Aspi, mini Aspi e cassa integrazione, come cambiano i requisiti con il Jobs Act: stretta in arrivo?

Valentina Brazioli

15 Luglio 2014 - 18:34

Aspi, mini Aspi e cassa integrazione: termini che individuano strumenti di sostegno al reddito sempre più necessari, soprattutto nell’attuale contesto di crisi economica. Eppure, i lavori del Senato sul ddl delega in materia di ammortizzatori sociali sembrano fotografare una situazione dove lo Stato cerca di stringere ancora di più i cordoni della borsa. Ecco cosa sta succedendo.

Aspi, mini Aspi e cassa integrazione, come cambiano i requisiti con il Jobs Act: stretta in arrivo?

Aspi e mini Aspi, i requisiti per ottenere questi tipi di indennità di disoccupazione, eredità della riforma del lavoro targata Elsa Fornero, potrebbero a breve diventare più stringenti. Sembra essere questo l’orientamento portato avanti dal Governo all’interno delle commissioni parlamentari: nello specifico, in quel di Palazzo Madama la Commissione Lavoro si sta già spendendo alacremente sul disegno di legge 1428, altrimenti noto come il testo che si pone l’ambizioso obiettivo di riformare e riordinare gli ammortizzatori sociali nel nostro Paese.

Gli emendamenti alla prova del voto

La Commissione, infatti, è già alle prese con le votazioni di alcuni emendamenti, seppur tralasciando – almeno per ora - lo spinoso articolo 4 e la questione della possibile revisione del contratto a tempo indeterminato in un contratto “a tutele crescenti” (secondo la formula proposta dal giuslavorista e senatore di Scelta Civica Pietro Ichino). In compenso, però, sembra emersa con forza l’idea che chi sta usufruendo dell’indennità di disoccupazione e rifiuta sia la possibilità di impegnarsi nella formazione, che la ricollocazione in un nuovo impiego debba essere in qualche modo sanzionato, introducendo così un vincolo fino ad oggi sconosciuto.

Tetto massimo di ore per i dipendenti in cassa integrazione

Altro argomento che ha trovato spazio nel dibattito è stato quello della cassa integrazione, sia ordinaria che straordinaria. Se per quella in deroga la stretta è ormai certa, anche la versione più tradizionale di questo ammortizzatore sociale sembra essere pronta a subire gli effetti di una bella cura dimagrante. I senatori dell’XI commissione, infatti, hanno stabilito che bisognerà prevedere un tetto massimo di ore lavorabili per tutti i dipendenti in cassa integrazione, allo scopo di distribuire il lasso di tempo di attività consentito a ogni occupato.

Per il resto, si sono affrontate una serie di norme volte a semplificare le procedure amministrative, oltre a un’iniziativa bipartisan per incentivare la flessibilità dei congedi parentali compatibilmente con le esigenze organizzative delle imprese. Nel frattempo, i lavori in Commissione sono proseguiti anche oggi, mentre è ancora incerta la data dell’approdo in Aula del ddl delega per il voto.

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