Il mercato cripto in Europa 2025 restituisce 411M potenziali investitori, 25.000Mld€ asset. Volatilità e rischi percepiti frenano l’adozione, ma MiCAR offre tutele.
Nel 2025 il mercato delle criptovalute non è più un ambito scelto da investitori con una vasta esperienza e notevole conoscenza del settore finanziario, bensì un settore che attrae investitori di ogni profilo.
Secondo quanto emerso da una recente ricerca condotta da Bitpanda Technology Solutions (BTS) e Zeb Consulting, in Europa ci sono circa 411 milioni di investitori potenziali, tra retail e istituzionali, con un patrimonio complessivo in asset liquidi pari a circa 25.000 miliardi di euro.
Opportunità di crescita in un mercato da migliaia di miliardi
L’indagine di BTS mette in evidenza che un investitore retail su sette detiene criptovalute e che il 50% degli investitori ad alto patrimonio ha già investito o intende farlo.
Il 43% degli intervistati dichiara di usare le cripto per obiettivi di crescita a lungo termine o diversificazione, mentre solo il 31% ha obiettivi di mera speculazione.
Inoltre, l’80% degli investitori retail europei ha scelto di comprare criptovalute almeno una volta tra il 2015 e il 2024 e la domanda nelle economie dell’Europa centrale e di quella orientale mostrano una crescita prevista del 5,8 CAGR (Compound Annual Growth Rate ovvero Tasso di Crescita Annuale Composto) entro il 2027.
Rischi percepiti e volatilità del mercato
Nonostante le opportunità, la volatilità rimane un punto critico del settore delle criptovalute. Non è caso che il 42% degli investitori privati europei consideri tali asset troppo rischiosi.
La ricerca mostra anche che circa la metà degli investitori retail che possiedono cripto destina oltre il 20% del patrimonio a questi asset, un livello che aumenta l’esposizione a oscillazioni di prezzo inattese. Per gli intermediari che intendono proporre prodotti cripto, quindi, la trasparenza sui meccanismi di custodia, i limiti di perdita e le coperture assicurative resta quindi essenziale per contenere la percezione di rischio degli investitori.
Resistenze culturali e carenze informative
Il maggiore ostacolo all’adozione delle crypto non è la tecnologia, bensì la conoscenza: il 47% degli intervistati segnala competenze finanziarie limitate e il 67% dei retail non ha ancora alcuna esposizione attiva o pianificata alle criptovalute.
Le difficoltà non si fermano alla formazione: il 19% degli investitori europei indica l’incertezza normativa come freno decisivo, percentuale che sale al 29% nel Regno Unito, dove il regolamento MiCAR (vedasi paragrafo successivo) non verrà implementato.
Dallo studio emerge anche un’opportunità per gli operatori tradizionali: circa il 30% del campione preferirebbe accedere alle criptovalute attraverso banche regolamentate, un segnale che premia gli intermediari capaci di combinare educazione finanziaria e piattaforme user-friendly.
Il regolamento MiCAR (Market in Crypto-Assets Regulation)
Entrato in vigore nel 2024, il Market in Crypto-Assets Regulation (MiCAR) è un quadro normativo europeo armonizzato che disciplina l’emissione, l’offerta e l’ammissione alle negoziazioni di cripto-attività e, in particolare, dei token collegati ad attività, dei token di moneta elettronica e delle cripto-attività diverse dai token citati in precedenza.
Il MiCAR, inoltre, impone trasparenza informativa a tutela dell’investitore, come nel caso dei mercati mobiliari tradizionali.
Prospettive per il mercato europeo
Il quadro che emerge dal report BTS-Zeb è quello di un continente in cui la domanda – potenzialmente 25.000 miliardi di euro in asset liquidi – corre più veloce dell’offerta.
Con MiCAR, l’Europa cerca di offrire certezze per quanto riguarda le tutele. Per gli investitori, ciò significa poter accedere a piattaforme in cui volatilità, rischio di custodia e requisiti di trasparenza sono regolamentati; per gli intermediari tradizionali, si apre una finestra di mercato per proporre servizi cripto integrati ai propri prodotti tradizionali.
Se educazione finanziaria, tecnologia e regole continueranno a svilupparsi di pari passo, le criptovalute in Europa potrebbero essere non soltanto un’opportunità per pochi, ma una parte stabile dei portafogli di moltissimi investitori.
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