L’aumento del tasso nominale annuo arricchisce il flusso cedolare ma talvolta si tratta solo di una magra (e molto marginale) consolazione
I titoli step-up ricordano i buoni fruttiferi postali di lungo termine nella loro struttura dei rendimenti. Ossia tassi fissi per ogni anno dello step in cui è divisa la vita utile del titolo, ma crescenti nel passaggio da una finestra alla successiva. La differenza, quindi, la fanno sostanzialmente due elementi. In primis la vicinanza temporale degli step e poi l’entità dell’aumento in sé, per cui tutto dipende da caso a caso.
Facciamo un esempio concreto e analizziamo la 4° (e ad oggi ultima) serie dei bond della famiglia dei Futura. Bene, domenica 16 novembre è aumentato il tasso di interesse annuo del BTP Futura 2033 che prezza 87,71.
Le caratteristiche del BTP Futura 2033
Il Dipartimento del Tesoro lo lanciò esattamente 4 anni fa, dall’8 al 12 novembre 2021, con inizio godimento al 16/11/’21 e scadenza alla stessa data del 2033. La settimana di collocamento fu una delusione in termini di raccolta, dato che si conclusero 91.273 contratti per un flottante di 3.268,240 mln di € e un taglio medio a contratto di 35.807 €. La serie non è stata più riproposta, ma l’“insuccesso” non è legato al nome o alla struttura quanto a 3 elementi chiave che vedremo nel seguito.
Al pari delle emissioni similari con premio fedeltà finale ha un doppio ISIN. Quello speciale di emissione è IT0005466344, mentre l’attuale ordinario è IT0005466351. Riconosce gli interessi ogni 6 mesi con date di stacco al 16/11 e 16/05 di ogni anno fino a naturale scadenza. I tassi cedolari annui sono invece pari a:
- 0,75% lordo dal 1° al 4° anno, cioè dall’emissione fino a domenica 16/11/’25 quando l’obbligazione ha terminato il suo 1° step di vita utile ed è passato al successivo;
- 1,25%, pari all’1,09375 netto, dal 5° all’8°, ossia a partire da domenica scorsa e per i prossimi 4 anni;
- 1,70% annuo lordo dal 9° al 12°, cioè nel 3° e ultimo step.
Al pari del Futura 2037 prevede un doppio premio fedeltà dal calcolo non proprio immediato. Un primo acconto (entro certi range) arriverà al termine dei primi 8 anni e sarà pari al 40% della media del tasso di crescita del PIL nazionale nello steso periodo. Il 60% di saldo arriverà a scadenza insieme al 2° premio fedeltà, sempre entro certi range. Esso sarà pari al 100% del tasso medio di crescita del PIL registrato dall’ISTAT dal 9° al 12° anno.
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L’errore da evitare sempre investendo sul reddito fisso
I tre talloni d’Achille dell’obbligazione sono facilmente individuabili.
Innanzitutto ha una vita utile di 12 anni, non proprio pochi per un’emissione retail destinata al piccolo investitore. Il famigerato rischio mercato, infatti, si ripercuote tanto più quanto più lunga è la durata del prestito. Non solo, ma un altro “elemento contro” è che la durata in origine è stata scissa in 3 trienni ognuno di durata quadriennale. Neanche la distanza temporale tra uno step e il successivo è così ravvicinata, per cui l’aumento del coupon si fa attendere.
Infine c’è che i tassi nominali annui erano adeguati agli yield del tempo ma oggettivamente miseri in rapporto alla durata dell’investimento.
Probabilmente si possono ravvisare due errori di valutazioni, uno in capo al debitore e l’altro in capo al creditore. Il primo avrebbe potuto (o dovuto?) prevedere durate e step più corti per non esporre l’investitore al rischio di mercato. Il secondo avrebbe dovuto evitare il lungo termine sul reddito fisso in un’epoca di tassi nulli o quasi.
Quanto ha guadagnato chi lo ha sottoscritto in principio?
Il risultato di questo insieme di cose è che oggi tutte le quattro serie dei BTP Futura sono sotto cento, e non è una coincidenza. Il Futura Nv33, per esempio, stamane passa di mano poco sopra 87,7 per un effettivo a scadenza del 3,3% lordo.
Per l’investitore della prima ora si è trattato di un investimento a dir poco deludente. In 4 anni di attesa ha incassato 8 cedole semestrali dello 0,375% l’una per un 3% lordo complessivo. Se consideriamo le tasse, le spese e l’inflazione media di periodo ne deriva un palese ritorno reale negativo. Ciliegina sulla torta, ecco l’attuale quotazione sotto cento che in caso di eventuale rivendita anticipata porterebbe e monetizzare la perdita. Davvero tanto per essere un investimento retail “pensato” per famiglie e piccoli investitori individuali.
È aumentato il tasso di interesse annuo del BTP Futura 2033 che prezza 87,71
Letta al contrario c’è che oggi il bond lo si acquista con uno sconto di oltre il 12 per cento sul valore di rimborso finale. Tuttavia, neanche lo scatto di step dal 1° al 2° di domenica renderà il titolo interessante in ottica cedolare dato che gli interessi annui lordi saliranno solo all’1,25%. A titolo di raffronto, all’asta di due giorni fa della 4° tranche del BTP Tf 3,25% Nv32 (7 e non 8 anni residui) con ISIN IT0005668220 lo yield esitato è stato del 3%.
Relativamente meglio è andata invece a chi ha sottoscritto il Futura ’33 nell’ottobre ’23 quando prezzava in area 71-73. Da allora a oggi, cioè in 25 mesi, avrebbe conseguito una plusvalenza del 21% circa, più un punto e mezzo di cedole. Tuttavia, neanche in ottica trading il titolo sembra entusiasmante, anzi. I movimenti dei prezzi sono relativamente lenti complici le cedole troppo esigue che non allettano affatto il mercato. E se è vero che il tempo è denaro in generale, allora lo è di più quando l’operatività dell’investitore di turno è quasi tutta incentrata su tempi e timing.
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