Art. 18, Aspi, Contratto a tutele crescenti: il Senato vota oggi la fiducia al Jobs Act

Simone Casavecchia

3 Dicembre 2014 - 14:54

Il Senato è chiamato per oggi pomeriggio a votale la fiducia sul secondo atto del Jobs Act ovvero la legge delega sulla riforma del mercato del lavoro.

Art. 18, Aspi, Contratto a tutele crescenti: il Senato vota oggi la fiducia al Jobs Act

Dopo la discussione di stamattina è atteso per oggi pomeriggio, intorno alle 19,00, il voto di fiducia del Senato sul disegno di legge delega in materia di mercato del lavoro, il provvedimento che costituisce il secondo atto del Jobs Act e che dovrebbe dare al governo la facoltà piena di legiferare sul nuovo contratto a tutele crescenti, l’articolo 18, il riordino dell’Aspi e l’istituzione dell’agenzia nazionale per l’occupazione.

Il testo su cui il Senato è chiamato ad esprimersi non è stato sostanzialmente modificato dopo l’esame della Camera: si tratta, infatti, di un fragile equilibrio raggiunto con la minoranza Pd dall’esecutivo, soprattutto riguardo all’art. 18 e ai motivi del reintegro dopo il licenziamento.

La fiducia si è resa necessaria non solo per mettere a tacere i malumori presenti all’interno del Pd ma, soprattutto, per accellerare i tempi di approvazione della norma, in modo tale che il Governo riesca a varare, subito dopo i Decreti Delegati che renderanno operativa la riforma entro il 2015 e consentiranno ai nuovi contratti a tutele crescenti di godere degli sgravi fiscali previsti dalla legge di stabilità, anch’essa in fase di approvazione al Senato. Vediamo in dettaglio quali sono le misure contenute nel provvedimento.

Art. 18
Nel testo della legge delega viene compresa la modifica all’art.18 dello Statuto dei lavoratori, riguardante il licenziamento illeggittimo. Le nuove regole, che verranno collegate alle disposizioni relative al contratto a tutele crescenti, escludono la possibilità di reintegro sul posto di lavoro per i licenziamenti di carattere economico. In base al nuovo contratto a tutele crescenti viene previsto un indennizzo economico certo e variabile: il compenso sarà maggiore per i dipendenti con una più elevata anzianità di servizio. Unici casi in cui l’art. 18 rimane in vigore sono quelli riguardanti il licenziamento senza giusta causa, ovvero i licenziamenti discriminatori e i licenziamenti in base a un provvedimento disciplinare ingiustificato. I decreti delegati che andranno a rendere operativa la legge delega dovranno prevedere anche dei tempi certi per l’impugnazione del licenziamento e, più in generale, dovrebbero essere normate in modo più specifico tutte le fattispecie di licenziamento per cui può essere ancora previsto il reintegro, al fine di ridurre al minimo il potere discrezionale dei giudici nei casi limite.

Nuove forme contrattuali e contratto a tutele crescenti
Le attuali forme di contratto per il lavoro subordinato dovrebbero essere drasticamente ridotte grazie al nuovo contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, i lavoratori con maggiore anzianità di servizio dovrebbero, quindi, godere di maggiori tutele. Per quanto riguarda le altre forme contrattuali (parasubordinati, lavoro a progetto) dovrebbe, comunque, esserci una riduzione, sebbene le collaborazioni coordinate e cntinuative resteranno in vigore "fino a esaurimento".

Aspi e altri ammortizzatori sociali
Il sussidio di disoccupazione attualmente previsto dall’Aspi (Assicurazione sociale per l’impiego) dovrebbe essere esteso anche ai contratti di collaborazione coordinata e continuativa, almeno nella finestra temporale che vedrà esaurirsi questa forma contrattuale.
La platea di interessati dal beneficio dovrebbe essere composta da almeno 300mila lavoratori atipici, in particolari quelli soggetti a carriere estremamente discontinue. La storia contributiva del lavoratore consentirà di definire la durata di questo ammortizzartore sociale in cui verranno ricomprese sia l’Aspi che la mini-Aspi. Per i lavoratori che hanno versato maggiori contributi sarà, in linea generale, prevista una durata più lunga del sussidio.
L’estensione della platea dei beneficiari dovrebbe essere garantita non solo dai 2,2 miliardi di euro che, in base alla nuova finanziaria (Ddl Stabilità) finanzieranno gli ammortizzatori sociali ma anche da ulteriori 700 milioni di euro provenienti dal fondo per l’occupazione.

Cassa Integrazione
Un altro nodo del provvedimento è quello che riguarda la cassa integrazione che verrà eliminata nel caso di cessazione dell’attività aziendale o di un ramo dell’attività, purché si tratti di cessazioni definitive; se, invece, si daranno prospettive concrete di proseguimento dell’attività, l’erogazione della cassa integrazione non dovrà essere interrotta.

Demansionamento
A sostanziali modifiche sarà sottoposto anche l’art. 13 dello Statuto dei lavoratori che prevede che il lavoratore sia adibito a mansioni per le quali è stato assunto o a mansioni di appartenenti a una categoria superiore che ha acquisito nel tempo. La legge delega, invece, in base al principio dell’utile impiego del personale in caso di processi di riorganizzazione, prevede la possibilità di demansionamento o di passaggio a una mansione differente, con il fine ultimo di tutelare il posto di lavoro del soggetto.

Altre misure
Tra le altre misure contenute nel disegno di legge delega vanno ricordate anche l’istituzione di un’Agenzia nazionale per l’occupazione che dovrebbe sostituire gli attuali Centri per l’impiego, l’indennità di maternità per le lavoratrici parasubordinate e sussidi (in forma di credito d’imposta) per le genitrici di figli disabili e non autosufficienti. Estese anche le possibilità di controllo e di sorveglianza in azienda.

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