Preview utili II trimestre 2025 e non solo, le previsioni anche per l’intero 2025-2026-2027. Novità guidance e dividendi? E cosa deciderà di fare Orcel con OPS BPM?
Si apre oggi senza dubbio la settimana chiave per UniCredit, forse una delle più cruciali della sua storia, sicuramente della sua storia sotto la guida dell’amministratore delegato Andrea Orcel.
Domani, martedì 22 luglio 2025, il CDA di Piazza Gae Aulenti approverà i risultati di bilancio della banca, relativi al secondo trimestre e al primo semestre dell’anno, dopo aver deciso di anticiparne la pubblicazione, rispetto alla data inizialmente fissata al 28 luglio.
Di conseguenza, il CEO Andrea Orcel presenterà la trimestrale in conference call dopodomani, mercoledì 23 luglio, rispetto alla data precedentemente fissata al 29 luglio.
23 luglio non solo data trimestrale, è il giorno in cui scade l’OPS su Banco BPM
Il 23 luglio non è ’solo’ il giorno in cui UniCredit alzerà il velo sul proprio bilancio.
Proprio in quella data, scadrà infatti l’OPS che la banca ha promosso ormai molti mesi fa su Banco BPM.
OPS che è partita, dopo il grande annuncio che è piombato a Piazza Affari in data 25 novembre 2024, alla fine di aprile e che poi, su richiesta di UniCredit, accerchiata dalle prescrizioni che il governo Meloni ha deciso di imporre esercitando il golden power, è stata sospesa dalla Consob, per poi ripartire lunedì 23 giugno 2025.
La scadenza è stata fissata così al 23 luglio, esattamente il giorno in cui Orcel presenterà la trimestrale, dando indicazioni cruciali anche sulla guidance e sui dividendi che deciderà di distribuire ai soci.
Per ora, le adesioni all’offerta pubblica di scambio lanciata da UCG sembrano preludere a un flop visto che le azioni raccolte, portate in adesione dagli azionisti di Banco BPM, sono pari ad appena lo 0,233% di quelle oggetto dell’OPS.
La domanda è dunque naturale: Orcel annuncerà il ritiro dell’OPS, facendo così la gioia sia dei vertici di Piazza Meda che del governo Meloni che, fin da subito, ha osteggiato le sue ambizioni di M&A?
Oppure ci sarà la grande sorpresa, ovvero il cosiddetto Ronaldo dei banchieri deciderà di rimodellare i termini della sua offerta, ammettendo però così di aver ceduto di fronte alle richieste di BAMI - che ha sempre sostenuto che la proposta fosse a sconto - e dello stesso governo Meloni?
Utili, ricavi, margine netto di interesse II trimestre 2025: previsioni del consensus e di Equita
Tornando ai conti di UniCredit del secondo trimestre del 2025, il consensus degli analisti prevede per UniCredit un utile netto (Stated Net Profit) pari a 2,537 miliardi di euro, in media.
Gli analisti di Equita SIM prevedono anch’essi un utile netto di €2,5 miliardi.
Guardando alle altre voci di bilancio relative al trimestre compreso tra i mesi di aprile e di giugno, in media gli analisti del consensus hanno snocciolato le seguenti stime. Occhio anche, nello specifico, all’outlook firmato da Equita SIM.
I ricavi di UniCredit sono stimati in media dal consensus a 6,190 miliardi di euro.
Equita SIM prevede un valore simile, pari a €6,14 miliardi, in ribasso del 6% su base trimestrale e del 3% su base annua.
Vale la pena di ricordare gli utili incassati da UniCredit nel primo trimestre del 2025, che hanno fatto di nuovo la storia della banca guidata da Andrea Orcel.
Occhio al margine netto di interesse, voce non più baciata dalla BCE di Lagarde
Il margine netto di interesse, voce di bilancio maggiormente interessata dalle variazioni dei tassi di interesse decise dalla BCE, è atteso dal consensus, in media, a 3,425 miliardi di euro.
Simili le stime sull’NII (margine netto di interesse, esattamente Net Interest Income) elaborate da Equita SIM, che punta a €3,42 miliardi, in flessione del 2% su base trimestrale e in calo del 4% su base annua: un calo che non sorprende, se si considera che il continuo allentamento della restrizione monetaria avviato dalla BCE di Christine Lagarde - culminato nell’ottavo taglio dei tassi dal giugno del 2024 nell’ultimo atto del 5 giugno scorso - ha inevitabilmente esercitato una pressione ribassista sull’NII, che aveva beneficiato in particolare negli anni 2022 e 2023 dei continui rialzi del costo del denaro anti inflazione avviati dalla Banca centrale europea.
Nella preview sui risultati di bilancio di UniCredit, gli analisti di Equita SIM si sono soffermati sul trend del margine netto di interesse della banca, facendo notare che il NII si confermerà “ complessivamente resilientem sebbene in progressivo calo sia su base trimestrale (-2%)
che annua (-4%)”.
La SIM milanese ha spiegato il calo del margine su base trimestrale, spiegando che il ribasso “è dovuto principalmente all’andamento dei tassi (Euribor 3M -45 punti base su base trimestrale, sensitivity annualizzata NII pari a circa un calo di € 300 milioni per -50bps di riduzione tassi), a fronte di un andamento dei volumi che non ci aspettiamo ancora mostrare significativi segnali di ripresa, solo in parte compensato da effetto calendario positivo (1 giorno in più)”.
Tra l’altro, vale la pena di ricordare che questa settimana è cruciale anche per il BCE Day di giovedì 24 luglio, che vedrà Lagarde fare il nuovo annuncio dei tassi prima di andare sostanzialmente in ferie e annunciare le prossime mosse di politica monetaria nella riunione successiva di settembre.
Preview conti UniCredit, stime consensus ed Equita su commissioni, LLPs e costi
Per le commissioni nette che UniCredit ha incassato nel secondo trimestre del 2025, l’outlook di Equita è di 2,176 miliardi, con la SIM che sottolinea che “le commissioni sono attese complessivamente solide (+1% su base annua), sebbene in calo del -7% rispetto a un primo trimestre del 2025 particolarmente forte, specialmente lato investment fees e commissioni su prodotti di copertura per i clienti ”.
D’altronde, fa notare Equita, “in particolare, come già indicato dal management, aprile ha sofferto sul fronte commissionale dalle turbolenze dei mercati (a causa dell’annuncio dei dazi arrivato da Donald Trump in data 2 aprile), mentre maggio e giugno dovrebbero aver mostrato solidi segnali di recupero”.
Sempre lato ricavi, Equita ha scritto che la trimestrale che UniCredit si appresta a pubblicare metterà in luce una contribuzione da trading che “seppur sostenuta, dovrebbe essere marcatamente inferiore rispetto ai €641 milioni del primo trimestre del 2025, mentre i dividendi dovrebbero beneficiare delle partecipazioni in CBK (Commerzbank, circa 9.5%), Generali Assicurazioni (6,5%) e Alpha Bank (circa 9,6%) ”.
Passando all’utile operativo lordo, le previsioni sono in media di 3,849 miliardi di euro, mentre l’utile operativo netto è atteso a 3,686 miliardi.
Equita SIM ha annunciato inoltre di prevedere un utile operativo pari a €3,83 miliardi, in calo del 10% su base trimestrale e in ribasso del 5% su base annua.
Gli LLPs, ovvero gli accantonamenti di UniCredit in vista di perdite su crediti (loan loss provision) - voce di bilancio che la BCE definisce per la precisione come “riduzione del valore contabile di un’attività, a fronte della diminuzione del relativo merito di credito” - sono attesi sempre da Equita SIM a quota 151 milioni di euro.
Riguardo ai costi operativi, il consensus prevede in media per UniCredit un valore a quota 2,341 miliardi.
Equita SIM dal canto suo precisa che “ non ci aspettiamo particolari discontinuità sul fronte dei costi operativi (trend piatto su base trimestrale (QoQ), +1% su base annua, ovvero YoY), con C/I, (ovvero rapporto Cost-To-Income) al 38%”, aggiungendo che “sotto la linea operativa stimiamo un CoR (Cost of Risk, costo del rischio) in area 14bps senza utilizzo di overlays”.
Per quanto concerne l’indicatore di solidità patrimoniale CET ratio, le attese del consensus sono di un valore pari in media al 15,82% nel secondo trimestre del 2025.
Equita nello specifico scrive nella sua preview sugli utili di UniCredit che, “a livello di capitale, stimiamo che il CET1 possa scendere leggermente dal 16,1% del primo trimestre del 2025 per via di impatto da aggiustamento modelli e delle recenti acquisizioni, in parte compensato da contribuzione positiva da riserva FVOCI” ( con FVOCI acronimo di Fair Value Through Other Comprehensive Income).
Nuove indicazioni arriveranno con la trimestrale anche sui BTP e sugli altri Titoli di Stato che UniCredit detiene in portafoglio, in un momento in cui il fenomeno del doom loop, ovvero del cosiddetto abbraccio mortale tra le banche e i BTP gode della complicità del governo Meloni.
Equita vede ’premio’ Commerzbank e Alpha Bank per UniCredit
La view di Equita sui conti di UniCredit è nel complesso positiva.
Così come si legge infatti nella nota stilata dalla SIM, “nonostante il progressivo calo dell’NII atteso nel secondo semestre, riteniamo che la visibilità sulla guidance relativa all’utile del 2025 maggiore di €9,3 miliardi sia particolarmente elevata, alla luce dei forti risultati del primo semestre del 2025 (circa €5,2 miliardi) e dal contributo nella seconda parte dell’anno dall’internalizzazione delle JV bancassicurative”.
Equita aggiunge inoltre che “ricordiamo che dal secondo semestre del 2025, UniCredit dovrebbe beneficiare anche dal consolidamento della quota del 20% circa in CBK - (Commerzbank, la banca nei confronti della quale non sembra avere alcuna intenzione di fare dietrofront, nonostante il basta di Berlino - (circa 270 milioni per metà anno) e, una volta ottenute le autorizzazioni regolamentari, del 20% circa di Alpha Bank (€80 milioni di euro circa per metà anno)”, la banca greca nel cui capitale è ulteriormente salita, incassando anche i complimenti delle autorità di Atene.
Un sì, quello della Grecia, che cozza con i no e nein vari alle mosse del gruppo arrivati periodicamente dai governi di Meloni e della Germania del cancelliere Friedrich Merz, con l’ira di quest’ultima riesplosa soprattutto dopo l’ennesimo recente atto di Andrea Orcel.
Previsioni utili, ricavi, NII & Co. di UniCredit per gli anni 2025, 2026, 2027
Il consensus degli analisti ha elaborato anche l’outlook sulle principali voci di bilancio di UniCredit, relative all’intero 2025 e agli anni 2026 e 2027.
Per il 2025, le stime sono di un valore medio dell’utile netto, inteso come Stated Net Profit, pari a 9,736 miliardi di euro.
Per il 2026 gli utili della banca italiana guidata da Andrea Orcel sono attesi in ulteriore rialzo a 9,841 miliardi.
Profitti ancora in crescita sono previsti per il 2027, in media a 10,189 miliardi.
L’utile operativo lordo di Piazza Gae Aulenti è stimato a 15,029 miliardi per tutto il 2025, a 15,294 miliardi nel 2026 e a 15,835 miliardi nel 2027.
L’utile operativo netto è atteso a quota 14,320 miliardi per il 2025, a 14,381 miliardi per il 2026 e a 14,829 miliardi per il 2027.
Per il 2025 i ricavi di UniCredit sono stimati in media a 24,557 miliardi, per poi avanzare a 24,899 miliardi nel 2026 e salire ancora a 25,553 miliardi nell’intero 2027.
Il margine netto di interesse (NII) è previsto per l’intero 2025 a 13,557 miliardi in media, per rimanere praticamente invariato e solo in lieve flessione a 13,512 miliardi di euro nell’intero 2026 e risalire a 13,841 miliardi nel 2027.
I costi operativi sono attesi dal consensus a quota 9,528 miliardi di euro per tutto il 2025, in rialzo a 9,604 miliardi nel 2026 e ancora in crescita a 9,718 miliardi nel 2027.
Vale la pena di precisare che le previsioni appena comunicate sono state rese disponibili da parte di UniCredit, e sono espressione di outlook, ha spiegato la banca, che “sono stati stilati dagli analisti per conto di 15 brokers che coprono UniCredit”.
L’istituto ha tenuto a sottolineare che “ le opinioni, le stime e le previsioni sono autonome e non rappresentano le opinioni, le stime e le previsioni fatte da UniCredit sul proprio management”.
Nel caso specifico di Equita, va messo in evidenza che, oltre a formulare le previsioni degli utili, ricavi NII e altre voci di bilancio di UniCredit, la SIM ha annunciato di avere migliorato anche le stime sugli utili della banca in stile standalone per il periodo compreso tra il 2025-27, ipotizzando il consolidamento ad equity delle stake del 20% in Alpha e Commerzbank.
Complessivamente, gli esperti della SIM hanno rivisto al rialzo l’outlook sull’utile della banca gestita da Andrea Orcel per il 2025 del +3% e del 2026-27 del +8%.
Che fine fa la saga dell’OPS di UniCredit su Banco BPM? Focus su trend titolo UCG
Non solo utili. UniCredit, che si è impegnata negli ultimi mesi in diverse partite, mettendo nel mirino sia la seconda banca tedesca Commerzbank che la banca italiana Banca BPM, ex candidata a prendere in sposa MPS (che a sua volta si è data da fare scioccando Piazza Affari con l’OPS promossa all’inizio dell’anno su Mediobanca), rimane sotto i riflettori per la corsa strabiliante delle sue azioni. Un rally che, a quanto pare, ha basi per andare avanti, almeno secondo Equita SIM.
La SIM ha alzato infatti il target price sulle azioni UCG a €67,5 (da €60), nel momento in cui ha presentato qualche giorno fa le sue previsioni sul bilancio dell’istituto.
Il miglioramento del target price è avvenuto, hanno puntualizzato gli analisti, “fattorizzando un minore KE e l’impiego efficiente di parte dell’excess capital ”.
Gli analisti hanno aggiunto che, in corrispondenza del nuovo target, il titolo UCG tratterebbe con un 2026E P/E adjusted pari a 9,4 volte, con un P/TE pari a 2 volte e un ROTE di circa 22.
Nell’ultimo periodo, il trend delle azioni UniCredit si è confermato positivo. Il titolo UniCredit ha chiuso la sessione di venerdì scorso 18 luglio segnando una variazione pari a +0,19% a 58,07 euro.
Occhio anche al trend delle azioni delle prede Banco BPM, titolo come UCG quotato sull’indice Ftse Mib di Piazza Affari e di Commerzbank, scambiata sul DAX della borsa di Francoforte.
Il dossier UniCredit-Banco BPM rimane protagonista indiscusso di questa estate - accanto all’altra saga MPS-Mediobanca - e i prossimi giorni saranno campali non solo per la diffusione degli utili, ma anche per conoscere il destino dell’OPS lanciata da Andrea Orcel su Banco BPM, che è ormai agli sgoccioli, visto che la sua scadenza è stata fissata a mercoledì prossimo 23 luglio, lo stesso giorno in cui Piazza Gae Aulenti annuncerà i conti e il suo CEO li presenterà alla stampa e li commenterà agli analisti.
Orcel userà per caso il palco su cui salirà per prendere la parola per gettare ufficialmente la spugna e mollare l’osso Banco BPM?
Mai, forse, in Italia, una OPS ha avuto una vita così difficile, a causa di tutti quei paletti che il governo Meloni ha deciso di imporre, avvalendosi dell’esercizio del golden power.
Ma ora tutto è in discussione, visto l’attenti che è arrivato dalla Commissione europea.
Negli ultimi giorni si è parlato anche della possibilità che la Consob proroghi il periodo di adesione all’offerta: una ipotesi che Paolo Savona, presidente della Consob, ha riconosciuto che la Commissione sta “studiando”, così esprimendosi.
“Stiamo studiando se abbiamo poteri, di fronte a una situazione che non è ancora chiarita, se abbiamo ancora poteri di poter concedere altro. La prima risposta che abbiamo è che non è così, però se dall’analisi giuridica emerge che li abbiamo, allora eserciteremo questi poteri”.
E qualche giorno fa era stato lo stesso Andrea Orcel a presentare una probabilità di successo dell’OPS promossa su BPM decisamente risicata.
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