Wall Street ostaggio del blocco trading al CME, cosa è successo. Tutta colpa di un data center

Laura Naka Antonelli

28 Novembre 2025 - 16:47

Trading sospeso al Chicago Mercantile Exchange per ore, con contratti futures e opzioni congelati. Cosa è successo.

Wall Street ostaggio del blocco trading al CME, cosa è successo. Tutta colpa di un data center

Wall Street si è ritrovata oggi ostaggio dell’improvviso stop al trading che ha colpito il Chicago Mercantile Exchange (CME), stamattina presto ora di New York, a causa di un problema di raffreddamento che ha colpito uno dei data center della piattaforma di scambio.

L’impatto per i trader di tutto il mondo è stato rilevante, in quanto è su questo mercato che vengono scambiati i contratti di futures e opzioni che hanno per oggetto gli stessi indici azionari USA, ovvero i contratti futures sul Dow Jones, sul Nasdaq e sullo S&P 500 che gli investitori sono soliti monitorare per capire come aprirà Wall Street.

Blackout al Chicago Mercantile Exchange, cos’è la piattaforma di trading tra le più importanti al mondo

Per alcune ore, i trader si sono ritrovati di colpo smarriti, a causa del blocco totale degli scambi dei contratti: non solo quelli sui listini azionari, visto che sul Chicago Mercantile Exchange (CME) vengono scambiati anche futures e opzioni sui rapporti di cambio, sui tassi di interesse, sui metalli e su altri asset.

Il CME, così come si presenta oggi, è di fatto il centro nevralgico di diverse operazioni di trading, confermandosi tra le principali piattaforme di contrattazioni al mondo.

La sua espansione è stata progressiva ed è culminata nella maxi operazione con cui, nel 2008, la piattaforma ha rilevato il NYMEX Holdings, la holding che controlla il New York Mercantile Exchange (NYMEX) - dove vengono scambiati i futures sul petrolio WTI, per citare i contratti tra i più importanti - e il Commodity Exchange, (COMEX), dove avviene il trading dei contratti futures sui metalli, come quelli sull’oro e sull’argento.

Blocco trading durato ore, l’annuncio del CME Group

L’alert è scattato stamattina, quando le contrattazioni si sono bloccate alla Chicago Mercantile Exchange (CME) a causa di un problema di raffreddamento in uno dei suoi data center.

Il trading è stato ripristinato dopo qualche ora, con il CME Group che ha annunciato che il trading di futures e di opzioni sulle azioni sarebbe ripartito alle ore 8:30, le 14:30 ora di New York:

Così un portavoce della piattaforma, nel comunicare lo stop delle contrattazioni:

“A causa di un problema di raffreddamento presso i data center di CyrusOne, i nostri mercati sono attualmente sospesi. I tecnici sono al lavoro per risolvere il problema nel breve termine e informeranno i clienti sui dettagli delle contrattazioni di premercato non appena disponibili”.

A essere stati impattati, ha precisato il CME, sono stati tutti i mercati dei futures e delle opzioni, i mercati del forex della piattaforma EBS e la piattaforma BMD.

Trading ripartito sull’EBS alle 7, scambi ripristinati tutti alle 8.30 ora di New York

Sull’EBS, il trading è poi ripartito alle 7 ora di New York, 90 minuti circa dopo il riavvio delle contrattazioni della sua controllata BrokerTec.

Da segnalare che l’EBS, acronimo di Electronic Broking Services, è una delle principali piattaforme elettroniche di trading del mercato valutario (Forex) che viene utilizzata dalle banche, dagli investitori istituzionali e dai market maker di tutto il mondo: è qui che avviene il trading dei rapporti di cambio più noti come quelli dell’euro-dollaro EUR-USD, del dollaro-yen USD/JPY e della sterlina-dollaro GBP/USD.

Alle 8:30 ora di New York, 14.30 ora italiana, così come era stato anticipato, il trading è ripartito, con un portavoce del CME Group che ha comunicato che “tutti i mercati del CME Group sono aperti e operativi ”.

Tutta colpa di un problema di raffreddamento all’impianto di data center della società CyrusOne

A spiegare quanto è avvenuto è stato subito stamattina il portavoce della società CyrusOne, operatore globale di data center con sede a Dallas, in Texas, spiegando alla CNBC che il gruppo si è messo al lavoro prontamente per risolvere il problema di raffreddamento che ha colpito il suo impianto di data center CHI1, situato nell’area di Chicago il cui stop ha colpito tra i clienti anche il CME Group:

Il 27 novembre, la nostra struttura CHI1 ha subìto un guasto all’impianto di raffreddamento, che ha interessato diverse unità di raffreddamento”, si legge nella email che la società CyrusOne ha inviato in risposta alla CNBC - “I nostri team di ingegneri, insieme a specialisti meccanici esterni, sono sul posto per ripristinare la piena capacità di raffreddamento. Abbiamo già riavviato diversi refrigeratori a capacità limitata e abbiamo installato attrezzature di raffreddamento temporanee per supportare i nostri sistemi permanenti”.

Al momento, la situazione è tornata alla normalità, con le contrattazioni che sono state ripristinate.

Detto questo, come ha spiegato un articolo di Bloomberg, le ripercussioni sono state in alcuni casi significative, in quanto il blackout è durato diverse ore, provocando lo stop del trading, tra gli altri, anche dei futures sui Treasury USA.

Altri operatori hanno segnalato che, nelle ore di stop degli scambi, i volumi si sono spostati su piattaforme alternative a causa del venir meno della liquidità e della trasparenza dei prezzi.

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