Più proseguono le trattative, più il negoziato diventa delicato. È fondamentale trovare una soluzione, impedendo alla Russia di attaccare l’Europa nel primo momento utile.
L’invasione dell’Ucraina ha aperto un nuovo, buio capitolo nella storia del mondo, togliendo improvvisamente le basi di tutti gli equilibri esistiti fino a quel giorno. Non che prima ci fossero solo pace e rosei rapporti diplomatici, ma non era scoppiato nessun conflitto con le potenzialità di innescare un’escalation globale. Di fatto, da quando la Russia è in guerra con l’Ucraina si parla di Terza guerra mondiale, uno scenario che prima del 24 febbraio 2022 non sembrava davvero concreto, per quanto il mondo intero abbia avuto i suoi momenti di forte tensione.
Il coinvolgimento della Nato, e più nello specifico degli Stati Uniti e dell’Ue, come pure quello della Cina non può che obbligare a mosse prudenti. Chi pensa non sia più necessario, ormai nel pieno della fase di trattativa, ha un ottimismo invidiabile ma spera in un’utopia. Gli esperti, di fatto, concordano su un punto: ci troviamo in un momento delicato, capace di scrivere non soltanto il futuro di Kiev bensì quello dell’intero pianeta. Ecco perché non basta soltanto raggiungere un accordo il prima possibile, ma serve farlo senza cedere sui pilastri rimasti in difesa dell’ordine mondiale.
Il sostegno all’Ucraina contro la Terza guerra mondiale
Il dialogo tra Stati Uniti, Ue, Ucraina e Russia è arrivato a un momento cruciale. Più l’accordo è vicino, più bisogna essere sicuri delle priorità da difendere (e dei sacrifici su cui cedere). Il lavoro diplomatico in corso è delicatissimo, vede portare all’estremo tutte le criticità emerse per arrivare a negoziare, dalle apparentemente irremovibili pretese russe alla necessità occidentale di mandare un messaggio.
Per quanto sembri spiacevole e lo sia nei fatti, parte di questo tiro alla fune consiste anche in una gara in cui le potenze si mostrano i muscoli, abbastanza da rafforzare la propria posizione, ma non così tanto da scatenare una risposta insostenibile. In caso di insuccesso, sarà servito a poco tutto lo sforzo fatto finora dall’Ucraina e da tutti i Paesi che l’hanno sostenuta. Kiev non è mai stato solamente un Paese amico attaccato che ha bisogno di supporto, rappresentando piuttosto un esempio per restituire l’immagine di un’alleanza compatta, solida, forte e capace. I
n altre parole, un’alleanza che è meglio non attaccare, non perché lo pretenda con la minaccia diretta - che invece provocherebbe il risultato inverso - ma poiché sconveniente da inimicarsi. Rafforzare l’Ucraina è un mezzo di deterrenza, parte di una strategia che può culminare o infrangersi rovinosamente durante il negoziato.
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Quando la Russia potrebbe attaccare l’Europa secondo l’esperto
Ben Hodges, ex generale Usa, ha messo a disposizione le proprie competenze e l’esperienza accumulata negli anni fin dallo scoppio del conflitto. La sua analisi sull’andamento della guerra ha da sempre preventivato la possibile estensione ad altri Paesi, mettendo in guardia l’Europa (ma anche gli Stati Uniti) sulla necessità di reagire alle richieste russe con fermezza. L’esperto si è ora pronunciato anche sulle trattative in corso, ricondando che è prematuro festeggiare, in quanto ogni passo falso può rivelarsi fatale.
Se si raggiungerà un accordo troppo favorevole nei confronti di Putin, riconoscendo al Cremlino territori e sconti sulle sanzioni, si otterrà l’opposto della pace. È anzi assai probabile, secondo le previsioni di Hodges, che un accordo di pace inadeguato porti la Russia ad attaccare l’Europa o comunque la Nato, nel caso in cui mostrino appunto segnali di debolezza, timori e in generale un’eccessiva accondiscendenza.
A tal proposito, l’esperto contesta proprio il piano di pace in 28 punti presentato dagli Stati Uniti, giudicandolo eccessivamente vantaggioso per Mosca, a dispetto di tutti gli altri Stati coinvolti in un modo o nell’altro. Hodges, peraltro, invita anche l’Alleanza atlantica a essere più proattiva, adottando delle misure utili a prevenire possibili attacchi e non solo a risponderne.
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