Jeff Bezos definisce l’AI una bolla, ma al tempo stesso il motore che rivoluzionerà tutto: avvertimento o opportunità nascosta?
“ AI è una bolla…ma rivoluzionerà ogni industria ”. Con queste parole, Jeff Bezos ha riacceso il dibattito sui mercati finanziari. A una prima lettura, l’affermazione sembra contraddittoria: una bolla è normalmente sinonimo di sopravvalutazione, fragilità, rischio di crollo. Ma l’aggiunta che l’AI rivoluzionerà ogni settore cambia radicalmente il messaggio: non è un allarme, è un avvertimento carico di opportunità e di complessità. La verità è che a noi investitori non interessa tanto l’etichetta. Quello che conta davvero è se questa “bolla”, positiva o negativa che sia, si ridimensionerà in modo brusco e con quali effetti sui portafogli.
Perché, volenti o nolenti, i titoli AI sono oggi tra i più rilevanti in termini di capitalizzazione sugli indici globali. Chi investe in ETF ampiamente diversificati è già esposto, spesso senza rendersene conto. La domanda da porsi, quindi, non è se l’AI sia cara. Lo è, e lo confermano i multipli. La domanda cruciale è se questa valutazione potrà reggere o se ci sarà un inevitabile “reset”.
Bolle distruttive e bolle utili
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