Fed, figura misera per Trump. Powell lo sbugiarda

Laura Naka Antonelli

25/07/2025

Contrariamente a molti leader mondiali che al cospetto di Trump abbassano la testa, Jerome Powell, presidente della Fed ha rimesso in riga il presidente. VIDEO

Forte del suo aplomb britannico, il timoniere della Fed Jerome Powell ha dato in questi ultimi mesi grande prova di compostezza e di nervi saldi di fronte ai vari epiteti, attacchi e improperi vari lanciati da Donald Trump.

Ma il suo autocontrollo non gli ha impedito ieri di sbugiardare in pubblico, di fronte a tutto il mondo, le asserzioni del presidente degli Stati Uniti.

Spese di ristrutturazione Fed, Powell sbugiarda Trump di fronte a tutto il mondo

Powell ha smontato praticamente tutte le cifre e dichiarazioni proferite ieri dal capo della Casa Bianca, relative ai presunti costi che la Federal Reserve avrebbe sostenuto per ristrutturare il suo quartiere generale.

Il tutto si è svolto nella sede della Banca centrale americana di Washington, dove Trump si è recato per rinfacciare evidentemente a Powell i costi suo avviso troppo esosi versati dalla Fed, che la sua amministrazione ha considerato eccessivamente alti, sicuramente più alti di quanto previsto.

Del nuovo Pomo della discordia tra Trump e Powell si era parlato negli ultimi giorni, con un articolo del Financial Times che aveva riportato indiscrezioni sull’intenzione di alcuni funzionari dell’amministrazione USA di fare una visita alla istituzione per cercare di comprendere il perché di quei costi.

Quell’attacco anche del segretario al Tesoro USA Scott Bessent

Un affondo contro quelle spese era stato lanciato qualche giorno fa dal segretario al Tesoro Scott Bessent che, oltre a rilasciare una dichiarazione al vetriolo contro il banchiere centrale per la sua ostinazione a non tagliare i tassi sui fed funds USA, si era così espresso:

“Credo che ciò che sia necessario fare sia esaminare l’intera istituzione della Federal Reserve, per capire se sta avendo successo. Se si trattasse della (Federal Aviation Administration, autorità responsabile della vigilanza del traffico aereo), e se assistessimo a così tanti errori, noi andremmo a ritroso per cercare di capirne le ragioni”.

Le dichiarazioni erano state tali da far pensare a una sorta di intenzione della presidenza di Donald Trump di “commissariare” la banca centrale, la cui indipendenza è già stata attaccata ripetutamente dall’amministrazione degli States, che da mesi insulta continuamente il presidente della Fed Jerome Powell, sempre per la questione dei tassi di interesse USA, che continuano dal dicembre del 2024 a rimanere inchiodati all’interno del range compreso tra il 4,25% e il 4,5%, senza essere sforbiciati.

Botta e risposta tra Trump e Powell. Il presidente della Fed smonta le bufale del tycoon

Ieri oggetto del contenzioso tra la Fed e Trump si sono confermate invece le questioni di budget della banca centrale.

Evidente, sebbene molto contenuta, la stizza di Powell, tanto che il New York Times ha commentato la visita del presidente USA nella sede centrale della Federal Reserve facendo un gioco di parole e scrivendo che “The Fed chair seemed fed up”.

Il timonere della Fed non è sbottato, ma stavolta l’espressione tirata del suo volto non è sfuggita a nessuno: “Dunque, stiamo dando una occhiata, e sembra che si tratti di qualcosa che si aggira attorno a 3,1 miliardi”, ha esordito Trump, al fianco di Powell, che ha iniziato a scuotere subito la testa.

I costi, ha aggiunto il tycoon, “sono saliti un po’, o di molto”, il che significa che “quei 2,7 (miliardi) ora sono 3,1 miliardi”.

Immediata la reazione del banchiere centrale, che ha rivolto al capo della Casa Bianca uno sguardo a dir poco perplesso.

A quel punto, probabilmente per cercare di anticipare l’obiezione di Powell - che aveva già detto di non aver mai sentito quella cifra, così come non l’avevano mai sentita altri esponenti della Federal Reserve - Trump ha sfoderato dalla sua giacca un documento relativo ai dettagli dei costi, sostenendo come fosse “appena arrivato”.

Il banchiere centrale ha di conseguenza dato un’occhiata veloce al documento, smentendo però in un batter d’occhio il presidente e sottolineando davanti alle telecamere come Trump avesse “ appena inserito (nella lista dei costi) un terzo edificio ”.

È un edificio che è in corso di costruzione”, ha ribattuto Trump. Niente affatto: “No, è stato costruito cinque anni fa”, ha ribattuto Powell, palesemente concentrato a non sbottare di fronte alle bufale del presidente.

Al che Trump, tutto proteso a dire l’ultima parola, ha insistito affermando che comunque quell’edificio “fa parte di tutto il lavoro” compiuto dalla istituzione. Ma, di nuovo, la smentita non è tardata ad arrivare. “Non si tratta di qualcosa di nuovo”, ha tagliato corto Powell.

A quel punto il presidente degli Stati Uniti, preso in castagna, ha continuato a fissare le telecamere, per poi cambiare argomento.

Il NY Times fa notare la differenza tra atteggiamento Powell e leader mondiali

È stata una scena degna di nota”, ha commentato l’articolo del New York Times, mettendo in evidenza tra l’altro la differenza tra l’atteggiamento di Powell e quello degli stessi leader mondiali che, quasi tutti, alla presenza di Trump, hanno mostrato un atteggiamento sempre fin troppo accondiscendente, con sorrisi che hanno dato più volte l’impressione di autorità pronte a inchinarsi al cospetto del presidente degli Stati Uniti, spesso dopo avere tuonato nei rispettivi Paesi contro di lui: “Raramente (Trump) ha incontrato un funzionario che lo ha contraddetto in pubblico, tra l’altro di fronte alle telecamere, affermando anche come si stesse sbagliando”, si legge nell’articolo del NYT.

Alla fine l’unica cosa che Trump è riuscito a ripetere, innestando ormai quello che sembra un pilota automatico, è stata quella considerazione che è diventata una litanìa, secondo molti esperti anche patetica.

Alla domanda su cosa Powell potrebbe fare per interrompere la sequenza di critiche continue che Trump continua a rivolgergli, il presidente ha detto: “Beh, mi piacerebbe molto se tagliasse i tassi”.

Numbskull”: ovvero testa vuota, testone, zuccone; minacce continue di licenziamenti, con interrogativi su chi potrebbe rimpiazzarlo; timori su quale sarà lo stesso futuro della Federal Reserve e della sua indipendenza; un Powell “idiota che però mi piace molto”, come ha detto mesi fa Trump. Ancora prima, l’insulto “loser”.

In tutto questo, il presidente della Fed è riuscito a dare prova di grande coraggio, continuando a mantenere il punto sui tassi e sul pericolo che l’inflazione degli Stati Uniti torni ad accendersi per colpa, tra l’altro, proprio dei dazi di Trump.

Dall’altra parte della barricata, il presidente americano ha per ora soprattutto sbraitato, per poi rimanere però di sasso nella giornata di ieri, zittito da Powell. A cui, tra l’altro, è bastata una manciata di parole per smentirlo ripetutamente.

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