Grecia: vittoria del NO al referendum. Reazioni e conseguenze

Sara Santarelli

6 Luglio 2015 - 08:38

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La decisione del popolo ellenico è di non accettare le proposte dei creditori per un nuovo piano economico. Ad Atene si festeggia la vittoria della repubblica e della democrazia; ma quali saranno i fatti che colpiranno l’Europa nei prossimi giorni?

Grecia: vittoria del NO al referendum. Reazioni e conseguenze

La riposta della Grecia ai proprio creditori è stata: OXI. Un urlo quasi unanime quello del NO del popolo ellenico, appoggiato non solo dal premier Tsipras, ma anche da molti esponenti della politica italiana. La decisione greca sta aprendo nuovi scenari all’interno dell’Eurozona e molteplici sono gli interrogativi che attanagliano, non solo la Grecia, ma anche l’Italia e l’Europa.
Il Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, non si è sbilanciato a dare un suo giudizio riguardo la vittoria del NO:

"I cittadini greci hanno preso oggi, con il referendum, una decisione della quale occorre, in primo luogo, prendere atto con rispetto. Una decisione, tuttavia, che proietta, oltre ad Atene, la stessa Unione europea verso scenari inediti, che richiederanno a tutti, sin d’ora, senso di responsabilità, lungimiranza e visione strategica".

E ha aggiunto:

"La Grecia fa parte dell’Europa e, nei confronti del suo popolo, non deve venir meno la solidarietà degli altri popoli dell’Unione. Questi saranno certamente, nei prossimi giorni, i principi ispiratori dell’azione dell’Italia e mi auguro anche dei rappresentanti del popolo greco, degli altri partners europei e delle Istituzioni dell’Unione".

Ciò che esorta a fare il Presidente della Repubblica è di essere solidali con una nazione quanto mai vicina all’Italia, soprattutto in momenti delicati come questi intrisi di incertezze e di instabilità. A tal proposito, ha espresso la propria opinione anche Laura Boldrini, terza carica dello Stato, sostenendo che la scossa che sta dando la Grecia, con la sua decisione, è il pretesto per cambiare l’Europa e permettere ad essa di crescere economicamente e nell’ambito della coesione sociale.

In Italia, esultano i sostenitori del NO
I gruppi che hanno parteggiato per il NO, in Italia, non si rifanno tutti ad una classe politica, ma c’è una grande eterogeneità di ideologie politiche che si uniscono, all’unisono, per gridare, insieme alla Grecia: OXI.
Sel, M5S, Forza Italia e Lega hanno sostenuto la partita che il popolo ellenico ha giocato contro i propri creditori. Alcuni esponenti dei partiti italiani hanno, inoltre, deciso di seguire il referendum in prima persona, andando in loco.

  • Beppe Grillo ha espresso tutto l’entusiasmo nel suo blog; ha dichiarato che la questione non concerne l’economia o la politica, ma si tratta di geopolitica e come tale ha il suo coronamento nell’istituzione della democrazia.
  • Nichi Vendola, il Presidente di Sel, ha lanciato forti provocazioni verso la potenza della Germania e coloro che hanno soggiogato i suoi voleri:

    "vittoria dei nemici dell’austerità. Si è aperta una crepa nel nuovo muro di Berlino. La Merkel e la Troika escono sconfitti. Matteo Renzi, che ha giocato la parte peggiore, esce sconfitto. Esce vincitrice la democrazia ed esce la necessità di cambiare l’agenda di Bruxelles e mettere al centro i diritti delle persone".

  • Viaggia sulla stessa linea d’onda anche Stefano Fassina che ha fatto i complimenti a Tsipras per aver riportato l’idea della democrazia non solo in Grecia, ma nel resto d’Europa; con uno schiaffo come questo è stato possibile mettere in discussione l’ordine tedesco, ormai dominante nell’intera Eurozona.
  • Moderato il commento del Ministro degli esteri Paolo Gentiloni:

    "Ora è giusto ricominciare a cercare un’intesa. Ma dal labirinto greco non si esce con un’Europa debole e senza crescita".

  • Matteo Salvini, come consuetudine, ha espresso il suo, colorito, parere sul social di Twitter:

    "A prescindere dal risultato, l’Europa deve cambiare trattati e moneta. Se, come sembra, il no ha vinto, è uno schiaffone agli europirla che ci hanno portato alla fame".

    Ha, inoltre, aggiunto che Renzi deve ormai rendersi conto che sta nascendo una nuova Europa fondata sul rispetto dei popoli. Cosa succede se Matteo Renzi non vuole vedere una nuova Europa? Salvini promette, la famosa, ruspa anche per lui.

Con il NO il popolo greco, sostenuto anche da alcuni esponenti della politica italiana, ha scelto di dire basta alle politiche di austerità. Cosa succederà in Europa?

Eurogruppo: al più presto a lavoro per trovare un nuovo negoziato
Mentre imperversa il caos nella politica e nell’economia internazionale, la BCE ha deciso di mantenere chiusi i rubinetti di liquidità monetaria per i greci, continuano ad essere fuori servizio bancomat e banche.
Angela Merkel si incontrerà oggi, nel tardo pomeriggio, con Francois Hollande a Parigi per discutere riguardo la situazione greca e il suo futuro. Germania e Francia hanno rispettato la decisione della Grecia, ma chiedono un summit straordinario all’Eurogruppo per martedì.
E’ in discussione, anche, la moneta unica che sarà sottoposta alla prova dei mercati: salvare il matrimonio con l’Euro, o trattare per un divorzio?
Lo stesso Matteo Renzi è predisposto alle trattative e al dialogo, ha già fissato un incontro con il Ministro dell’Economia Padoan. La Grecia si pone sulla strada della collaborazione e spera di trovare un nuovo accordo con i creditori anche entro le 48 ore.

Conseguenze causate dal NO
A rischio c’è, per la Grecia, l’instabilità politica, ma ciò che preoccupa, come dato allarmante è il crack economico-finanziario.
La Grecia fuori dall’Eurozona sarebbe una grave buco di bilancio per la Germania: secondo Weidmann, infatti, i costi della Grexit colpirebbero direttamente i profitti della Bundesbank, che confluiscono nel bilancio tedesco e attualmente stimati in 2,5 miliardi di euro l’anno. Inoltre, la Bce detiene 20 miliardi di euro di titoli greci e la quota di profitti o perdite su quei titoli spettanti alla Bundesbank ammonta a circa un quarto. Uscendo dall’Euro, la Grecia costringerebbe la Bce ad operare ulteriori svalutazioni.

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