Lending crowdfunding: cos’è e come funziona

Giulia Adonopoulos

29/05/2019

12/11/2020 - 16:36

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Cos’è il lending crowdfunding, o P2P lending, e come funziona: modalità d’investimento, vantaggi, costi, piattaforme. Tutto quello che c’è da sapere sul prestito alle imprese e ai privati.

Lending crowdfunding: cos’è e come funziona

Oggi le imprese e i privati che hanno bisogno di finanziamenti non devono per forza rivolgersi alle banche, poiché possono contare su nuove fonti di finanziamento online alternative, rapide e flessibili.

Una di queste, che rientra nella macro-area del Crowdinvesting pur presentando delle peculiari caratteristiche, è il lending crowdfunding, anche conosciuto come social lending o P2P lending.

Il mercato del lending crowdfunding ha registrato una crescita negli ultimi anni che ha interessato anche l’Italia, visto come una valida soluzione per arginare il credit crunch e aiutare aziende e imprenditori, spesso trascurati dagli istituti tradizionali, nel loro percorso di crescita.

Da una ricerca dell’Osservatorio Crowdfinvesting della School of Management del PoliMi è emerso che le persone e le imprese che ricorrono al lending crowdfunding lo fanno principalmente per la velocità dell’erogazione visto che riescono a ottenere prestiti in tempi molto brevi, per la trasparenza e la semplicità.

Dal punto di vista del prestatore (che può essere sia privato che istituzionale), si tratta di una forma di finanza alternativa che consente di diversificare il portafoglio di investimenti mettendo a disposizione la possibilità di contribuire attivamente alla crescita del tessuto imprenditoriale italiano e all’economia reale. Altri vantaggi riguardano i rendimenti, in quanto il tasso di interesse del prestito è superiore a quello proposto dalle banche, e l’assenza dei costi di gestione per gli investitori.

Cos’è il lending crowdfunding

Nel dettaglio, per P2P (peer-to-peer) lending si intende l’erogazione di un prestito attraverso piattaforme online.

Diversamente dall’equity crowdfunding, che consente di investire anche piccole somme in progetti di startup e pmi in cambio di quote nella società, il lending crowdfunding consiste nel prestare denaro a persone o imprese in cerca di fondi destinati a progetti di crescita personale o professionale, a fronte di un interesse e del rimborso del capitale.

Nel caso del crowd-lending i soldi vengono prestati ai richiedenti, che attraverso il portale online specializzato possono realizzare il progetto e restituire il denaro una volta compiuto.

Queste piattaforme hanno il ruolo di mettere in contatto domanda e offerta, e quello di selezionare, classificare e approvare i progetti per cui si richiede un finanziamento; organizzano i flussi finanziari (esborsi e rimborsi) e, nel caso di mancato pagamento, si occupano del processo di recupero crediti.

Come funziona il lending crowdfunding

La persona o l’impresa a cui serve il prestito in denaro per poter realizzare un progetto personale o di natura imprenditoriale lo richiede sulla piattaforma online. Qui i prestatori investono i loro risparmi prestandoli a dei tassi d’interesse superiori rispetto a quelli proposti dalle banche.

Oggi in Italia esistono diverse piattaforme di lending crowdfunding a cui fare riferimento. Ci sono quelle focalizzate sui prestiti alle imprese, come BorsadelCredito.it, The Social Lender, October (ex Lendix), e quelle rivolte ai prestiti personali: Prestiamoci, Smartika, Soisy e Younited Credit.

Un settore particolarmente vivace, che ha contribuito alla crescita del lending crowdfunding nel corso del 2018, è il real estate crowdlending. Un esempio interessante di piattaforma business in ambito immobiliare è Re-Lender, specializzata in progetti di riconversione industriale, ecologica, immobiliare e tecnologica. Tra i vantaggi offerti dal portale, la possibilità di investire anche solo 50€ e la gestione fiscale semplificata (la società funge da sostituto d’imposta).

Scopri la piattaforma di Re-Lender

Per i richiedenti

Fare la richiesta di un prestito col lending crowdfunding è semplice. Basta collegarsi al sito del marketplace, inserire i dati richiesti e attendere la valutazione della piattaforma. Le aziende devono avere dei requisiti, oltre al merito creditizio (per esempio, avere sede legale in Italia, almeno un bilancio depositato, un fatturato superiore a una determinata cifra...), ma questi dipendono dai portali a cui ci si rivolge.

In linea generale le aziende possono richiedere finanziamenti da un minimo di 30.000 euro fino a 3milioni/3 milioni e mezzo. La durata del finanziamento varia in base alla piattaforma di riferimento. Ad esempio su BorsaDelCredito è tra i 3 e gli 84 mesi, mentre su The Social Lender va dai 12 ai 60 mesi.

Dopo aver superato l’analisi preliminare (in genere la risposta arriva entro le 48 ore), la piattaforma può effettuare una valutazione più approfondita del progetto ed entro massimo una settimana fare l’offerta definitiva. Sottoscritto il contratto di finanziamento, il progetto viene pubblicato sulla piattaforma online e l’azienda riceve l’importo direttamente sul suo conto corrente in pochi giorni.

Sarà sempre la piattaforma a prelevare ogni mese le rate dal conto corrente del richiedente, secondo il piano di rateizzazione concordato.
Per quanto riguarda i costi, la presentazione di una richiesta di finanziamento e l’analisi del dossier da parte degli analisti del portale sono gratuite, ma sono previste commissioni di apertura contestuali all’erogazione del finanziamento, e quelle di gestione, addebitate con cadenza mensile.

Per i prestatori

Per essere prestatori bisogna iscriversi alla piattaforma inserendo i dati anagrafici e bancari con una rapida registrazione, definire la propria offerta ed effettuare il primo bonifico. Prendiamo BorsadelCredito.it: qui il prestatore può scegliere tra Profilo Manuale e Profilo Gestito. In questo secondo caso, che è quello preferito dagli utenti, è il portale che si occupa di associare i capitali con i prestiti deliberati. Una volta che il progetto è stato finanziato, il prestatore riceve il rimborso comprensivo di quota di capitale + interessi, che possono andare dal 4 al 7%. Si possono anche ritirare i propri soldi prima della naturale scadenza del prestito, vendendo il portafoglio residuo su un mercato secondario interno alla piattaforma.

Importante: il peer-to-peer lending è una forma di investimento e come tale espone al rischio di perdere il denaro prestato (l’impresa può dichiarare fallimento, non restituire quanto dovuto...). Pertanto è consigliabile ripartire i prestiti su più progetti in modo da diversificare il portafoglio e abbassare il rischio.

Allo stesso modo, si consiglia di non prendere in prestito somme troppo alte che possono andare oltre le capacità di rimborso.

Alcune piattaforme, proprio per proteggere i propri investitori in prestiti, hanno attivato la copertura del Fondo di Garanzia per le pmi. In caso di default del progetto finanziario, si offre la garanzia di una copertura parziale (compresa tra il 40% e l’80%) del capitale residuo. Le somme recuperate vengono suddivise in maniera equa tra tutti i prestatori che hanno partecipato al finanziamento, in misura proporzionale ai capitali investiti.

Leggi anche Investire in startup: opportunità e rischi

La tassazione

Con la Legge di Bilancio 2018 si è stabilito che i proventi da investimento nel social lending ottenuti da persone fisiche sono soggetti alla ritenuta a titolo definitivo con aliquota 26%, come già accade per altri proventi finanziari quali dividendi e cedole di obbligazioni.

Sullo stesso argomento leggi anche P2P Lending: i trend del 2019

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