Schäuble vs. Grecia: fuori dall’euro a tutti i costi. Intanto l’accordo diventa quasi realtà

Erika Di Dio

11/07/2015

Ecco le ultime novità sul nuovo accordo tra Grecia e creditori e i disperati tentativi del ministro delle finanze tedesco Schäuble ad "eliminare" dall’Eurozona il paese ellenico.

Schäuble vs. Grecia: fuori dall’euro a tutti i costi. Intanto l’accordo diventa quasi realtà

Il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schäuble ha sempre voluto la Grecia fuori dall’euro e si è mostrato addirittura disposto a pagare il paese per abbandonare l’area, secondo Mediapart, sito web investigativo francese.

La pubblicazione contiene una lunga intervista con una fonte anonima che, dice, era un membro del team greco di negoziazione che stava cercando di raggiungere un accordo con il FMI e l’UE nel salvataggio dell’economia greca.

Non è chiaro di chi si tratti, ma il portavoce sembra essere in sintonia con Yanis Varoufakis, che ha improvvisamente lasciato il suo incarico di ministro delle Finanze greco dopo aver vinto un “no” nel referendum nazionale sulla permanenza della Grecia all’interno dell’area euro.

Schäuble contro la Grecia

Schäuble ha voluto la Grecia fuori dall’euro sin dal 2011, secondo la suddetta fonte. Il report è interessante perché il presupposto era fino ad ora che la Germania intendeva fare degli sforzi per mantenere la Grecia all’interno dell’euro senza perdonare i suoi debiti, anche se l’economia greca è probabilmente troppo piccola per sostenerli. La Grecia deve alla Germania €87 miliardi, da un debito complessivo di circa €311 miliardi.

Ma c’è stato un punto in cui Schäuble era disposto a lasciare che la Grecia tornasse alla dracma, forse accettando anche qualche soldo tedesco. Secondo la fonte di Mediapart, Schäuble avrebbe detto al team di Varoufakis:

Non si può discutere troppo con Schäuble. Sarebbe pericoloso, perché non si otterrebbero i soldi, le banche tedesche vorranno i loro soldi indietro, e così via. Si tratta di un’istituzione dove non si può far sentire la propria voce, quindi a cosa serve incontrarsi con loro? Solo Varoufakis ha parlato dritto al punto. Schäuble ha detto “Quanti soldi volete per lasciare l’euro?” Lui non vuole la Grecia all’interno dell’euro a tutti i costi. Infatti, è stato lui il primo a sollevare la questione del Grexit nel 2011.

Varoufakis dice di sì all’accordo della Grecia

Secondo due tweet di ieri, l’ex ministro greco delle finanze Yaroufakis appoggia il nuovo accordo sul bailout del suo paese, nonostante Jean Quatremer, corrispondente da Bruxelles per il quotidiano francese La Liberation aveva in precedenza suggerito che lo stesso non avrebbe sostenuto la posizione del governo.

Venerdì pomeriggio Quatremer ha twittato che Varoufakis aveva invitato Syriza a respingere le proposte del suo ex capo, il primo ministro Alexis Tsipras in una riunione interna di partito.

Varoufakis è stato ampiamente considerato come un ostacolo ai negoziati, e alcuni partecipanti si sono lamentati della sua condotta ai colloqui. Il ministro delle finanze tedesco Schäuble ha detto che il suo sostituto, l’economista istruito ad Oxford Euclid Tsakalotos, è più “convenzionale”.

Nonostante il sostegno all’accordo, Varoufakis ha twittato che non sarà in grado di votare a suo favore a causa di impegni familiari.

Il nuovo accordo

L’accordo ora proposto contiene la maggior parte di ciò che il capo della Commissione Europea Jean-Claude Juncker aveva proposto alla fine di giugno, comprese le dolorose riforme al sistema pensionistico, in cambio di tre anni di finanziamenti di salvataggio. Sembra che tale piano andrà avanti nonostante il referendum del 5 luglio, in cui gli elettori greci hanno respinto in modo schiacciante un accordo molto simile.

Nonostante l’opposizione riportata, Reuters suggerisce che solo tre membri del partito Syriza in Parlamento si sono mostrati apertamente contrari all’accordo presentato da Tsakalotos.

Ecco la dichiarazione che hanno rilasciato venerdì:

Il governo anche a questa ora può e dovrebbe rispondere ai ricatti delle istituzioni con il dilemma: o un programma senza nuova austerità, con un finanziamento e una cancellazione del debito o un’uscita dall’euro e una sospensione dei pagamenti dell’ingiusto e non attuabile debito.

Senza dubbio ci sarà qualche opposizione da parte del governo, ma sembra che la maggioranza di Syriza non porrà resistenza alla mossa di Tsipras. Secondo Paul Mason, il giornalista internazionale con i migliori link alla sinistra del partito, è improbabile che questa volta ci sarà una grande rivolta anche dai sostenitori della linea dura.

L’accordo non è ancora finito, ma se è accettabile per l’Europa e l’opposizione interna improvvisamente è diventata muta, sembra che finalmente potrebbe davvero diventare realtà.

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