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Accordo Renzi-Berlusconi: legge elettorale proporzionale poi voto in autunno?

lunedì 22 maggio 2017, di Alessandro Cipolla

Nuovo accordo tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi: in cambio di una modifica più proporzionale del Rosatellum, la legge elettorale che il PD presenterà in Parlamento, Forza Italia potrebbe accettare l’ipotesi di un voto anticipato.

Sono stati giorni di frenetiche trattative tra i vari emissari di Renzi e Berlusconi ma non chiamatelo Nazareno-bis. Il patto infatti che alla fine è stato trovato al momento è riconducibile soltanto ad una disponibilità nel venirsi incontro, con entrambe le parti pronte a proseguire il dialogo per cercare di trovare la stretta di mano definitiva.

Non è un mistero che Berlusconi sia contrario al Rosatellum, vista la sua metà maggioritaria che di fatto costringerebbe Forza Italia ad allearsi in maniera subordinata con la Lega Nord di Matteo Salvini.

Renzi quindi potrebbe accettare una virata della sua legge elettorale verso un testo più marcatamente proporzionale, con una soglia di sbarramento al 5% che in pratica metterebbe fuori causa tutti i partitini.

In cambio però, Forza Italia dovrebbe dare il nulla osta al voto anticipato in autunno, vero obiettivo di Matteo Renzi che vuole evitare la dolorosa manovra finanziaria prima del voto delle elezioni politiche.

Nuovo patto tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi?

La politica è da sempre l’arte del compromesso, con questo do ut des tra Partito Democratico e Forza Italia che potrebbe dare la spinta decisiva per l’approvazione dell’agognata nuova legge elettorale.

Il Rosatellum che a inizio giugno approderà in Parlamento è un testo voluto dal PD che al momento però, oltre che da parte dei verdiniani e della autonomie, trova l’appoggio incondizionato soltanto della Lega Nord.

Per non incappare in una clamorosa bocciatura al Senato, si deve trovare un’intesa più larga per blindare questa nuova legge elettorale anche a Palazzo Madama, considerato che alla Camera non ci dovrebbero essere problemi vista la larga maggioranza detenuta dal PD.

Visto che il Movimento 5 Stelle al momento non viene ritenuto un interlocutore attendibile, ecco che rimane il solo Silvio Berlusconi e la sua folta pattuglia di parlamentari. Forza Italia però ha dettato fin da subito quali fossero le loro regole.

Niente maggioritario ma via libera a un sistema proporzionale simile a quello tedesco, proponendo anche una soglia di sbarramento al 5% che lascerebbe fuori dal prossimo Parlamento tutti i partitini.

Una proposta che sta facendo riflettere Matteo Renzi, che dal canto suo vorrebbe maggiori garanzie di governabilità per chi di fatto dovesse risultare il vincitore delle prossime elezioni politiche.

Al momento, con tre blocchi che stando agli ultimi sondaggi elettorali si equivalgono tutti stimati attorno al 30%, soltanto loro riuscirebbero ad entrare in Parlamento. Per governare poi servirà fare con ogni probabilità una grande coalizione come avviene in Germania, dove lo scettro della presidenza se lo aggiudica il candidato del partito che prende più voti.

Ma perché Renzi sarebbe disposto a cedere a Berlusconi per una legge elettorale proporzionale? Il motivo è uno solo, ovvero quello di un via libera da parte dei forzisti alle elezioni anticipate in autunno.

Legge elettorale poi voto anticipato ?

La situazione politica italiana sta vivendo un momento che, un osservatore straniero, definirebbe senza indugio paradossale. Abbiamo un partito come il PD che regge il governo a guida di una coalizione dove convivono anche forze centriste.

Mentre poi tutta l’opposizione, Lega Nord esclusa, vorrebbe che l’esecutivo Gentiloni arrivasse alla sua scadenza naturale di febbraio 2018, chi spinge invece per delle elezioni anticipate è proprio Matteo Renzi, il segretario del partito che sta governando in questo momento.

Il motivo di tanta fretta da parte del Partito Democratico è presto spiegato. Matteo Renzi vuole per prima cosa sfruttare la scia della sua vittoria alle primarie e magari anche un buon risultato del centrosinistra alla elezioni amministrative di giugno.

Il secondo motivo poi è rappresentato dalla manovra economica che il governo dovrà varare in autunno e che si annuncia essere da lacrime e sangue: votare nel 2018 significherebbe fornire un assist al Movimento 5 Stelle, pronto a cavalcare il tema dell’aumento delle tasse per far breccia nel tartassato ceto medio.

Per le elezioni anticipate però serve una nuova legge elettorale. Il Rosatellum ora è fermo in commissione Affari Costituzionali, dove la sua stesura definitiva dovrà essere ultimata prima dell’approdo in Parlamento.

Il sentore è che il patto questa volta possa reggere, tanto che una vecchia volpe come Massimo D’Alema, fiutato il pericolo, ha già chiamato a raccolta i suoi per iniziare a preparare eventuali liste elettorali.

Se dalla commissione uscirà un testo più marcatamente proporzionale, allora vorrà dire che il lavoro di mediazione tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi è andato a buon fine, con il risultato che ci dovremmo poi già iniziare a preparare a delle elezioni anticipate.

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