BCE, Lagarde ha appena lanciato un alert

Laura Naka Antonelli

4 Settembre 2025 - 16:11

Non sono solo due i fattori che preoccupano Christine Lagarde, presidente della BCE, a pochi giorni dal verdetto sui tassi. Il nuovo avvertimento. E le parole di Piero Cipollone.

BCE, Lagarde ha appena lanciato un alert

Mentre monta l’ansia sulla imminente decisione sui tassi da parte della BCE, in calendario giovedì prossimo 11 settembre 2025, la presidente dell’istituzione Christine Lagarde ha lanciato un allarme su un asset (in realtà molti non lo considerano neanche tale), che sta dando un bel po’ di filo da torcere alle autorità di regolamentazione dei mercati, in primis alla Banca centrale europea. Si tratta dello stablecoin.

Lagarde lancia attenti sui crypto-asset. Nel mirino lo stablecoin

Nel prendere la parola ieri, in occasione dell’apertura della conferenza annuale dell’ERSB (European Systemic Risk Board, ovvero Comitato Europeo per il Rischio Sistemico, che Lagarde presiede), con il discorso “Cutting through the noise: exercising good judgment in a world of change”, la numero dell’Eurotower ha invitato l’Europa a dotarsi di un impianto normativo più deciso contro quella che viene vista sempre di più come una minaccia, riflettendo, così come ha detto lei stessa, “ sul modo in cui possiamo salvaguardare la stabilità finanziaria, in un sistema che sta cambiando, facendo chiarezza tra i rumori per riconoscere i rischi che perdurano”.

Tra questi, Lagarde ha messo sotto osservazione il settore dei crypto-asset, nello specifico proprio le stablecoins.

Per esempio, le stablecoin sono emesse con la promessa di mantenere un valore stabile contro un asset di riferimento”, ha ricordato, aggiungendo che “ per ora vengono usate principalmente come un ponte verso e dall’ecosistema crypto e come uno strumento per facilitare il trading dei crypto-asset ”.

C’è però un ma. “(Le stablecoin) aspirano anche ad assumere funzioni più tradizionali, come quelle di presentarsi come strumenti di scambio ”, dunque a farsi moneta.

Diversi, mentre si avvicina la data clou del BCE del prossimo 11 settembre, i motivi di ansia della presidente della Banca centrale europea, che pochi giorni fa ha ammesso di essere preoccupata anche per altri due fattori, e che si è messa in evidenza allo stesso tempo anche per i complimenti che ha fatto all’Italia.

Stablecoin, Lagarde: il rischio più evidente è quello di liquidità. Le lacune della normativa MiCAR

A prima vista”, ha aggiunto Lagarde affrontando l’argomento delle stablecoins, “ queste entità e attività possono sembrare una novità. Ma non c’è bisogno di aspettare che maturino per realizzare che stanno reintroducendo vecchi rischi dalla finestra” e “le categorie di rischio che creano non sono nuove”, trattandosi anzi di “ rischi da tempo noti alle autorità di supervisione e di regolamentazione ”.

In particolare, “ il rischio più evidente è il rischio di liquidità ”.

Di fatto, “conosciamo le sfide rappresentate dalle istituzioni che investono in asset rischiosi, promettendo al contempo agli investitori il rimborso con breve preavviso e al valore nominale ”. Non per niente, “questo è il motivo per cui l’ERSB ha lanciato un allarme su alcuni tipi di fondi attivi sui mercati monetari, per esempio ”.

Lagarde ha affrontato di conseguenza la questione delle nuove leggi europee, che si sostanziano nel MiCAR, ovvero nel regolamento UE sui mercati dei cripto-asset (MiCAR), normativa (Markets in Crypto-Assets Regulation (MiCAR)), che “cerca di affrontare questo rischio (rappresentato dallo stablecoin) in due modi”.

Il primo”, ha spiegato la presidente della BCE, obbligando gli emittenti di stablecoin a “ permettere agli investitori UE di riscattare sempre le loro posizioni al valore nominale ”.

Il secondo, imponendo sempre agli emittenti di stablecoin di “ detenere una fetta significativa di riserve in depositi bancari ”.

Ma alcune “lacune”, secondo Lagarde rimangono, e “un esempio” è rappresentato dai “cosiddetti schemi di emissioni multiple, in cui una entità UE e una entità non-UE emettono insieme le stablecoin ”.

In questi casi, infatti, le disposizioni del MiCAR non si estendono all’emittente non UE. Le implicazioni?

Cosa succederebbe in caso di corsa ai riscatti?

Ovviamente, “ in caso di una corsa ai riscatti, gli investitori preferirebbero rivolgersi alla giurisdizione caratterizzata dalle salvaguardie più solide, che probabilmente sarebbe l’UE, dove il MiCAR proibisce anche le commissioni sui riscatti”. Fattore positivo, se non fosse per il fatto che “ le riserve detenute in UE potrebbero non essere sufficienti ad andare incontro a una domanda così concentrata ”.

Dunque?

Dunque Lagarde ha ricordato i casi di gestione disfunzionale tra le varie giurisdizioni che hanno fatto la storia, per esempio, nel settore delle banche, facendo notare che oggi, “ai gruppi bancari, per esempio, viene già richiesto di garantire che le riserve siano disponibili nella parte del gruppo laddove e quando c’è bisogno di essere ”, mentre “alcuni paramentri come il net stable funding ratio and liquidity coverage ratio si applicano a ciascun livello di consolidamento”, al fine di evitare che ci siano disparità di trattamento nei confronti degli investitori, a seconda della giurisdizione di cui fanno parte.

Insomma, “i pericoli li conosciamo. E non dobbiamo aspettare una crisi per prevenirli. Questo è il motivo per cui dobbiamo adottare misure concrete ora ”, con “la normativa europea che deve assicurare che questi schemi non operino nell’Unione europea, a meno che non vengano sostenuti da regimi altrettanto robusti di altre giurisdizioni e da misure di protezione che riguardino il trasferimento di asset tra entità UE e non UE ”.

Per la stessa ragione, “la cooperazione internazionale è indispensabile”, anche perchè, in assenza di regole del gioco uniformi, “ i rischi cercheranno sempre il terreno dove incontreranno una resistenza inferiore ”.

Minaccia stablecoin già lanciata da Piero Cipollone, che oggi rimarca urgenza euro digitale

A proposito di stablecoin, alert vari sono stati lanciati più volte da altri esponenti della BCE e da altre istituzioni.

Tra questi, in evidenza le dichiarazioni di Piero Cipollone, esponente del Comitato direttivo della Banca centrale europea, che già negli ultimi mesi aveva lanciato un avvertimento sul rischio di una dipendenza dell’Europa “da altri mezzi di pagamento privati, ad esempio stablecoin basate su valute estere”, aggiungendo che “l’eccessiva dipendenza da operatori non europei compromette la nostra resilienza e la nostra sovranità monetaria ”.

Nel lanciare l’avvertimento, Cipollone aveva rimarcato come fosse “ evidente l’urgente necessità di un euro digitale ”.

L’esponente italiano della BCE è tornato a parlare oggi, sponsorizzando di nuovo la necessità di creare l’euro digitale.

Oggi il contante è la nostra unica vera àncora di sicurezza e noi siamo fortemente impegnati a garantire che rimanga disponibile, accessibile e accettato in tutta l’area dell’euro. Ma la società lo utilizza sempre meno e può anche accadere che non sia facilmente reperibile in situazioni di emergenza, soprattutto in caso di guasti alle reti di distribuzione. Per questo motivo dobbiamo affiancare al contante una moneta in versione digitale. In tale contesto, l’euro digitale può avere un impatto significativo. Non soltanto come innovazione tecnologica, ma come bene pubblico che accresce la resilienza dell’Europa. Il Consiglio dell’UE sta già compiendo progressi in questa direzione, con il prezioso contributo di diversi Stati membri che riconoscono l’urgente necessità di rafforzare la nostra resilienza”.

Cipollone ha insistito sull’importanza dell’euro digitale, affermando che la sua nascita “sosterrebbe di fatto la continuità operativa in tempi di crisi fornendo ulteriori infrastrutture di pagamento in aggiunta alle soluzioni private esistenti. In altre parole, grazie alla disponibilità di opzioni di pagamento alternative, accresceremmo la resilienza assicurando la presenza costante nel sistema di capacità inutilizzata ”.

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