Riforma pensioni, Di Maio: “Vi svelo perché non è stata approvata Quota 41 per tutti”

Simone Micocci

20 Maggio 2019 - 09:16

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Riforma delle pensioni: è colpa di Salvini se è stata approvata a metà? Le dichiarazioni di Di Maio su Quota 41 per tutti fanno discutere.

Riforma pensioni, Di Maio: “Vi svelo perché non è stata approvata Quota 41 per tutti”

C’è un motivo per cui la riforma delle pensioni approvata dal Governo Lega-Movimento 5 Stelle, con la quale è stata approvata Quota 100, non piace a tutti: la mancata estensione di Quota 41 - nonostante le promesse di entrambi i partiti politici - per tutti i lavoratori.

Dell’estensione di Quota 41, con la quale si consentirebbe a tutti i lavoratori di accedere alla pensione anticipata con 41 anni di contributi (e indipendentemente dall’età anagrafica), se ne parla nel contratto di Governo e lo stesso Di Maio aveva rassicurato le associazioni dei lavoratori che questa misura avrebbe fatto parte della riforma delle pensioni; i fatti però sono andati diversamente, con il Governo che ha rinviato a data da destinarsi l’estensione di Quota 41 per tutti.

A svelare il motivo per cui le promesse non sono state mantenute è stato Luigi Di Maio nel corso della trasmissione Di Martedì di Giovanni Floris, durante la quale ha puntato il dito contro quei partiti di ultradestra molto vicini a Matteo Salvini.

Riforma delle pensioni, Di Maio: “Niente Quota 41 per colpa dei sovranisti

Ufficialmente Quota 41 non è stata estesa a tutti i lavoratori per mancanza di risorse; non è stato possibile, infatti, approvare una riforma delle pensioni che oltre prevedere Quota 100 consentisse anche l’uscita anticipata con 41 anni di contributi per tutti i lavoratori.

Ufficiosamente, però, ci potrebbe essere dietro un altro motivo: la vicinanza della Lega con i partiti sovranisti contrari ad una riforma delle pensioni particolarmente onerosa come quella che l’Italia era pronta ad approvare.

Incalzato da Floris, infatti, Di Maio ha spiegato il motivo per cui non ha preso parte all’incontro che ha avuto luogo questo sabato tra Matteo Salvini e i leader sovranisti europei, come la Le Pen (Raggruppamento Nazionale), Damian Lohr di Alternative für deutschland e Viktor Orbán, primo ministro dell’Ungheria.

Nel dettaglio, questo ha detto di aver preferito “andare in confagricoltura occupandosi di altro” non tanto “per una questione ideologica quanto per l’interesse degli italiani”; ed è qui che Di Maio è tornato indietro di qualche mese ricordando quanto successo in trattativa per la definizione della Legge di Bilancio 2019, quando furono proprio Orban e gli altri principali leader sovranisti a dire che l’Italia non poteva fare l’austerity, vietando di fatto l’estensione di Quota 41.

Secondo Di Maio questi sono leader che “non vogliono il bene dell’Italia” e in quanto tali “non ne abbiamo assolutamente bisogno”.

Anche se il leader del Movimento 5 Stelle non lo dice espressamente, potrebbe essere successo che Salvini per non arrivare allo strappo con i leader sovranisti, nell’anno delle Europee 2019 abbia deciso di “sacrificare” l’idea di estendere Quota 41 a tutti i lavoratori limitandosi a Quota 100 e alla proroga di Opzione Donna.

Quota 41 per tutti resta un obiettivo

Non sappiamo cosa sarebbe successo qualora il Movimento 5 Stelle avesse governato da solo: c’era la possibilità che Quota 41 venisse estesa, ma anche quella per cui - per l’introduzione del reddito di cittadinanza, vero e proprio cavallo di battaglia del M5S - non sarebbe stata attuata alcuna riforma delle pensioni.

Nonostante tutto comunque Lega e Movimento 5 Stelle continuano a lavorare verso la direzione di estendere Quota 41 per tutti, consentendo non solo ai precoci di andare in pensione con 41 anni di contributi. Lo stesso Salvini qualche giorno fa ha ribadito che “41 anni di lavoro sono abbastanza per tutti”; tuttavia, dopo le dichiarazioni di Di Maio, c’è chi non crede più alle parole del Ministro dell’Interno.

Solo il tempo ci dirà chi ha ragione e se veramente in futuro verrà fatto un nuovo passo verso i lavoratori smantellando definitivamente la Legge Fornero, prevedendo una pensione anticipata che - indipendentemente se precoci, disoccupati, invalidi e gravosi - consente di andare in pensione una volta maturati 41 anni di contributi.

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