La dichiarazione del portavoce della Commissione UE su OPS UniCredit su Banco BPM e sul golden power del governo Meloni.
“ I governi non possono bloccare le fusioni a loro discrezione ”. Lo ha detto, stando a quanto riporta l’agenzia Radiocor, il portavoce responsabile dei servizi finanziari della Commissione europea, che si sarebbe riferito almeno in via ufficiale all’approccio di Bruxelles nei confronti delle operazioni in generale di risiko bancario, e non al caso specifico dell’OPS promossa da UniCredit su Banco BPM.
Ma ovvio il commento accende i riflettori su quel caso, o meglio saga di Borsa, visto che il verdetto della Commissione sul golden power che il governo Meloni ha deciso di esercitare sull’OPS promossa da Piazza Gae Aulenti su Piazza Meda è atteso a breve. Non forse a breve, però, nel modo in cui si sperava che fosse.
UniCredit, azioni +4% a Piazza Affari. Da UE ancora nessuna lettera inviata a Orcel
Oggi sessione di forti buy sulle azioni UniCredit, che balzano in cima al Ftse Mib di Piazza Affari segnando un rally del 4% e correndo verso quota 61 euro.
In evidenza altre novità che riguardano Piazza Gae Aulenti, mentre Piazza Affari si interroga su quelle che saranno le dichiarazioni ufficiali che la Commissione europea rilascerà nello specifico in merito al caso.
A tal proposito, il portavoce ha sottolineato che non è stata presa ancora alcuna decisione sul “ricorso del governo italiano al golden power”.
Per la precisione, “ non abbiamo ancora concluso alcuna valutazione preliminare e non abbiamo inviato alcuna lettera ”.
Quello che è successo è che alla fine di maggio “ abbiamo inviato un paio di domande all’Italia , abbiamo ricevuto la risposta e stiamo esaminando il caso”.
Cosa ha detto il portavoce UE. Il commento di Giorgetti
Non è mancato in ogni caso l’appunto in direzione del governo Meloni. Così il portavoce:
“Una volta confermato che la nostra visione è che il consolidamento nel settore bancario a livello nazionale e transfrontaliero attraverso fusioni crea benefici a imprese e consumatori, ci sono due aspetti: c’è l’aspetto prudenziale sul quale si pronunciano BCE e autorità nazionali, e c’è l’aspetto della concorrenza”.
In questo contesto, è stata la precisazione, “è certo che non ci sono le basi per decisioni discrezionali per fermare operazioni da parte dei governi che possono solo imporre restrizioni al movimento dei capitali solo se proporzionate, fondate su legittimi interessi pubblici”. Insomma, “non possono essere decisioni giustificate puramente con il contesto economico”.
L’impegno dell’UE a esprimersi sul caso il prima possibile è stato in ogni caso ribadito dal portavoce, visto che si sta avvicinando il giorno in cui l’OPS promossa su Banco BPM scadrà, ovvero il prossimo 23 luglio.
Nel sottolineare che Bruxelles è ben consapevole di questa scadenza, il portavoce ha affermato che “stiamo lavorando il più velocemente possibile”.
Nel frattempo, ad affrontare la questione è stato oggi il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti che, interpellato sul golden power, si è limitato a dire che il governo Meloni aspetta:
“Aspettiamo. Sono cose che non so e di cui non posso parlare”.
La decisione del TAR e la nuova strigliata a UniCredit da Berlino
A prendere la parola oggi anche il presidente della prima sezione del Tar, Roberto Politi, che ha reso noto che la pubblicazione del dispositivo o della sentenza sul ricorso Unicredit - che ha deciso di presentare al tribunale un ricorso contro il DPCM con cui il governo Meloni si è avvalso dei poteri del golden power, fissando diversi paletti alla riuscita dell’OPS di UniCredit su Banco BPM - avverrà “entro il 16 luglio”. Sarà necessario dunque attendere fino alla prossima settimana prima di capire esattamente come la matassa sarà sbrogliata, almeno a livello legale.
Una nuova stoccata è arrivata intanto contro Orcel dal governo di Friedrich Merz che, in risposta alla nuova mossa con cui UniCredit è salita al 20% del capitale di Commerzbank, ha tenuto a precisare di sostenere “ la strategia di indipendenza ” dell’istituto teutonico, cosa che tra l’altro ha specificato di avere già detto a Piazza Gae Aulenti.
In particolare il ministero delle Finanze della Germania ha sottolineato per via di un portavoce che il governo Merz ha preso atto della ulteriore scalata di UniCredit nel capitale di Commerz, avvenuta attraverso la conversione di contratti derivati in azioni, rimarcando tuttavia che il punto di vista di Berlino non cambia e definendo di nuovo l’approccio della banca guidata dal CEO Orcel “ non amichevole e non concordato ”.
Il governo tedesco ha tenuto a precisare, anche, che non smobilizzerà la quota che possiede ancora nel capitale di Commerzbank, pari al 12% circa.
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