Bond oggi – Quando il mercato riscopre i “vecchi” Btp Futura

Lorenzo Raffo

6 novembre 2025

Penalizzati da cedole basse – pur con la struttura “step up” – quotano nettamente sotto la pari. Battendo in termini di rendimento a scadenza equivalenti Btp a tasso fisso.

Bond oggi – Quando il mercato riscopre i “vecchi” Btp Futura

Sono i figli di un’epoca che gli italiani vorrebbero dimenticare per sempre, quella del Covid. I Btp Futura – attualmente quattro le emissioni in circolazione – furono infatti voluti per sostenere il futuro del Paese in una fase molto delicata, quale della pandemia.

Si tratta di una serie di Btp a tassi crescenti con premio legato all’andamento del Pil nazionale. Il mercato retail li acquistò sull’onda della componente emotiva di allora ma poi li ha dimenticati, relegandoli indietro negli scambi sul secondario. Da qualche tempo all’improvviso se ne avvertono dei singulti – più occasionali che altro – nelle contrattazioni sul Mot. È avvenuto, per esempio, ieri: il Futura 2030 si è collocato al quarto posto dei titoli di Stato italiani relativamente alle transazioni.

Uno sguardo allora a questi Btp particolari, che sotto certi profili hanno anticipato la successiva generazione dei Valore.

Quattro sul secondario

  • Btp Futura Nv2028 (Isin IT0005425761): con cedola corrente 0,6%, destinata ad aumentare dal 2027 all’1%, in base al meccanismo “step up”, quotava all’apertura di oggi (6/11) sui 95,57 euro con rendimento lordo sul 2,4%.
  • Btp Futura Lg2030 (Isin IT0005415291): con cedola 1,3% fino al 14/7/2027 e successivo scatto all’1,45% fino a scadenza, ha aperto oggi a 94,03 euro con rendimento sul 2,8%.
  • Btp Futura Nv2033 (Isin IT0005466351): con cedola in corso 1,25% fino al 16/11/2028 per poi salire all’1,7% fino a scadenza, si compra sugli 87,9-88 euro, con rendimento sul 3,25-3,30%.
  • Btp Futura Ap2037 (Isin IT0005442097): con cedola 1,2% fino al 27/4/2029 per poi salire all’1,65% fino al 2033 e riservare infine un 2,0% sino a scadenza, quota sui 79,9 euro, con rendimento sul 3,8%.

Inevitabile il confronto
Considerando che il fattore di maggiore interesse sta nelle quotazioni decisamente sotto 100, dovute a flussi cedolari figli di un’altra epoca dei tassi, quella dell’emergenza Covid, inesorabile effettuare un raffronto dei rendimenti rispetto a Btp a tasso fisso su scadenza comparabile.

Al 2028: il Btp 2,8% Dc2028 (Isin IT0005340929) quota sui 101,5 con rendimento 2,3%. È evidente come il Futura risulti più favorevole in termini di minore capitale investito a parità di nominale, con uno yield leggermente superiore.

Al 2030: il Btp 2,7% Ot2030 (Isin IT0005654642) quota sui 100,1 euro con rendimento 2,7%. Anche in questo caso il Futura ha più appeal per gli stessi motivi esposti per il 2028 ma si consideri lo scarto temporale a scadenza di tre mesi.

Al 2033: qui il confronto con il Btp 2,45% St2033 (Isin IT0005240350) assume un connotato diverso, poiché anche il classico tasso fisso quota e non di poco sotto 100 (apertura oggi a 96,65 euro), con rendimento sul 3,1%. Lo spread rispetto al Futura si amplia però a favore dello “step up”.

Al 2037: il Btp 4% Fb2037 (Isin IT0003934657) è penalizzato da una quotazione ben sopra 100, attestandosi nelle ultime sedute fra 104,95 e 105 euro. Il rendimento si attesta così al 3,5%, di 30 pb inferiore rispetto a un equivalente Futura, più favorevole rispetto allo scarto temporale come scadenza di due mesi.

Tutte le volte che il Futura vince
È inevitabile che sia la componente spread di prezzo sulla stessa scadenza il fattore a favore dei Futura, sebbene la struttura cedolare appaia invece a vantaggio dei tassi fissi. Attualmente il mercato guarda però a breve-medio termine e punta a possibili rimbalzi delle quotazioni. Ecco perché talvolta gli “step up” da epoca Covid si mettono in luce sul Mot.

Con in più una variabile imprevedibile: è il premio (per chi avendoli acquistati in emissione li tenesse invece fino a scadenza in portafoglio) correlato al Pil italiano. Questo però è un altro discorso o meglio un altro fattore di incertezza!