Le nuove norme per la vaccinazione obbligatoria coinvolgono anche i docenti italiani: per loro previste delle nuove ore di formazione, ma non saranno retribuite con lo stipendio.
Formazione insegnanti obbligatoria anche per l’aggiornamento sulle nuove norme per la vaccinazione? Facciamo chiarezza analizzando quanto stabilito dal D.L. n°73 approvato lo scorso 7 giugno.
Le novità della legge 73/2017, dopo la pubblicazione del testo in Gazzetta Ufficiale, sono ormai note a genitori e insegnanti: solo chi è in regola con le vaccinazioni obbligatorie, nel frattempo passate a 12, potrà essere iscritto alla scuola dell’infanzia, mentre nella scuola primaria i genitori dei bambini non vaccinati saranno soggetti al pagamento di una sanzione elevata.
Tuttavia, il testo del decreto Legge approvato lo scorso 7 giugno presenta diversi punti poco chiari uno dei quali, probabilmente il più importante, riguarda gli insegnanti.
L’articolo 2, comma II, del decreto, infatti, stabilisce che per l’anno scolastico 2017-2018 verranno stanziati 200mila euro per l’organizzazione di attività formative per il personale docente ed educativo. Ci saranno poi dei corsi di approfondimento sul delicato tema della prevenzione sanitaria per gli studenti, ai quali prenderanno parte anche le associazioni dei genitori.
Gli insegnanti quindi dovranno aggiornarsi sulle nuove norme, dedicando delle ulteriori ore di lavoro alla propria formazione.
È facile immaginare comunque che la formazione non verrà pagata: i 200mila euro stanziati dal Governo, infatti, sono sufficienti a malapena per l’organizzazione dei corsi e per l’acquisto del materiale didattico, figuriamoci se possono garantire un aumento di stipendio ai docenti interessati.
Ecco perché la formazione obbligatoria introdotta con le nuove regole sulle vaccinazioni potrebbe portare ad un ulteriore incremento del lavoro sommerso degli insegnanti, ovvero quelle ore impiegate per l’aggiornamento e lo svolgimento delle attività propedeutiche all’insegnamento che non vengono riconosciute ai fini retributivi.
Ma la formazione prevista dal suddetto decreto è veramente obbligatoria per gli insegnanti? Facciamo chiarezza analizzando le ultime novità per i docenti italiani introdotte con le nuove regole sui vaccini.
Obbligo di vaccinazione per i bambini, di formazione per gli insegnanti?
Mentre per i bambini il Decreto legge n°73 del 2017 stabilisce l’obbligo di vaccinazione ai fini dell’iscrizione alla scuola dell’infanzia, per gli insegnanti questo sembra prevedere l’obbligo di formazione e aggiornamento alle nuove regole.
Formazione che come vi abbiamo anticipato non sarà retribuita per i docenti, vista la mancanza di risorse.
A questo punto quello che molti insegnanti si chiedono è se la formazione è veramente obbligatoria e quindi se rientra tra le fattispecie indicate nell’articolo 124 della Buona Scuola (“Nell’ambito degli adempimenti connessi alla funzione docente, la formazione in servizio dei docenti di ruolo e’ obbligatoria, permanente e strutturale”) oppure no.
La risposta a questa domanda è negativa: le attività di formazione, infatti, oltre ad essere definite dai singoli istituti scolastici devono essere coerenti con quanto previsto dal Piano Nazionale per la formazione dei docenti, valido per il triennio 2016-2019.
Al momento i corsi di formazione indicati nella nuova legge sui vaccini non presentano questi presupposti. Sarà il MIUR a decidere se queste attività rientrano tra quelle indicate nel Piano di Formazione.
Lavoro sommerso: così si rischia di peggiorare un problema ancora irrisolto
Quindi, nonostante nelle prossime settimane il Ministero della Salute avvierà delle campagne informative che potrebbero coinvolgere il lavoro degli insegnanti, ci sarà comunque bisogno dell’approvazione del MIUR e delle singole scuole.
Spetterà al Ministero dell’Istruzione fare chiarezza sui punti poco chiari di un decreto legge che essendo stato scritto e approvato in tutta fretta presenta inevitabilmente dei vuoti normativi.
L’importante è che i docenti in questo percorso innovativo vengano tutelati: tra tempo impiegato per la preparazione delle lezioni e per le attività formative questi già lavorano il doppio delle ore retribuite dal contratto.
Il problema del lavoro sommerso degli insegnanti va risolto con il rinnovo del contratto e con un aumento di stipendio, mentre così si rischia persino di incrementarlo.
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