Decreto Fiscale 2015: abuso del diritto, frode fiscale e dichiarazione omessa, tutte le novità in 7 punti

Simone Casavecchia

07/01/2015

Tutte le misure del contestatissimo Decreto Fiscale 2015, passato agli onori della cronaca per la norma Salva-Berlusconi: dall’abuso del diritto alla frode fiscale fino all’evasione fiscale.

Decreto Fiscale 2015: abuso del diritto, frode fiscale e dichiarazione omessa, tutte le novità in 7 punti

Licenziato dal Consiglio dei Ministri del 24 Dicembre scorso, il decreto legge che attua la Delega Fiscale assegnata al Governo per riformare il fisco e la normativa sui reati tributari è salito in questi giorni agli onori della cronaca per essersi, di fatto, configurato come l’ennesimo provvedimento Salva-Berlusconi. A proposito dell’art. 19 bis (la specifica misura che consentirebbe l’annullamento dei reati commessi, anche da Berlusconi) si è creato un vero e proprio giallo, dal momento che, nonostante il Premier si sia assunto la responsabilità di quella misura, non si è ancora compreso chi, effettivamente l’abbia inserita nel testo del decreto. Quel che, a oggi, è certo è che il provvedimento tornerà all’attenzione del Consiglio dei Ministri del prossimo 20 Gennaio, per essere revisionato. Vediamo, intanto, però quali sono le principali novità introdotte.

Abuso del diritto
Il Decreto Fiscale 2015 introduce la nuova nozione di abuso del diritto definito come quella circostanza in cui si verificano operazioni prive di sostanza economica che hanno come loro conseguenza principale la realizzazione di vantaggi fiscali indebiti. Non si può, invece, parlare di abuso di diritto quando un contribuente realizza delle operazioni, anche prive di sostanza economica, finalizzate al conseguimento di un vantaggio fiscale legittimo. Si può, inoltre, parlare di abuso di diritto quando i vantaggi fiscali conseguiti illegittimamente non possono essere contestati in base ad altre violazioni, per questo, di fronte a fenomeni di simulazione, di alterazione e di frode fiscale o, comunque di artifici fiscali adottati con la finalità dell’evasione vera e propria, ci si trova di fronte, appunto, a un caso di evasione.

Omesso versamento di IVA
Per l’omesso versamento di IVA e di ritenute la soglia di punibilità viene elevata da 50000 a 150000 euro. In altri termini solo un’omissione del versamento di IVA o di ritenute, superiore ai 150000 euro, configura un reato di natura penale. Per quanto riguarda la compensazione indebita tra debiti e crediti che possono essere vantati nei confronti del Fisco le soglie per la quale scatta la punibilità rimangono invariate sebbene anche in questo caso, come nel precedente, l’estinzione del debito tributario comporti anche l’estinzione del reato penale.

Dichiarazione Infedele
Anche in questo caso si configura un reato di natura penale solo nei casi in cui l’imposta evasa superi i 150000 euro (rispetto ai precedenti 50000). Si tratta dei casi in cui, in sede di dichiarazione fiscale, vengano presentate dichiarazioni con attivi troppo bassi o passivi troppo alti, che consentono, in ogni caso, di ridurre la base imponibile. Sempre riguardo alle dichiarazioni infedeli, occorre anche ricordare che si configura la perseguibilità penale solo se gli attivi non dichiarati in sede di imposizione, superano il 10% della somma complessiva degli attivi o comunque superano i 3 milioni di euro.

Confisca dei beni
In caso di condanna per reati tributari (definiti dal D. Lgs. 74/2000) è sempre prevista la confisca dei beni che coincuono con il profitto ottenuto illegalmente o con il prezzo di quei reati. Nei casi in cui non è possibile procedere alla confisca di quei beni, è comunque possibile la rivalza sugli altri beni del condannato, fino al raggiungimento del valore equivalente.

Fatture false
Il reato di emissione o rilascio di fatture false si configura, in base al testo del decreto, solo sopra la soglia dei 1000 euro. La distruzione dei documenti contabili viene, invece, punita più severamente, con un periodo di reclusione elevato da 18 mesi a 6 anni (prima il periodo di reclusione andava da un minimo di 6 mesi a un massimo di 5 anni).

Omessa dichiarazione
Per i contribuenti che non presentano la dichiarazione dei redditi al fine di evadere il fisco il periodo di reclusione si allunga passando da un minimo di 18 mesi a un massimo di 4 anni (precedentemente si andava da un minimo di 1 anno a un massimo di 3 anni). Anche in questo caso, però, la soglia di punibilità viene elevata, perché il reato si configura se i redditi non dichiarati eccedono i 50000 euro (prima vigeva la soglia dei 30000 euro). Non possono essere considerati come omesse dichiarazioni i casi in cui la dichiarazione viene presentata in ritardo (entro i 90 giorni) oppure non viene sottoscritta o, ancora, viene presentata su un modello sbagliato.

Dichiarazione fraudolenta
Nel caso di dichiarazione fraudolenta che avviene attraverso la messa in atto di altri artifici contabili, come le operazioni simulate, l’utilizzo di documenti falsi o, comunque, altri mezzi che possano ostacolare l’accertamento fiscale o indurre in errore l’amministrazione, la pena prevede un periodo di reclusione che va da 1 a 6 anni. Il reato penale si configura quando l’evasione supera i 30000 euro (per ogni singola imposta) o se il totale degli attivi sottratti a imposizione supera il 5% degli attivi dichiarati o, ancora, se il totale degli attivi sottratti a imposizione supera 1,5 milioni di euro.

Casi di esclusione e Salva-Berlusconi
Il testo del Decreto Fiscale 2015, almeno nella sua contestata prima versione, prevede che venga escluso dalla punibilità chi, in ogni caso, ha evaso le imposte sui redditi per importi inferiori al 3% del reddito imponibile dichiarato o, comunque, chi ha evaso l’IVA per un importo non superiore al 3% del totale dell’IVA dichiarata. Si tratta dell’ambiguo art. 19bis che, attraverso la franchigia del 3% salverebbe Berlusconi, dal momento che gli consentirebbe di estinguere la condanna in via definitiva già comminatagli dalla giustizia italiana per frode fiscale nel processo sui Diritti Mediaset. Se il testo del decreto non dovesse subire variazioni, un’ulteriore conseguenza sarebbe la possibilità, per Berlusconi, di candidarsi nuovamente alle elezioni.

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