UniCredit, Orcel sotto assedio in Italia e in Germania. La Grecia gli fa invece le congratulazioni

Laura Naka Antonelli

28/05/2025

Di UniCredit sono tornati a parlare oggi i ministri Giorgetti e Tajani. La Grecia blinda invece la mossa di Orcel su Alpha Bank.

UniCredit, Orcel sotto assedio in Italia e in Germania. La Grecia gli fa invece le congratulazioni

Niente da fare, a quanto pare: i blitz di UniCredit in Italia e in Germania danno ai nervi, come dimostra la contrarietà manifestata dai governi di Roma e di Berlino alle manovre che la banca italiana ha lanciato, rispettivamente, su Banco BPM e Commerzbank.

Le mosse del Ronaldo dei banchieri, così come è stato ribattezzato il CEO di UCG Andrea Orcel non irritano, invece, la Grecia. Tutt’altro.

La notizia di oggi, relativa all’acquisto di altre azioni nel capitale della banca ellenica Alpha non solo non hanno scosso le autorità di Atene, ma sono state accolte con grande favore, in particolare dal governatore della Banca centrale greca Yannis Stournaras, al timone della Bank of Greece dal giugno del 2014, esponente del Consiglio direttivo della BCE e, in precedenza, ministro delle Finanze.

UniCredit, Orcel non fa paura alla Grecia. La mossa su Alpha benedetta dalla banca centrale

Nessuna paura di UniCredit in Grecia. Anzi. Nel commentare la mossa con cui la banca italiana guidata da Andrea Orcel ha fatto shopping di azioni di Alpha Bank, Stournaras si è così espresso:

“L’aumento della partecipazione di UniCredit nel capitale azionario di Alpha Bank, attraverso l’acquisizione delle azioni detenute da Reggeborgh Invest, rappresenta uno sviluppo molto positivo per entrambe le banche, rafforzando l’eccellente cooperazione che (gli istituti) hanno sviluppato nel passato recente”

La manovra di Orcel, ha spiegato Stournaras, “ riflette il progresso significativo del sistema bancario e dell’economia della Grecia , che è confermato anche dai continui upgrade della Repubblica ellenica e delle banche greche da parte delle agenzie di rating internazionali”.

Ancora, “questa transazione mostra all’Unione europea la strada da percorrere nel settore bancario: la cooperazione cross-border tra banche solide, insieme al completamento dell’Unione bancaria, dell’Unione dei mercati dei capitali e alla semplificazione delle procedure, riduce la frammentazione del mercato in Europa, crea economie di scala, migliora la liquidità e l’efficienza ”.

Qualcosa, ha aggiunto il numero uno della Banca centrale della Grecia, che “ a sua volta si traduce in una crescita dell’economia più forte , in una trasmissione della politica monetaria (della BCE) più veloce, in prezzi più bassi dei prodotti e dei servizi e, alla fine, in una maggiore prosperità economica ”.

Dunque, conclude Stournaras, “ sono dovute le congratulazioni ad Andrea Orcel, Henry Holterman, Vassilis Psaltis e al loro staff per la loro professionalità e per la cooperazione molto buona con la Bank of Greece”.

UniCredit-Banco BPM, Giorgetti: “tutti in Tribunale, e la cosa si incasina”

Nessuna congratulazione invece ad Orcel, tutt’altro, in Italia e in Germania. Di UniCredit e Banco BPM è tornato a parlare tra l’altro oggi, con il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti che ha confermato la determinazione del governo Meloni ad andare avanti con il monitoraggio, in relazione a quelle prescrizioni imposte a UCG, nell’ambito dei poteri del golden power di cui ha deciso di avvalersi: una bella gatta da pelare per Piazza Gae Aulenti, che è stata costretta a bussare alla porta della Consob, per avere il tempo necessario per capire quali carte giocare, di fronte ai diktat di Palazzo Chigi.

Diktat che portano il nome, tra gli altri, anche di BTP, con l’obbligo di congelare gli investimenti nei Titoli di Stato italiani lanciati da Anima - la SGR che UCG ingloberebbe prendendo il controllo di Banco BPM - e di uscita dalla Russia, per ovvi motivi.

C’è un golden power che prevede una procedura di monitoraggio. Questo monitoraggio è stato avviato. Unicredit e BPM hanno fatto le loro osservazioni e noi dovremo dare una risposta a queste osservazioni nell’ambito del monitoraggio”, ha sottolineato Giorgetti, in vista della discussione delle mozioni sulla legge di contabilità nazionale al Senato.

Giorgetti ha riconosciuto che è un diritto di entrambe le banche aver deciso di “andare in tribunale”, non mancando di fare un appunto: “ Vanno tutti in tribunale in questo Paese, una causa non si nega a nessuno. E la cosa si incasina ”.

Detto questo, per quanto riguarda il governo Meloni, “ noi andremo avanti nel monitoraggio e daremo le risposte che dovremo dare. In assoluto coordinamento tra MEF e Palazzo Chigi, assoluto ”.

Giorgetti, dimissioni se ci fosse disallineamento con Meloni. Stoccata a Savona (Consob)

Così assoluto che il titolare del Tesoro ha fatto riferimento alla sintonia totale che c’è tra Via XX Settembre e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “Dall’inizio del primo giorno c’è coordinamento tra Palazzo Chigi e MEF, tra Giorgetti e Meloni”, ha detto Giorgetti, aggiungendo che “se ci fosse un minimo di disallineamento non trovereste l’annuncio delle dimissioni, trovereste le dimissioni ”.

D’altronde, ha tenuto a precisare il ministro, “ le dimissioni non si annunciano ma si fanno ”.

Stoccata a tal proposito contro il numero uno della Consob Paolo Savona, che ha di recente commentato il caso della sospensione dell’OPS di UniCredit su Banco BPM, stabilita dalla Commissione che presiede, affermando di essere pronto a farsi da parte.

Alla domanda su quel commento di Savona, Giorgetti ha tagliato corto: “ Ho appena detto come si fa ” (ergo, le dimissioni si fanno, non si annunciano).

UniCredit-Banco BPM, l’attenti di Tajani su prescrizione Russia, “9 mesi devono essere almeno 9 mesi”

Ma di UniCredit oggi ha parlato anche il ministro degli Affari esteri Antonio Tajani, rimarcando la necessità assoluta che la banca guidata da Orcel tagli i ponti con la Russia ma, anche, che la cosa non vada a discapito delle aziende italiane.

A dispetto delle sanzioni contro Mosca lanciate dall’Europa subito dopo l’invasione dell’Ucraina, UniCredit continua a essere attiva nel Paese di Putin: qualcosa che ha indispettito più volte il governo Meloni e la stessa BCE.

Tajani ha però risposto, alla domanda se le prescrizioni del golden power vadano cambiate, con un “assolutamente sì”, facendo notare che da un lato “si è già perso tempo, non si decide” e dall’altro aggiungendo che “ ci ho messo la faccia con le imprese in Russia e non faccio macchine indietro di fronte a nessuno”.

Vero infatti che “ il problema sono i tempi e sono i servizi ”, visto che “ nessuna altra banca è in grado di dare i servizi alle 270 imprese italiane che lavorano in Russia rispettando le sanzioni”.

Dunque? “ Nove mesi devono essere almeno nove mesi effettivi ”, ha spiegato il vicepremier, sottolineando che “ la nostra priorità è la difesa delle imprese , qualunque cosa che va nella direzione di fare un danno alle imprese troverà la nostra opposizione fortissima”.

E, dunque, “se dobbiamo tornare in CDM per decidere i tempi i tempi sono questi. O sono nove mesi o non c’è nessuna possibilità. Io difendo le imprese. Qualsiasi cosa contro le imprese io non la voto né in Consiglio dei ministri né in Parlamento ”.

Tajani ha risposto così alle domande postegli a seguito delle indiscrezioni riportate dal quotidiano La Repubblica, che ha scritto che Forza Italia starebbe valutando la possibilità di una proroga, rispetto alla data imposta dal governo Meloni per l’uscita di UniCredit dalla Russia, al 18 gennaio 2026.

Fonti di partito interpellate dal quotidiano hanno fatto riferimento alla protesta di “fino a 200 aziende”, a causa delle conseguenze che potrebbero patire nel caso in cui UniCredit dovesse uscire velocemente dalla Russia.

Orcel messo alle strette su Banco BPM da Meloni, ma occhio alla frase su Commerzbank

Le condizioni presentate dal governo Meloni sull’OPS promossa su Banco BPM sono tali che Orcel non ha nascosto nella giornata di ieri la possibile intenzione di mollare l’osso e di riporre di nuovo nel cassetto il sogno di conquistare Piazza Meda. Piazza Meda che dal canto suo è esasperata, al punto da aver risposto alla decisione della Consob di sospendere l’OPS di un mese facendo ricorso al TAR.

A fare ricorso al TAR è stato tuttavia anche Orcel, mettendo in questo caso nel mirino il golden power applicato contro la sua offerta sul Banco dall’esecutivo italiano. Che, va ricordato, fin da subito si è opposto alla mossa di Piazza Gae Aulenti, da quando è stata lanciata alla fine di novembre.

Anche la Germania, prima del governo Scholz, e ora del governo Merz, continua a guardare con sospetto alle mosse che UniCredit ha lanciato a partire da settembre sul secondo istituto di credito teutonico Commerzbank. Che si è attivato ultimamente anche con una vera e propria marcia in stile Nein a UniCredit.

Ma su questo dossier è stato lo stesso Orcel a fare una differenza rispetto a quanto sta accadendo alla saga dell’OPS lanciata su BAMI. “ Abbiamo il 30%. Lo ripeto: abbiamo il 30% . Il fatto che siamo educati e che stiamo aspettando il momento giusto per affrontare il governo tedesco non cambia il fatto che abbiamo il 30%”.

Tre le opzioni che Orcel ha detto di avere su Commerzbank, interpellato dalla Reuters: conservare la partecipazione, venderla oppure avviare le trattative per puntare a una versa fusione, sempre che tutti gli azionisti di Commerzbank siano d’accordo. “Non c’è nessuna fretta, aspetteremo”.

D’altronde, il CEO aveva già detto che la questione di Commerzbank è qualcosa che attiene al 2026, o al 2027. Nel frattempo, osteggiato in Italia e in Germania, con i casi di Banco BPM e Commerzbank che si confermano una vera e propria Odissea, Orcel incassa i complimenti della Grecia.

Iscriviti a Money.it

SONDAGGIO