Terza guerra Mondiale: i caccia bombardieri B-52 americani sono stati messi in preallarme, è il preludio a un attacco nucleare verso la Corea del Nord?
Terza Guerra Mondiale: Donald Trump sembrerebbe non temere più i missili della Corea del Nord e avrebbe messo in preallarme la sua flotta dei bombardieri nucleari B-52, cosa che non accadeva dal 1991.
Dopo settimane di relativa quiete tornano a spirare i venti di una Terza Guerra Mondiale sopra i cieli coreani, con il grande interrogativo su come reagirà Kim Jong-un a questa mobilitazione aerea da parte degli Stati Uniti che preoccupa non poco.
Terza Guerra Mondiali: bombardieri in preallarme
“Non si tratta della preparazione di un evento specifico, ma è un ulteriore passo avanti per essere pronti”. Con queste parole pronunciate da David Goldfein, capo di stato maggiore dell’Aeronautica americana, ecco che di nuovo la comunità internazionale ripiomba nell’incubo di una Terza Guerra Mondiale.
Ormai è praticamente certo infatti che Donald Trump abbia l’ordine di mettere i bombardieri nucleari B-52 in preallarme, con la flotta aerea statunitense che in questo modo potrà essere capace di colpire in un lasso di tempo massimo di 24 ore.
Gli Stati Uniti quindi sembrerebbero fare sul serio e sarebbero pronti a ogni evenienza, con la mobilitazione dei bombardieri che non avveniva dal 1991, quando ancora era alta la tensione derivante dalla Guerra Fredda nonostante la caduta del Muro di Berlino.
Una flotta ingente quella in dotazione agli Stati Uniti, tanto che nelle ultime ore sarebbero stati richiamati mille piloti per sopperire alla mancanza al momento di personale specifico per il volo degli aerei da guerra.
I B-52 nel dettaglio sono dei bombardieri nucleari a lungo raggio nati nel 1955, tanto da diventare visto il periodo storico uno dei tanti simboli della Guerra Fredda con l’Unione Sovietica, comparsi anche in molte pellicole hollywoodiane.
Gli Stati Uniti al momento ne hanno in dotazione circa un centinaio, con ciascun aereo che grazie alla sua lunga stiva, che misura otto metri e mezzo, può sganciare dalla sua “pancia” testate nucleari.
Alta tensione in Corea
Alla notizia del preallarme dato da Trump, subito si è pensato alle ripercussioni che questa scelta potrebbe avere nella delicata vicenda coreana. La crisi con Pyongyang infatti non è mai del tutto rientrata.
Nonostante che nelle ultime settimane non si hanno notizie di ulteriori provocazioni militari da parte della Corea del Nord, la questione rimane sempre aperta visto che la minaccia rappresentata dai missili di Kim Jong-un è sempre attuale.
La decisione del Presidente americano comunque coglie di sorpresa. Dopo i test nucleari e missilistici condotti a fine estate dai nordcoreani, una Terza Guerra Mondiale in Estremo Oriente ormai sembrava essere imminente.
Le sanzioni internazionali proposte dagli Stati Uniti e approvate dall’Onu, anche con l’avallo di Russia e Cina, hanno mandato su tutte le furie Kim Jong-un che però da quel momento si è limitato soltanto a minacce verbali.
Sono state ben note infatti le scaramucce a distanza tra i due Presidenti che, anche in maniera più che infantile, si sono beccati dandosi a vicenda del pazzo e del folle. Un atteggiamento più consono a delle liti tra bambini che da leader mondiali in possesso di armi nucleari.
Ora mentre sembrava che la diplomazia potesse iniziare a fare il suo corso ecco che la flotta aerea statunitense si mette in preallarme, con la notizia che sicuramente non avrà fatto molto piacere a Kim Jong-un.
Come risponderà adesso la Corea del Nord a questa mobilitazione militare da parte degli Usa? La speranza ovviamente è che Pyongyang si limiti alle solite minacce mediatiche e non riprenda i suoi test e le sue provocazioni.
Con la nuova vittoria del premier Shinzo Abe alle elezioni in Giappone, il governo di Tokyo ora si appresta a modificare la propria Costituzione dando il via libera a un aumento della propria macchina bellica.
Anche la Corea del Sud da tempo, visto l’escalation delle minacce dei cugini nordcoreani, ha mobilitato tutto il suo apparato militare aumentando il tenore delle esercitazioni compiute assieme all’esercito statunitense.
In tutta la zona quindi della penisola coreana si starebbero concentrando ingenti truppe e armamenti bellici. La paura dello scoppio di una guerra nucleare ha placato finora anche il più bollente spirito, ma questo continuo mostrare i muscoli di certo non aiuta al buon esito delle trattative diplomatiche.
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