Se gli USA di Donald Trump non sono più un partner affidabile (cit. Merkel) come farà l’Europa a salvarsi da sola?
L’Europa ha avuto una rivelazione: gli Stati Uniti di Trump non sono più partner affidabili.
Domenica scorsa, in seguito al fallimento di alcuni importanti colloqui con Trump, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha ribadito la necessità per l’Europa di combattere e farcela con le proprie forze, senza fare affidamento su altri.
A determinare il muso duro della Merkel è stato il già citato fallimento di alcune trattative con Trump su tematiche di vitale importanza internazionale, tra cui l’immigrazione, il clima e il commercio. Gli europei devono prendere il loro destino in mano, insomma, ma viene da chiedersi, in assenza degli USA, quali siano le vere potenzialità dell’Europa.
Nonostante le critiche nei confronti del presidente USA, Donald Trump ha avuto il grande merito di aver compattato ancor di più il blocco europeo, soprattutto dopo aver messo in discussione la NATO e il suo valore e dopo aver festeggiato ed esultato per la Brexit. Ma cosa dovrebbe fare esattamente l’Europa senza gli USA? Sarà davvero in grado di salvarsi da sola e di prendere il proprio destino in mano come consigliato dalla Merkel?
Le divisioni dell’Europa
I membri dell’UE si trovano spesso in disaccordo sulla risoluzione dei problemi strutturali messi in luce dalla crisi del debito dell’Eurozona. Sono in molti a temere il collasso della moneta unica. Le divisioni sono evidenti soprattutto tra gli stati più ricchi del Nord (come la stessa Germania) e quelli del Sud, che vantano invece deboli finanze pubbliche e una problematica disoccupazione giovanile.
Ci si chiede quanto gli stati del blocco saranno in grado di superare le divergenze e di lavorare insieme per salvare l’UE. Quali le problematiche principali dell’UE?
1 - La crisi della moneta unica
La maggior parte delle preoccupazioni e dei problemi dell’Eurozona è legata alla crisi dell’Euro, valuta introdotta nel 1999 e ormai utilizzata da 19 paesi. Il blocco è dotato di una banca centrale, la BCE, ma non di un governo centrale in grado di decidere sulla spesa, sulle tasse e sul budget. Emmanuel Macron, da poco eletto presidente di Francia, pare già aver trovato una soluzione: una maggior integrazione.
“La verità è che dobbiamo collettivamente riconoscere che l’euro è incompleto e non può resistenze senza riforme imponenti”,
ha affermato lo stesso Macron a gennaio. In quella stessa occasione il non ancora presidente di Francia ha tuonato contro la Germania considerata unica beneficiaria di un euro forse più simile ad un debole marco che alla moneta unica progettata tanti anni fa.
Un modo per risolvere le problematiche dell’UE senza gli USA di Trump, secondo Macron, potrebbe essere quello di introdurre un’unione fiscale con un budget unico. I fondi sarebbero utilizzati per gli investimenti e per l’assistenza economica ai Paesi membri.
La Germania, l’economia più forte del blocco, ha a lungo rifiutato l’idea temendo il trasferimento della propria ricchezza ai paesi più poveri. Otmar Issing, ex della BCE, ha affermato che l’ipotesi di un’unione fiscale è largamente improbabile dato che non prende in considerazione il fatto che l’UE è un’unione di stati sovrani che hanno dunque la responsabilità sulle tasse, sul fisco e su molto altro ancora.
2 - L’occupazione
Altro grande problema dell’Eurozona è quello occupazionale anche se potrebbe davvero essere trovato un compromesso tra Macron e la Merkel in merito. È qui che il presidente francese incontrerà le più grosse difficoltà dato che ha promesso di riformare il mercato del lavoro e di introdurre politiche a favore di una maggiore flessibilità dei rapporti tra società e lavoratori.
La Germania ha spesso richiesto alla Francia di essere più competitiva. Se Macron sarà in grado di portare a termine il proprio programma accontentando i tedeschi, forse Berlino sarà più propensa ad una maggiore integrazione UE. Una sorta di do ut des, insomma.
Europa: segnali positivi da Francia e Germania
In questo senso ci sono già i primi segnali di miglioramento. Il giorno successivo all’insediamento di Macron, il presidente francese ha tenuto un incontro con la Merkel a Berlino, durante il quale i due hanno accettato di collaborare alla stesura di una road map, una base per una successiva e più profonda integrazione.
I rapporti tra la Germania di Merkel e la Francia di Macron sembrano essere più stretti che mai e questa potrebbe essere l’occasione adatta per spingere anche verso una maggior cooperazione militare voluta principalmente dai francesi - i tedeschi sono più concentrati sulle prossime elezioni - soprattutto ora che Trump sta mettendo in discussione il valore della NATO.
La Brexit, ossia l’abbandono dell’UE da parte del Regno Unito, che sarà negoziata nell’arco di due anni, potrebbe anche distrarre dalle riforme necessarie. Lo stesso vale per il pericolo Trump che potrebbe riservare diverse sorprese, soprattutto su commercio, clima e sicurezza. L’Europa sarà davvero in grado di cavarsela anche senza l’appoggio degli USA?
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