UniCredit, Berlino su Commerz: adesso basta. Quella lettera di Orcel, mentre dossier BPM ha stancato

Laura Naka Antonelli

11 Luglio 2025 - 10:17

Il ministro delle Finanze tedesco intima l’alt a UniCredit su Commerz dopo la nuova mossa. Orcel e la lettera al governo di Berlino, mentre BPM strema sempre di più il CEO.

UniCredit, Berlino su Commerz: adesso basta. Quella lettera di Orcel, mentre dossier BPM ha stancato

La nuova mossa di UniCredit in Commerzbank che, con la conversione dei contratti derivati in azioni detiene ora una partecipazione complessiva del 20% nel capitale della seconda banca tedesca, ha fatto andare subito su tutte le furie, come era prevedibile, il governo di Friedrich Merz, che ha intimato ad Andrea Orcel di fermarsi.

A dire basta è stato il ministro delle finanze Lars Klingbeil che, stando a quanto riportato dall’agenzia di stampa tedesda DPA, ha detto chiaro e tondo che “ ci aspettiamo che UniCredit abbandoni il suo tentativo di takeover ” su Commerzbank, ribadendo che il governo ritiene che l’approccio della banca italiana sia “ non amichevole ”.

UniCredit al 20% di Commerzbank, esplode (di nuovo) l’ira di Berlino

Insomma, UniCredit - che punta ora a convertire in azioni la restante posizione sintetica di circa il 9%, raggiungendo circa il 29% dei diritti di voto in Commerzbank, e diventando così ufficialmente primo azionista di Commerzbank - la smetta di assediare il gruppo teutonico.

Rimaniamo impegnati per una Commerzbank indipendente”, ha tuonato Klingbeil, ricordando che “Commerzbank è una banca di importanza sistemica in Germania ” e “una banca che ha dimostrato di poter avere successo anche in modo indipendente ”.

Ma non sono state certamente queste parole, dopo quelle che sono state proferite giorni fa dallo stesso cancelliere tedesco Friedrich Merz, a frenare Orcel che, stando a quanto riporta Il Messaggero, ieri alla riunione del CDA ha mantenuto il punto.

Su Commerzbank andremo avanti, siamo stati invitati a settembre dal governo a prendere il 4,5%, non si capisce perché ora dovremmo andar via. Convertiremo gli altri derivati per salire al 29% ”.

E ancora: “ Abbiamo chiesto un incontro al governo per spiegare la nostra strategia, aspettiamo si convinca ad ascoltarci, il nostro approccio è rispettoso delle specificità di Commerz ”.

La lettera di UniCredit al governo tedesco

Le mire di UniCredit su Commerzbank sono tutte spiegate da Andrea Orcel in una lettera che il CEO ha inviato al governo di Berlino, pubblicata sul sito della banca italiana.

Nessun dietrofront da parte di Orcel, semmai il continuo tentativo di convincere Berlino a comprendere tutti i vantaggi di un eventuale matrimonio tra le due banche:

Al momento, UniCredit Group è un investitore importante in Commerzbank, che dispone delle autorizzazioni necessarie (leggi BCE) per acquistare e consolidare una partecipazione pari al 29,9% (in Commerzbank). Ciò significa che, come voi, investiamo pienamente nel successo della banca, così come investiamo nel successo della Germania, visto che serviamo il mercato tedesco da circa 20 anni ”.

La dimostrazione? “ Abbiamo trasformato HypoVereinsbank (HVB) nella banca più profittevole, efficiente e capitalizzata nel modo migliore del Paese ”.

Così Orcel ha riassunto la posizione di UniCredit in Commerzbank, nella lettera inviata al governo Merz:

“Al momento, abbiamo deciso, in pieno coordinamento con i nostri azionisti, di rimanere semplicemente investitori, presto in una posizione di esercitare tutti i diritti relativi alla nostra partecipazione, al fine di proteggere il nostro investimento. Lo faremo osservando il modo in cui Commerzbank si evolverà e darà esecuzione al suo piano strategico. In futuro, potrebbero rimanere aperte altre opzioni come quella, ma non solo, di andare oltre e di fare una offerta per una fusione tra Commerzbank e HVB, al fine di creare una nuova potenza bancaria per la Germania”.

Orcel sbandiera vantaggi fusione tra Commerzbank e HVB

Orcel ha perorato la sua causa, ricordando che una unione tra Commerzbank e HVB si tradurrebbe in “vantaggi enormi per le aziende tedesche (soprattutto le Mittelstand), per i clienti retail e le loro comunità”.

Si tratterebbe di qualcosa che “ andrebbe a beneficio dei dipendenti di entrambe le parti, attraverso più investimenti, training e opportunità di crescita, e che creerebbe un nuovo campione bancario nazionale per la Germania, una istituzione dedicata a sostenere il rinnovamento dell’economia tedesca che è al cuore della nuova agenda del governo”.

Tra le promesse che Orcel ha fatto a Berlino, con la sua lettera, il fatto che “ le decisioni sulla Germania verrebbero prese in Germania ”.

Per la precisione, “decisioni cruciali come l’erogazione dei prestiti continuerebbero a essere prese dai team locali della Germania che operano secondo la legge e le regole tedesche e che sono supervisionate dalla BaFin (l’autorità di regolamentazione dei mercati) sotto il controllo del ministero delle Finanze”.

A tal proposito, è stato citato il successo di HVB che, negli ultimi tre anni, ha mostrato “ l’efficacia di questo approccio ”.

Orcel a Berlino, “necessaria una potenza di fuoco finanziaria per la Germania e l’Europa”

Orcel ha ricordato inoltre al governo Merz che, “nel consentire alla leadership del Paese di prendere decisioni sulla base delle necessità dei clienti, garantiamo i migliori risultati a tutti gli azionisti ”, rimarcando che “il principio di un processo di decision making locale e centrato sul mercato è fondamentale per la nostra cultura” ed è qualcosa che continuerebbe a essere garantito.

Altro punto che il Ronaldo dei banchieri ha messo in chiaro è che sarebbe il governo tedesco a decidere dove sorgerebbe il quartiere generale della nuova entità risultante dalla fusione tra UniCredit e Commrzbank.

Le aziende, i lavoratori e i clienti tedeschi hanno molto da guadagnare da una unione tra Commerzbank e HVB”, ha insistito Orcel, aggiungendo che si tratterebbe di “qualcosa di positivo per la Germania e di positivo per l’Europa”.

Così come dico da tempo” - ha scritto ancora il numero uno di UniCredit nella missiva inviata a Berlino - “ abbiamo bisogno di banche più grandi, più resilienti al fine di fornire alla Germania e all’Europa una potenza di fuoco finanziaria necessaria per crescere e per rimanere competitivi a livello internazionale . L’investimento di miliardi di euro che abbiamo lanciato in Germania è un voto di fiducia nel futuro dell’economia tedesca e una opportunità per la Germania di rivestire un ruolo di leadership nel forgiare il futuro dell’Europa ”.

La Germania merita un campione nazionale con una scala europea, uno che sia pienamente impegnato nei confronti del suo popolo, delle sue aziende e del suo futuro economico”, ha aggiunto il CEO, aggiungendo che UniCredit crede “che questa combinazione possa garantire esattamente questo obiettivo”.

Detto questo”, ha continuato l’AD, “ oggi non c’è alcuna offerta e alcuna intenzione di presentarne una . Siamo soddisfatti del nostro investimento, che ha beneficiato del rialzo delle azioni Commerzbank, che sono salite in modo significativo e ben oltre i fondamentali”.

Dunque, “considerata la questione, non c’è al momento alcuna urgenza o interesse nel trasformare questo investimento in una offerta ”.

Orcel si è poi così espresso:

“Nonostante ciò, sulla base anche in questo caso di uno spirito di trasparenza con cui siamo entrati in questo processo, volevo stabilire i principi del nostro approccio sia nelle vesti di investitori e potenzialmente in quelle di qualcosa di più, cosa di cui vorrei avere l’opportunità di fare, in questo caso, di persona. Allo stesso tempo, sebbene crediamo fermamente che una fusione sia una direzione ottimale di questo percorso, nel caso in cui essa non fosse fattibile, riteniamo che ci sarebbe comunque bisogno di sederci insieme per trovare una soluzione positiva e concordata, che funzioni per tutti. Sono di fatto ottimista in merio alle possibilità che si presentano e spero che, lavorando insieme, potremo realizzare i benefici significativi che ho descritto nei prossimi me”.

L’altra partita di Orcel: OPS su Banco BPM sempre più palla al piede

Ma, come ha riportato Il Messaggero, nel CDA di ieri e ai suoi interlocutori Andrea Orcel non ha affrontato solo il dossier Commerzbank, dopo gli ultimi alt arrivati dal governo tedesco.

Nel commentare quanto sta accadendo sul fronte dell’altra partita, quella che vede protagonista l’OPS promossa su Banco BPM, e nel riflettere sui tempi che si stanno allungando a causa delle decisioni che il TAR (e anche la Commissione europea) si apprestano a prendere - in questo caso sia il TAR che l’UE che potrebbero entrambi sancire la necessità che il governo Meloni, nell’esercizio del golden power, modifichi le severe prescrizioni imposte a UniCredit - ; ricordando che una soluzione al caso potrebbe arrivare ben oltre la data in cui scade l’OPS, ovvero quella del prossimo 23 luglio, Orcel ha detto che “ resteremmo ancora in una situazione di incertezza, che scoraggia gli investitori, turba il mercato, come ho già detto non ci sono le condizioni per proseguire ”.

Insomma, la partita aperta su Banco BPM starebbe diventando sempre di più una palla al piede per l’amministratore delegato di UniCredit, che ha già detto nelle ultime settimane, a più riprese, che ormai la probabilità di mettere le mani sulla banca guidata dal CEO Giuseppe Castagna è ridotta al lumicino, ergo ad appena il 20%.

Quella frase del legale di UniCredit del musical Jesus Christ Superstar

Per quanto riguarda il TAR del Lazio, chiamato a esprimersi sul ricorso presentato da UniCredit contro il DPCM con cui il governo Meloni ha deciso di applicare il golden power all’OPS promossa da Piazza Gae Aulenti, l’udienza di ieri si è conclusa con la decisione del tribunale di pubblicare “entro il 16 luglioil dispositivo della sentenza, o anche la motivazione, non escludendo la possibilità che la pubblicazione possa avvenire in tempi più contenuti.

In evidenza le dichiarazioni rilasciate a seguito dell’udienza dall’avvocato di UniCredit, Fabio Cintoli, che ha citato in inglese una battuta del musical Jesus Christ Superstar nel commentare la decisione del governo Meloni di applicare all’OPS il golden power: “I never thought I’d come to this”.

Dal canto suo la Commissione europea - che, secondo quanto riportato da Bloomberg, sarebbe pronta a bocciare il golden power di Meloni, rivendicando la propria autorità in materia di fusioni e acquisizioni che avvengono in UE - non ha preso ancora una decisione definitiva sul caso.

La posizione di Bruxelles sembra tuttavia molto chiara:

I governi non possono bloccare le fusioni a loro discrezione ”, ha commentato qualche giorno fa il portavoce responsabile dei servizi finanziari della Commissione europea.

Focus intanto sulle azioni interessate da entrambi i dossier: UniCredit e Banco BPM, quotate sull’indice Ftse Mib di Piazza Affari e Commerzbank, scambiata sul DAX della borsa di Francoforte.

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