Matteo Salvini cambia la Lega: addio Berlusconi, ora lo sguardo è a destra

Alessandro Cipolla

22 Maggio 2017 - 13:35

Dopo il congresso di Parma, ecco la svolta di Matteo Salvini per la Lega: al centro non più solo il Nord ma l’Italia, stop a Berlusconi e sguardo orientato più a destra.

Matteo Salvini cambia la Lega: addio Berlusconi, ora lo sguardo è a destra

Matteo Salvini rottama la Lega Nord. La nuova incoronazione a segretario avvenuta domenica durante il congresso a Parma, può segnare una svolta storica per il partito che sembrerebbe essere pronto a seguire il suo leader e cambiare la propria identità politica.

Le primarie della Lega Nord che si sono svolte domenica 14 maggio hanno visto trionfare Salvini, che ha ottenuto più dell’80% dei voti da parte dei militanti del carroccio. Sette giorni dopo, ecco che è l’occasione del congresso a poter segnare il futuro del partito.

Per prima cosa c’è da registrare il tramonto di Umberto Bossi, che oltre alla sconfitta del suo candidato Gianni Fava alle primarie è stato anche fischiato e contestato durante il suo intervento, con più di una voce che parla anche di una possibile scissione in seno alla Lega.

Poi c’è stata la consacrazione definitiva di Matteo Salvini, che ha attaccato Silvio Berlusconi in materia di legge elettorale e ha parlato di battaglia a livello nazionale, con il vecchio sogno leghista della Padania riposto in maniera quasi definitiva nel proverbiale cassetto.

Matteo Salvini eclissa Umberto Bossi

La svolta di Matteo Salvini non ha colto gli osservatori politici di sorpresa, visto che non si è trattato di una decisione improvvisa. Questo cambiamento infatti è in atto da tempo, fin da quando il capitano è diventato segretario per la prima volta nel 2013.

Da allora in maniera lenta e costante Salvini ha spostato l’accento dei suoi interventi sempre più su scala nazionale, con la nascita del movimento Noi con Salvini che è l’esempio eclatante di quale sia lo scopo del giovane segretario.

Al congresso di Parma più che uno scontro generazionale, si è consumata una sfida tra due modi diversi di concepire il futuro politico della Lega Nord, tornata per merito di Salvini a volare nei sondaggi elettorali.

Da una parte c’è Umberto Bossi, il padre del carroccio propenso che il partito continui la sua battaglia secessionista, mantenendo anche una posizione più moderata e di centrodestra rinsaldando l’alleanza con Silvio Berlusconi.

Dall’altra parte invece Matteo Salvini pensa che si possa arrivare al governo anche senza l’ingombrante Forza Italia abbracciando invece i movimenti di destra, ma per poter riuscirci ha bisogno di un partito che faccia presa in tutto lo stivale, non solo al Nord.

Il plebiscito delle primarie ha sancito la vittoria di Salvini e la fine politica di Bossi, che insieme ai suoi fedelissimi starebbe anche pensando di salutare quella Lega Nord che aveva creato nei primi anni ’90.

Dopo gli scandali giudiziari degli scorsi anni, il tempo del senatur all’interno del carroccio sembrerebbe essere ormai giunto alla fine, con Matteo Salvini che ormai è giunto al termine della sua operazione di rottamazione della vecchia Lega.

Come cambierà Salvini la Lega?

Vinte le primarie con percentuali bulgare come era da obiettivo, Matteo Salvini dal palco di Parma ha fatto subito intendere quali saranno adesso le strategie politiche future della Lega Nord.

Oltre alle elezioni amministrative di giugno, che saranno il primo banco di prova per questo nuovo corso del carroccio, ci sono poi quelle politiche sulle quali spira negli ultimi giorni sempre più il vento del voto anticipato.

In quest’ottica, Salvini ha fin da subito espresso il proprio parere favorevole al Rosatellum, la legge elettorale proposta dal Partito Democratico e che a inizio giugno approderà in Parlamento una volta terminati i lavori di assestamento in commissione Affari Costituzionali.

Il format metà maggioritario e metà proporzionale piace molto al carroccio, che nei collegi uninominali del Nord potrebbe fare incetta di parlamentari, rimpinguando poi il bottino con la parte proporzionale vista anche l’alta soglia di sbarramento ipotizzata al 5%.

Il problema della Lega però è questo: nonostante al momento goda di un largo seguito, ipotizzato attorno al 13%, alle elezioni del 2013 il partito andò male eleggendo non molti parlamentari.

Ecco perché Matteo Renzi ha bisogno dei voti di Berlusconi per far passare la legge elettorale al Senato, con l’ipotesi di un nuovo patto tra i due che sembrerebbe essere al momento uno scenario molto concreto.

Berlusconi non vuole il maggioritario perché a quel punto sarebbe obbligato ad allearsi con la Lega Nord, più forte sui territori, in una posizione subalterna: a dettare le regole infatti sarebbe in quel caso Salvini e non più il leader di Forza Italia.

Ecco perché gli azzurri hanno proposto un patto a Renzi, ovvero quello di dare il via libera alle elezioni anticipate in autunno in cambio però di una legge elettorale più marcatamente proporzionale, quasi sul modello tedesco.

Se l’accordo dovesse andare in porto, ci potrebbe essere la separazione definitiva tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. La Lega a quel punto potrebbe spostarsi in maniera ancor più marcata a destra, correndo assieme a Fratelli d’Italia e il Polo Sovranista di Alemanno e Storace.

Una coalizione del genere non avrebbe chance di vincere le prossime elezioni, ma potrebbe ottenere una buona rappresentanza parlamentare e gettare le basi per cercare di vincere quelle future, un po’ come ha provato a fare la Le Pen in Francia.

La nuova Lega quindi sarà più nazionale, spostata a destra e anti europeista. Quanto alle alleanze, tutto dipenderà dalla tipologia di legge elettorale che, si spera, entro giugno venga approvata.

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