Cuneo fiscale 2015 tra IRAP e bonus assunzioni a tempo indeterminato: i calcoli in un tweet di Renzi

Simone Casavecchia

21 Gennaio 2015 - 11:07

Il Premier Renzi posta su tweet una slide che presenta un calcolo relativo al cuneo fiscale 2015, ridotto grazie agli effetti del bonus assunzioni a tempo indeterminato su IRAP e contribuzione per neoassunti.

Cuneo fiscale 2015 tra IRAP e bonus assunzioni a tempo indeterminato: i calcoli in un tweet di Renzi

Pubblicato ieri su Twitter un post del premier Matteo Renzi in cui vengono presentati i dati relativi al cuneo fiscale 2015 e agli effetti che avranno su di esso i provvedimenti approvati nella Legge di Stabilità, ovvero il bonus assunzioni per i nuovi contratti a tempo indeterminato stipulati con il contratto a tutele crescenti e gli sgravi sull’IRAP previsti per i neoassunti.

I tagli al cuneo fiscale
Nello specifico, per i neo assunti con contratto a tutele crescenti a tempo indeterminato, il bonus assunzioni, consente di abbattere la totalità dei costi contributivi per i primi tre anni.

Per quanto riguarda, invece, l’ IRAP, tutte le tipologie di imprese (ovvero società di capitali e enti commerciali, società di persone e imprese individuali, banche, società finanziarie, assicurazioni, esercenti arti e professioni, che siano persone fisiche o società semplici e gli imprenditori agricoli titolari di reddito agrario con volume d’affari di almeno 7000 euro annui) potranno godere di uno sgravio fiscale sulla base imponibile sul costo del lavoro sostenuto per il personale dipendente a tempo indeterminato. L’agevolazione che è possibile detrarre dall’IRAP è data dalla differenza tra il costo complessivo del personale dipendente a tempo indeterminato e le deduzioni previste dall’articolo 11 del Decreto Legislativo 446/1997, ossia:

  • 7500 euro per ogni lavoratore impiegato nel periodo di imposta, aumentato a 13500 euro per le donne e i giovani sotto i 35 anni;
  • ulteriore incremento fino a 15000 euro per i lavoratori in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, che sale a 21mila euro per donne e under 35;
  • contributi assistenziali e previdenziali;
  • contributi per le assicurazioni obbligatorie contro gli infortuni sul lavoro;
  • spese relative ad apprendisti, disabili, contratti di formazione e lavoro, personale addetto alla ricerca e sviluppo;
  • per le imprese autorizzate all’autotrasporto merci, le indennità di trasferta per la parte che non concorre a formare il reddito del dipendente;
  • 1850 euro per ogni dipendente impiegato nel periodo d’imposta fino a un massimo di cinque;
  • 15000 euro in caso di incremento del numero di lavoratori a tempo indeterminato rispetto agli occupati nel periodo d’imposta precedente.

Se la somma di queste voci è inferiore al costo del lavoro, la deduzione è al 100%.

I calcoli del Premier
In base alla slide pubblicata dal premier Renzi, e riportata qui sotto, le imprese italiane avranno i seguenti benefici:

  • Per un neo assunto, senza figli e con 13 mensilità, soggetto a contratto a tempo indeterminato, con un reddito annuo lordo di 24.000 euro, un’azienda spenderà (mensilmente) nel 2015 1.983 euro a fronte dei 2.633 del 2013. La differenza tra costo del lavoro e retribuzione netta (il cuneo fiscale) viene in questo caso ridotto di 500 euro, ovvero del 64%, cuneo fiscale (ovvero il saldo tra il costo del lavoro e la retribuzione netta) si abbatte del 64%passando da 1325 euro a 500 euro e determinando un aumento del salario netto del lavoratore che passa da 1308 euro a 1483 euro.
  • Nel caso in cui il contratto a tempo indeterminato fosse stato già stipulato prima, il cuneo fiscale subirà comunque un calo del 18%.
  • Se si considera, invece, il caso di un lavoratore neo assunto (con le stesse caratteristiche di cui sopra) con un reddito lordo annuo di 15000 euro, la differebnza tra costo del lavoro e retribuzione netta (cuneo fiscale) subisce un abbattimento del 73% e passa, quindi, da 754 euro a 207 euro: Rispetto a un vecchio contratto a tempo indeterminato, stipulato nel 2013, l’incremento mensile del salario netto del lavoratore passa da 887 euro a 1032 euro.
  • Per i vecchi contratti a tempo indeterminato, stipulati prima dell’entrata in vigore della Legge di Stabilità, viene comunque messo in campo un taglio del cuneo fiscale del 24%.

La differenza tra vecchi e nuovi contratti è determinata soprattutto dalle nuove regole del Jobs Act che entreranno in vigore non appena saranno definitivamente approvati i decreti attuativi relativi.

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