucraina ha evidenziato una forte correlazione tra gli asset crittografici e il mercato azionario. Ma l’evento che ha dato il via ad una serie di cigni neri è stata l’implosione in primavera del progetto Terra Luna, che ha portato perdite totali per 60 miliardi di dollari, scatenando il panico tra gli investitori di stablecoin e di altre criptovalute, in particolare tra coloro che operavano nell’ambito del prestito crittografico o staking. L’incapacità di rimborsare i prestiti ha fatto saltare l’hedge fund Three Arrows Capital e di conseguenza alcune piattaforme di prestito di criptovalute, tra cui Celsius e Voyager Digital.

Il colpo di grazia è arrivato a novembre, quando il Ceo di Binance, Changpeng Zhao, ha dichiarato pubblicamente l’intenzione di chiudere la sua posizione da 500 milioni di dollari in FTT, token dell’exchange FTX gestito da Sam Bankman Fried, a causa di attività poco chiare dell’azienda. Bankman-Fried aveva infatti utilizzato 10 miliardi di dollari provenienti dai fondi dei clienti delle piattaforma per coprire le perdite del suo fondo Alameda Research, subite dopo il crollo delle criptovalute. Scoperchiato il vaso di pandora, è emerso un quadro raccapricciante e senza precedenti nella gestione dell’azienda.

A sua volta, la bancarotta di FTX sta colpendo duramente altri operatori dell’ecosistema (BlockFi, Genesis e Solana) facendo scattare una corsa ai prelievi dai conti.

Nel frattempo Bitcoin è crollato fino a un minimo a 15.480 dollari per poi risalire verso 16.800 dollari.

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