Rinnovo contratto insegnanti e ATA, nuovo rinvio per le trattative: i nodi da sciogliere

Simone Micocci

29 Agosto 2017 - 12:14

Nuovo rinvio per il rinnovo dei contratti del personale Scuola: il MEF non ha ancora dato il via libera all’Atto di Indirizzo inviato dal MIUR, ecco perché.

Rinnovo contratto insegnanti e ATA, nuovo rinvio per le trattative: i nodi da sciogliere

Rinnovo contratti, personale Scuola: la contrattazione tra sindacati e Aran sarebbe dovuta iniziare il 5 settembre, ma stando alle ultime notizie sembra che la data dell’incontro verrà rinviata.

Il motivo è semplice: il Ministero dell’Economia e delle Finanze non ha ancora dato il via libera all’atto di indirizzo inviato dal MIUR poco prima dell’inizio delle vacanze. Lo ha confermato il quotidiano Italia Oggi, il quale non ha escluso che il MEF chieda al Ministero dell’Istruzione di rivedere il testo dell’atto di indirizzo.

Secondo Italia Oggi, infatti, ci sono due punti dell’atto di indirizzo che non convincono il Ministero dell’Economia, rallentando così il prosieguo delle trattative.

In linea generale quanto disposto dall’atto di indirizzo redatto dal MIUR in accordo con i sindacati del personale scolastico non dovrebbe essere stravolto, ma ci sono dei nodi da sciogliere prima di inviare il tutto all’Aran. Nel dettaglio, prima della ripresa delle trattative il MEF dovrà verificare che ci sia la copertura necessaria per la messa in atto di alcune novità che interessano sia i docenti che il personale ATA.

Quali sono i punti che impediscono l’inizio delle trattative? Facciamo chiarezza.

Rinnovo del contratto Scuola, i punti critici dell’atto di indirizzo

Ci sono due aspetti dell’atto di indirizzo inviato dal MIUR che non convincono il MEF. Il primo punto è quello che prevede il riconoscimento dei pieni diritti al personale precario, tema di cui si è discusso molto negli ultimi anni.

Nell’atto di indirizzo, infatti, viene data molta importanza al “principio di non discriminazione” stabilendo che:

  • i docenti precari dovranno ricevere la stessa retribuzione di quelli di ruolo;
  • nel calcolo dell’anzianità di servizio dovranno rientrare anche gli anni di precariato;
  • i contratti a tempo determinato non potranno essere superiori al 20% di quelli a tempo indeterminato.

Un tema che da anni interessa il personale della scuola - come confermato dall’alto numero di cause che i docenti precari hanno intentato ai tribunali amministrativi chiedendo l’equiparazione di trattamento in termini di carriera - ma sul quale il MEF sembra avere ancora qualche riserva.

L’altro aspetto per il quale il Ministero dell’Economia non ha dato ancora il via libera all’atto di indirizzo riguarda il personale ATA. Nel dettaglio, nell’atto di indirizzo è stata riconosciuta una corsia preferenziale ai fini del prossimo concorso per DSGA per quegli assistenti amministrativi che negli ultimi 8 anni abbiano svolto per almeno 3 anni la funzione di direzione amministrativa.

Questi sono i due aspetti sui quali probabilmente il MIUR dovrà rimettere mano e che potrebbero far rinviare l’incontro in programma il prossimo 5 settembre. La contrattazione che porterà allo sblocco del contratto dei dipendenti pubblici quindi non è cominciata nel migliore dei modi - o meglio - non è proprio iniziata.

Rinnovo contratti, la Fedeli assicura i docenti universitari

Nel frattempo da ieri è iniziato lo sciopero dell’Università, con i docenti universitari che hanno incrociato le braccia garantendo un solo esame nella sessione autunnale.

Alla base dello sciopero c’è il tema degli scatti stipendiali, bloccati da diversi anni.

A tal proposito la Ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli ha tranquillizzato i docenti universitari, confermando che il MIUR sta lavorando per “creare le giuste condizioni per sbloccare il tema degli scatti”.

D’altronde la stessa Fedeli è d’accordo nel definire come “ingiusto” un blocco contrattuale così lungo, che non valorizza l’importanza del ruolo ricoperto dai docenti universitari.

Tuttavia, la Fedeli ha poi aggiunto che non si possono ledere i diritti degli studenti per rivendicare i propri; la Ministra quindi si è schierata dalla parte degli studenti, chiedendo ai docenti di aspettare che vengano definiti i tempi e le modalità del rinnovo garantendo le sessioni di laurea.

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